Non sì beve e non sì fuma nella città dei «santi»

Non sì beve e non sì fuma nella città dei «santi» LA COMUNITÀ' RELIGIOSA DA' UN'IMPRONTA NON SOLTANTO MORALE Al GIOCHI, MA NON HA EVITATO GLI SCANDALI Non sì beve e non sì fuma nella città dei «santi» mormoni sono metà della popolazione e gestiscono molte attività commerciali la storia PatrickJarreau SALT LAKE CITY PORTANO la camicia bianca, mia cravatta sobria, un fazzoletto da taschino discreto. Si entra nei loro uffici attraversando una segreteria di donne con la permanente e tailleur castigato. Nel parcheggio interrato, le Mercedes stanno fianco a fianco con le Bmw e le Lincoln. L'edificio che occupano è il più alto di Salt Lake City. Sono i dirigenti della Chiesa di Gesù Cristo dei Santi dell'ultimo giomo, i cui fedeli vengono comunemente chiamati mormoni. La Chiesa dei Santi dell'ultimo giomo (Letter-Day Saints, Lds) non si occupa dell'organizzazione dei Giochi olimpici invernali. La paura che così non fosse ha avuto la sua parte nella lunga anticamera - trent'anni della città prima che la sua candidatura venisse sostenuta dal Comitato olimpico americano e accettata da quello intemazionale. La prima volta che Salt Lake presentò la sua candidatura correva l'anno 1966; e per ottenerla finalmente, nen995, i responsabili ritennero necessario lubrificare gli ingranaggi al punto che ci fu un'inchiesta per corruzione. La Chiesa dei Lds non c'entra niente, sostiene Charles Didier, uno dei Settanta (il secondo cerchio del potere in seno alla Chiesa), al quale piace credere che i mormoni coinvolti nella faccenda - tra i quali anche l'ex presidente del comitato per le candidature, Thomas Welsh - da allora abbiano ricevuto il soccorso morale dei loro vescovi. «Eravamo favorevoli a questa candidatura ma non era una faccenda nostra», spiega Dale Bills, del Dipartimento relazioni pubbliche dei Lds. Le imprese che appartengono alla Chiesa si sono quotate per la candidatura, poi però - dicono - nella preparazione dei Giochi si sono limitate a rispondere alle richieste degli organizzatori. Certo, il Coro del Tabernacolo, da sempre messaggero del mormonismo negli Stati Uniti e nel mondo, canta alla cerimonia di apertura. Ma il contrario non sarebbe stato strano? Lo stadio nel quale i vincitori riceveranno le medaglie, costruito su terreni di proprietà della Chiesa, viene da essa prestato gratuitamente. «Si è detto che l'abbiamo fatto perché il nostro tempio venisse inquadrato dalle telecamere. Che assurdità! Non abbiamo chiesto proprio nulla», assicura Bills nel ristorante all'ultimo piano di quello che era l'Hotel Utah, costruito dalla Chiesa nel 1911, poi trasformato in palazzo di uffici. Aperto al pubbhco, il ristorante offre una magnifica vista sulla città e sulle montagne che la circondano, ma non vi si berrà né alcol né caffè né tè e ovviamente, come quasi dappertutto in America, non si fumerà. «Qui siamo a casa nostra», si scusa Dale Bills, ordinando un succo di frutta. All'altro capo della città il sindaco Ross Anderson, detto Rocky, democratico e mormone, spiega ai giornalisti che Salt Lake City conta più bottigherie delle due ultime città dei Giochi d'inverno messe insieme. Ci sono poi i club privati, dove si possono consumare alcolici a condizione di pagare una quota di cinque dollari per tutta la durata dei Giochi. «Lo Utah non è uno Stato asciutto», insiste a dire Anderson, riprendendo l'aggettivo che negli anni del proibizionismo si usava per indicare gli Stati che vietavano l'alcol. Eletto nel '99 contro un avversario mormone e repubbhcano, il sindaco s'impegna personalmente a smentire i luoghi comuni che potrebbero nuocere al successo dei Giochi. Gli irlandesi deir« Irish Times» avevano scritto che a Salt Lake City si rischiava la noia per 15 giomi: Rocky ha risposto facendosi accompagnare da un fotografo in un giro caldo dei locali notturni, tra i quali l'Axis Club, che il venerdì e il sabato sera è riservato ai gay. «Abbiamo uno dei tre migliori club di hip-hop degli Stati Uniti e una magnifica scena jazz. Per annoiarsi a Salt Lake bisogna proprio volerlo», ripete agli scettici, non facili da convincere. Il fatto è che Salt Lake City non è soltanto una città con metà popolazione appartenente a una data confessione. E' la città fondata dai Lds, in uno Stato che oggi conta 2,2 milioni di abitanti, di cui il 70 per cento mormone. Fenomeno unico negli Stati Uniti, lo Utah è il prodotto di una storia religiosa e per molto tempo è stato governato dalla sua Chiesa. Ancora oggi il governatore, Michael Leavitt, è mormone, come la quasi totalità dei parlamentari inviati a Washington. Da quando, nel 1896, lo Utah divenne il 45" Stato dell'Unione, il suo sistema politico si è normalizzato e Salt Lake City è diventata una città più mescolata. Ma la Chiesa resta una comunità potente. Far parte dei Lds non è una sinecura. I «santi», così come si chiamano tra di loro, versano alla. Chiesa la decima parte del loro reddito e le dedicano un minimo di cinque ore - che possono anche diventare 25 - a settimana per servizi di ogni genere. Molti partono in missione: a 19 anni i ragazzi, a 21 le ragazze. Nel 1999 i missionari erano 60 mila, quasi tutti giovani arruolati per due anni. Questo viaggio all'estero, in condizioni spesso difficili (le spese sono pagate dalla famiglia), costituisce una sorta di rito di passaggio. Quando vanno in pensione i mormoni possono essere «chiamati» ad altri compiti nei servizi sociali o nell'organizzazione volontaria creata 15 anni fa. Il concetto di servizio, nel loro sistema, è fondamentale come quello di autosufficienza. Charles Didier, un belga che i missionari hanno convertito quando aveva 22 anni e studiava economia a Liegi, mette in quest'ordine i pilastri che l'hanno indotto a aderire alla Chiesa dei Lds: «L'igiene morale e fisica, la famiglia, il significato dato alla vita professionale». E aggiunge: «Ero cattolico. Se credere in Dio consiste nell'andare a Messa una volta alla settimana, non è una cosa interessante». I mormoni hanno il culto degli affari, nei quali riescono assai bene, ma hanno anche, a partire dalla Grande Depressione degli Anni 30, il sistema di aiuti sociali più perfezionato che una confessione religiosa abbia creato negli Stati Uniti. In questa Chiesa senza clero, la gerarchia è pesante e pratica una sorveglianza quasi poliziesca. La maggior parte dei mormoni difende la propria religione, ma alcuni dissidenti accusano la Chiesa di tacere sulle violenze di cui sarebbero vittime le ragazze fin dalla più tenera età, e non solo nei clan poligami, ufficialmente proibiti. Questa strana mescolanza l'ambiguità sembra essere la caratteristica principale del mormonismo - produce una confessione che riunisce oggi 11 milioni di membri, di cui più della metà fuori dagli Stati Uniti. E che non cessa di crescere, a una velocità tale che il sociologo delle religioni Rodney Stark, citato con rispetto nell'almanacco della Chiesa, pensa che conterà 16 milioni di fedeli alla fine di questo decennio e 50 milioni nel 2040. Copyright le Monde Dietro il rigore una realtà sorprendente. Il sindaco: «Abbiamo i migliori club dihip-hopetantojazz Da noi è proprio impossibile annoiarsi» In molti locali privati basta pagare una quota di cinque dollari e l'alcol scorre a fiumi. Inscena anche spettacoli hard e serate riservate ai gay

Persone citate: Charles Didier, Dale Bills, Michael Leavitt, Rodney Stark, Ross Anderson, Salt Lake, Thomas Welsh