La mamma di Samuele interrogata per tre ore di Enrico Martinet

La mamma di Samuele interrogata per tre ore La mamma di Samuele interrogata per tre ore Gli uomini del Ris nello chalet: il mistero del pigiama sporco di sangue Enrico Martinet inviato a COGNE I carabinieri del colonnello Luciano Garofano si infilano le tute candide confondendo gli obiettivi di telecamere e macchine fotografiche durante una fitta nevicata mentre i genitori di Samuele, ucciso mercoledì scorso, entrano negli uffici della Procura. Ieri, dieci minuti a mezzogiorno. Due scene diverse, divise da 28 chilometri, tra Cogne e Aosta. I militari del Ris di Parma, il raggruppamento investigazioni scientifiche, vanno in cerca di un segno che possa risolvere l'enigma. Con loro anche i due consulenti scientifici della famiglia Lorenzi, i professori Carlo Torre (anatomopatologo) e Carlo Robino (biologo). La ricerca continuerà oggi. II magistrato Stefania Cugge tenta di avere dalle parole della mamma di Samuele, Anna Maria, risposte ai tanti interrogativi. Comincia così una giornata fra le più concitate dell'inchiesta sul dehtto del bimbo di 3 anni. Nelle domande che il sostituto procuratore rivolge ad Anna Maria Franzoni ricorrono più volte quelle sui vestiti, sui luoghi, sui tempi di quella mattina in cui un oggetto, anzi, un soprammobile della villetta di Montroz, viene preso da una mano assassina che infierisce con lucida follia sulla testa del bimbo: 17 colpi, il primo alla manina sinistra protesa in alto per un'istintiva difesa, poi i due più violenti e gli altri in rapida sequenza. Un «giallo» che per ora ruota intomo a un pigiama sporco di sangue, trovato dove non avrebbe dovuto essere, a un'arma che si sta cercando, a tante impronte digitali, a tracce di sangue lasciate anche fuori dalla camera da letto matrimoniale dove è stato colpito a morte il bambino. Ad Aosta Anna Maria entra nell'ufficio del magistrato come «persona informata sui fatti». Il sostituto procuratore Stefania Cugge, dopo quasi tre ore, dice: «La posizione della signora non è cambiata». Il marito, Stefano Lorenzi, non è stato sentito, ha atteso la moglie nell'ufficio della polizia giudiziaria, poi, insieme, sono tornati a Cogne su un'auto blu dei carabi¬ nieri. E' ipotizzabile che la mamma di Samuele sia stata chiamata per chiarire alcuni punti. La situazione, rispetto al suo ultimo colloquio con il magistrato nella caserma dei carabinieri a Saint-Pierre, ha avuto un'evoluzione dovuta proprio all'arrivo dei militari del Ris. Prima di continuare il viaggio verso Cogne il colonnello Luciano Garofano si è incontrato con gli inquirenti portando i primi risultati delle indagini scientifiche svolte dopo la prima «visita» alla villetta dei Lorenzi, giovedì scorso. A Montroz sono stati trovati indumenti sporchi di sangue (pare che sulle pantofole non siano invece state scoperte tracce). Un pigiama sporco di sangue sarebbe stato spostato. Da chi? Dall'assassino, oppure da qualcuno durante l'intervento di soccorso a Samuele? II pigiama è spruzzato di sangue, sarebbe cioè stato accanto al corpo di Samuele, ma il Ris, durante il primo sopralluogo lo aveva trovato fuori posto, non sul letto dove era stato posato in mi primo tempo. E' possibile quindi che alla mamma di Samuele sia stato chiesto se ricordava dove fosse il pigiama e chi l'avesse spostato e anche qualcosa sul suo abbigliamento. Poi la ricostruzione dei tempi che già aveva fornito durante gli altri due precedenti colloqui. Ma adesso tutto si dilata: da ricostruire non ci sono più soltanto gli 8 minuti che hanno separato Anna Maria da Samuele per andare e tornare dalla piazzola dello scuolabus. Ci sono anche i lunghi minuti intercorsi dall'arrivo dell'eliambulanza a quello dei carabinieri, circa venti. Le indagini continuano ad avere almeno una doppia direzione. quindi i tempi del delitto sono fra le 8,10, quando Daniele, 7 anni, è uscito di casa per giocare, fino alle 8,24, quando la mamma dice di essere rientrata. Poi la scena del delitto e la zona antistante la casa è stata calpestata da parecchie persone. In casa c'era la dottoressa Ada Satragni, poi sono arrivati i vicini, i soccorritori dell'elicottero, il papà di Samuele rientrato da Aosta perché chiamato dalla moglie, e almeno due vicini. Persone che sono poi rimaste nella villetta fino all'arrivo dei carabinieri, intorno alle 9,05. I segni all'interno della villetta e nella camera da letto matrimoniale sono stati in parte «inquinati» proprio per l'intervento di soccorso. , Fra le ipotesi dell' arma del delitto è stata fatta anche quella di un blocco di cristallo di quarzo (il papà di Samuele ne ha in casa). Il professor Francesco Viglino, che ha fatto l'autopsia, dice: «Sì un'ipotesi come le altre. Le ferite sono compatibili con un oggetto simile, ma non abbiamo trovato tracce di minerale nei tessuti del bimbo, non in modo visibile. Adesso faremo le anahsi con il microscopio». I TRE MISTERI L'arma del delitto È un soprammobile, ma dov'è finita? Gli investigatori sono convinti che trovare l'oggetto con cui è stato ucciso Samuele significhi risolvere il «caso» al 70 per cento. E1 possibile che l'«arma» sia in casa. Le tracce di sangue I carabinieri del Ris avrebbero trovato tracce «ematiche» in luoghi diversi dalla camera da letto dei genitori dove e stato fovato ferito il piccolo Samuele. Forse negli scanchi del bagno (la doccia), o in quello della lavatrice. Ce ancora mistero sui tempi: quando è stato aggredito Samuele? L'autopsia per quanto accurata non può indicare un'ora esatta, può soltanto fare ipotesi. Quando ci ■^ saranno anche gli esami tossicologici e sui tessuti si potrà invéce sapere per quanto tempo e vissuto Samuele dopo essere stato colpito. La prima indicazione dell'anatomopatologo: il bambino è morto in due minuti dòpo i primi diiedei'ì 7 colpi. ilite Anna Maria Franzoni, la madre dei piccolo Samuele, mentre sta uscendo dalla procura di Aosta

Luoghi citati: Aosta, Cogne, Montroz, Saint-pierre