Roma, che paura La Juve è vicina pronta al sorpasso
Roma, che paura La Juve è vicina pronta al sorpasso BRIVIDI IN VETTA: I CAMPIONI D'ITALIA RIMONTANO DUE RETI ALLA FIORENTINA POI RISCHIANO DI NUOVO IL KO CON MORFEO NEI MINUTI DI RECUPERO Roma, che paura La Juve è vicina pronta al sorpasso Bianconeri scatenati anche con il Lecce: sesto successo consecutivo Domenica sera all'Olimpico si giocherà l'attesissimo scontro diretto Roberto Beccantini LApartitissima fra Roma e Juventus, in programma domenica sera all'Olimpico, non poteva essere introdotta da bagliori più suggestivi. Capolista salva per miracolo a Firenze, /uve di slancio sul Lecce, Inter bloccata in casa, sabato, da un Toro finalmente convinto e continuo. E cosi dopo ventun giornate, tre squadre' in un punto: Roma 44, Juve e Inttr 43. Non capitava dalla stagione 1990-91, quando ancora la vittoria ne valeva due: Sampdoria 30, Inter e Milan 29, scudetto alla Samp di Vialli e Mancini. L'anno scorso, di questi tempi, la Roma si era già arrampicata a quota 51, sei lunghezze di margine sulla Juve, otto, addirittura, sulla Lazio. E' proprio un altro campionato, che ricava dallo straordinario equilibrio la sua selvaggia bellezza: attenti a non rovinarlo. Per tacere del Chievo, inesausta e recidiva cicala, prova ne siano i due rigori sprecati da Colini a Piacenza. Il rocambolesco pareggio del Milan nella tana della Lazio lascia aperta la corsa al quarto posto (Chievo 37, Milan 33). Sul versante arbitrale, moviola ricca al Franchi (penalty reclamati da Batistuta e Cassano, proteste fiorentine sul guizzo aereo di Cassano): nessuna traccia, però, di topiche clamorose. Roma, Juve, Inter: si profila una volata mozzafiato. Nelle ultime sei gare, vinte alla media di 3 gol a partita, la Signora ha rosicchiato quattro punti ai campioni e sei ai nerazzurri. Piano piano, Marcello Lippi ha trasformato i senza Zidane (e Inzaghi) in un manipolo di famelici incursori. Il miglior attacco (41 reti) e la seconda miglior difesa (15) sono numeri importanti, anche se non risolutivi. A differenza della gestione Ancelotti, la Juve è in corsa su tutti i fronti. Fondamentali il contributo della vecchia guardia (Conte, Ferrara), il lievitante rendimento di Davids, l'autonomia concessa a Nedved, libero di galleggiare fra centrocampo e prima linea. L'implacabile Trezeguet continua a timbrale il tabellino; l'altalenante Del Piero è arrivato in doppia cifra, «muro» che in carriera aveva valicato soltanto nel 1997-98. A furia di tagliare, cucire e rammendare, Lippi ha confezionato il più efficace degli abiti proprio nel cuore della sfilata, Contro il Lecce di Delio Rossi, è stato poco più di un allenamento: Conte, Trezeguet, Del Piero su rigore. Il massimo con il minimo sforzo: e qui e là, fiammate di bel gioco. Delle tre sorelle superstiti, la Juve è di gran lunga la più in carne. Ma come la Roma, dovrà presto dedicare energie e risorse alla Champions Lea- Cassano, un goTre squadreun'ammumancava poi l'Infortunio n 1 punto: chiata così a 11 anni gue. E questo - sulla carta, almeno - è U vantaggio più cospicuo in mano a Héctor Cuper, oltre alla prospettiva di ricevere entrambe a San Siro. La Roma, in compenso, è la regina degli scontri diretti. Vi si accosta sempre in abiti dimessi, salvo poi trasfigurarsi: fu così anche all'andata, a Torino, prima che dal cilindro di Fabio Capello uscisse un perentorio 2-0. A Firenze, priva di Cafu e Assungao, ha sfiorato il patatrac: sotto di due gol (Morfeo, Adriano), riemersa grazie a Cassano ed Emerson, deve ringraziare l'incrocio dei pali se, al 93', Morfeo non le ha inflitto il gancio del ko. Il progressivo ritomo al modulo-scudetto (3-4-1-2) ha determinato non trascurabili imbarazzi nella fase difensiva, come documentano i cinque gol incassati fra Verona, Udinese e Fiorentina. Aldair non ne ha azzeccata una e Samuel, a rischio squalifica, ha limitato i proverbiali" arrembaggi. Per tradizione, Firenze è sempre stata una trasferta infida: un anno fa, i giallorossi finirono gambe all'aria. Dal rito della «firma» Ottavio Bianchi ha estratto, se non altro, un impegno strenuo e corale. Poco Totti poca Roma. Poco Vieri poca Inter. Film già visti. Rispetto a Lippi, Capello può contare su un arsenale più fornito, si pensi a Cassano e a Montella. Viceversa, da Trezeguet-Del Piero si passa, direttamente, a Zalayeta-Amoruso. La Roma non perde da 18 partite, la Juve da dieci, l'Inter da sette, ma ha pareggiato le ultime due. Il Toro di Giancarlo Camolese ne ha smascherato la carenza di fantasia. Vieri, da solo, non può sempre caricarsi sulle spalle il mondo intero. Urge un ricorso più mirato a Seeedorf. E appena si riprende, anche Recoba tornerà utile. In attesa di Ronaldo, campa cavallo, non vorrei che Massimo Moratti cominciasse a rimpiangere la frettolosa cessione dell'esplosivo Adriano: regalo per regalo, non sarebbe stato meglio dirottare Ventola? Juve e Inter hanno nei ranghi due fra i capi-cannonieri, Trezeguet e Vieri (14 gol, come Di Vaio, Doni e Hubner). La Roma ha pagato gli infortuni di Batistuta e Montella: non a caso i suoi goleador più prolifici (Assungao, Batistuta, Totti) arrancano nel gruppo, sei reti a testa. Vero, il calendario dell'ultimo mese, Chievo a parte, ha gonfiato le vele della Juve. Ma anche Venezia e Toro avrebbero dovuto rappresentare, in teoria, comodi bocconi per le forchette di Cuper. Domenica, si decolla da Bologna-Inter per atterrare su Roma-Juve. Cinture allacciate e nervi saldi. E' «la» partita, d'accordo: ma appunto, «una» partita. Non facciamone una guerra santa. Tre squadre in 1 punto: un'ammucchiata così mancava da 11 anni Cassano, un gol e poi l'Infortunio 40^. 23 DICEMBRE PENULTIMA DI ANDATA 6 GENNAIO ULTIMA Di ANDATA 13 GENNAIO PRIMA DI RITORNO 20 GENNAIO SECONDA DI RI FORNO 27 GENNAIO TERZA DI RITORNO 3 FEBBRAIO QUARTA DI RITORNO Lo splendido gol di David Trezeguet ha portato i bianconeri sul 2-0 contro il Lecce
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