Il virus Enron preoccupa rAmerica

Il virus Enron preoccupa rAmerica POLACADUTA DELLA MULTINAZIONALE DELL'ENERGIA Il virus Enron preoccupa rAmerica Anche l'Europa cambia rotta per coniugare business e tutela del risparmio Flavia Podestà UN presidente e chief executive - Kenneth Lay - che, sommerso dalle inchieste, dà forfait. Un vice presidente - Clifford Baxter - che si suicida. Centinaia di dipendenti ed ex dipendenti pensionali che ricorrono in tribunale per chiedere conto della sparizione dei loro risparmi, divorati nello scandalo. Congresso e Senato americani che, moltiplicando le commissioni d'inchiesta - la commissione Commercio e Energia della Camera, la commission" Affari governativi del Senato - affilano le armi per muovere contro la Casa Bianca, con la determinazione che solo gli americani sanno mostrare quando fiutano aria di intrecci tra affari e politica. Un vice presidente del govemo più potente del mondo Dick Cheney - messo alle corde dalle richieste del General Accounting Office del Congresso (l'Ufficio investigativo del Parlamento statunitense) di togliere i sigilli di segretezza sulle riunioni del suo dicastero sulla politica enereetica e minacciano di passare alle vie legali. Un Governatore - il presidente della Federai Reserve Alan Greenspan - che, davanti alla commissione Bilancio del Senato, annuncia profonde riforme per gli standard contabili e la corporate govemance delle società. Una Commissione di controllo sul mercato e le società quotate - la Sec - che vede il suo mito infranto e si riscopre un gigante con i piedi di argilla. Wall Street che trema, ipotizzando l'effetto domino. Governi di altri paesi - per il momento, i governi di Londra e di Città del Messico sfiorati dall'ombra del sospetto: qualche ministro potrebbe aver operato scelte di politica energetica non del tutto disinteressate. . Il drammatico crack della Enron - il colosso energetico a stelle e strisce che ha già bruciato migliaia di miliardi di dollari ma potrebbe risarvare altre amarissime sorprese (come sospettano^ analisti ed esperti) - dà un nuovo duro colpo alle certezze statunitensi. E' venuto meno il mito dell'inattaccabihtà del suolo americano con gli attentati deh'11 settembre, ora viene meno anemie la sicurezza di disporre del miglior sistema di griglie operative e di controlli nel campo del busi- ness, ovvero della categoria che sta in cima alla classifica dei valori in Usa. E questo proprio nel momento in cui, in Europa, più di un paese - affascinato dallo straordinario sviluppo dell'economia americana e dalle brillanti performances conseguite dalle multinazionali di quel Continente - ragionava sull'opportunità di rimodulare se atesso.BU quel modello: sia per dimensioni aziendali e mission dei loro top management, sia per moduli ope rativi e regole contabili. Il caso Enron, che costringe gli Stati Uniti a rimettere in discussione schemi consolidati (e gli americani sapranno farlo, come sempre è successo, con coraggio e rapidità), nel Vecchio Continente sta drasticamente smorzando gli entusiasmi imitativi in favore della ricerca di un sistema di regole da definirsi a Bruxelles - per coniugare l'efficienza e la flessibilità necessarie a essere competitivi, con l'indispensabile rigore a tutela del risparmio. E' vero che il più clamoroso crack finanziario del nuovo millennio è il frutto di molti padri: il venir meno dell'etica- negli affari; la ricerca del gigantismo a qualunque prezzo e, dunque, anche a scapito degli equilibri di bilancio e della solidità patrimoniale; la rincorsa spasmodica della redditività di breve periodo che ha portato a gonfiare i rendiconti e a occultare l'indebitamento; il dolo vero e proprio, tradottosi della distruzione di migliaia di documenti relativi allo scandalo. Ma è anche vero che la miscela esplosiva che sta creando grave imbarazzo alla stessa amministrazione Bush, ha trovato la sua miccia in tre fattori: nelle regole contabili che hanno reso.praticabili in concreto le disinvolture del top management della società americana; nel moltiplicarsi dei conflitti di interesse, nell'ambito della diversificazione di business realizzata dai controller; nella force di frappe conquistata dalle lobbies delle multinazionali. Sotto quest'ultimo profilo acquistano un valore quasi profeti¬ co le parole del commissario europeo alla Concorrenza Mario co le parole del commissario europeo alla Concorrenza Mario Monti che, una manciata di giorni fa - intervenendo ai lavori del convegno dell'università Bocconi su «Europa, spazio aperto»' difendeva l'operato della Commissione nel ruolo di argine che consentiva ai governi di non finire preda di multinazionali benpiù potenti di loro. Monti diceva una cosa vera. Per le multinazionali, fuori dagli Usa, non c'erano regole né ostacoli sino a quando non è nata l'Ue. L'Europa è stata per . loro la novità con cui fare i conti: un'Autorità sostanzialmente forte e professionalmente agguerrita, e per ora impenetrabile ai mezzi di persuasione delle loro lobbies che, come sta dimostrando lo scandalo Enron, hanno trovato terreno fertile nelle strutture politiche. Da questo caso esce dunque rafforzata la necessità di organi tecnici (le Authority), responsabili davanti al Parlamento e non all'Esecutivo, capaci anche di valutare le opzioni politiche in campo economico - dall'energia alle telecomunicazioni e, più in generale, in tutte le Public Utilities - sotto il profilo del cui prodest: ed evitare così che, come nel caso Enron, scelte di politica economica settoriale possano celare episodi di corruzione. Sul piano dei criteri contabili non c'è dubbio che, per una competizione che si gioca tutta sulla redditività misurata dai vari Reo (return on equity) o Roi (return on investment), quelli a stelle e strisce sono molto più allettanti degh europei. In America, in bilancio tutto viene segnato al costo, la contabilizzazione degh ammortamenti non rappresenta un nodo gordiano, molteplici sono le iscorciatoie per occultare i debiti. La Enron, per esempio, ha trasferito quote di debito - di cui continuava a detenere la responsabilità in solido - a società, messe su in fretta e furia ad hoc da manager o ex manager, in cui deteneva briciole di capitale. Questa sorta di cartolarizzazione artigianale e non liberatoria, le permetteva di nettare i bilanci e di soUecitare dipendenti e pensionati ad investire nei suoi titoli, ma la società conservava intera la responsabilità su tutto l'indebitamento. Insomma, le geometrie dei bilanci statunitensi, a parità di condizioni, consentono a una dei bilanci statunitensi, a parità di condizioni, consentono a ima società di essere molto più bella sul piano degh utili, anche se molto meno appealing sul piano patrimoniale, di una società euror pea. Permettono, meglio dei criteri europei, di costruire la crescita sul debito. Hanno, però, gli stessi difetti dei controlli a cascata, attraverso il meccanismo delle scatole cinesi di cui in Italia era stato campione Raul Gardini: prima o poi il botto arriva, per¬ che per qualsiasi azienda non ci sono alternative all'attento equi- ché per qualsiasi azienda non ci sono alternative all'attento equilibrio tra ipotesi industriale e finanziaria. Per fortuna, nell'Ue le aziende consolideranno i bilanci in modo uniforme e con criteri rigorosi a partire dal 2005. Quanto ai controller, alle società di revisione che - nella corsa affannosa a moltiplicare i profitti, hanno annesso alla revisione dei bilanci servizi fiscali, informatici, legali e consulenza a manetta (dal management consul- ting alla consu S-aquisition) - ; ting alla consulenza per mer-ger S- aquisition) - sono finite prigioniere di conflitti di interesse multipli che la separazione contabile (o addirittura societaria) tra le diverse province non è riuscita a scongiurare: la consulenza ha trasformato in complici del management i revisori che avrebbero dovuto procedere ai controlli. L'incrocio ha messo ko l'Andersen in Usa; ora parte la crociata per separare, nettamente, revisione e consulenza. Per le imprese Usa è più facile costruire lo sviluppo sul debito Si rafforza la posizione di chi vuole Authority in grado di valutare anche le opzioni politiche ..^^ mài*. .. , .. Stephen Cooper, nuovo presidente Enron. A destra Kenneth Lay. SCALATA E CROLLO Luglio 1985 Houston Naturai Gas si fonde con InterNort per formare Enron, una società per gestire una rete interstatale di distribuzione gas 1989 Enron inizia a fare trading di gas naturale mS^S** ^m^S^^ Novembre 1992 Enron presenta una petizione alla Commodity Future Trading Commission perché , esonen i contratti futures dalla supervisione del governo Gennaio 1993 1 decréto passa velocemecommissione, presièduta daGramm, moglie del senatoGrammvWendyCramm in rassegna le dimissioni ed efar parte della presidenza d1985 1986 1987 1988 1989 1990 1991 1992 1993 1994 1995 1996 1997 Dicembre 2000 Il Congresso approva Il Commodity Futures Modernizatìon Art, che liberalizza il trading sull'energia Marzo 2000 Enrondiventa la sesta compagnia di energia al mondo Novembre 1999 L'azienda lancia EnronOnline. Si tratta della prima compagnia internazionale di compra vendita di materie prime on line Gennaio 2001 La crisi energetica in California fa crollare i prezzi e provoca lunghi biade outs, ma per Enron tutto questo si traduce in grossi profitti * Giugno 1994 Enron avvia le attività di trading in energia elettrica. Diventerà il più grande venditore di elettricità negli Stati: Uniti- .1' Giugno 2001 I regolamenti federali impongono stretti controlli sul mercato dell'elettricità nei paesi dell'Ovest e i profitti di Enron crollano 16 Ottobre 2001 Enron annuncia perdite per 618 milioni di dollari nel terzo trimestre ^ v-1 mente alla ' da Wertdy tore Phit in seguito d entrerà a a di Enron -v^. /cSS^CN 31 Ottobre 2001 Enron annunda che la Sec indaga sulla compagnia V. 1998 1999 V 2000 2 Dicembre 2001 Enron chiede l'ammissione al Capitolo 11, la procedura Usa di amministrazione controllata 9 Gennaio 2002 il Dipartimento di Giustizia annunda che è stata aperta un'inchiesta penale su Enron 10Genna!o2002 Arthur Andersen, revisore contabile della società, dichiara di aver distrutto dei documenti di Enron 25 Gennaio 2002 Sì suicida l'ex presidente della Enron, Cliff Baxter 29 Gennaio 2002 Stephen Cooper, è nominato presidente di Enron dopo le dimissioni di Kenneth Lay 2001 2002 2 Febbraio 2002 Il Dipartimento di jGiustìzia Usa pone sotto segreto i documentia partire dal 10 gennaio 1999