Nella mattina dell'orrore un vuoto di 5 minuti

Nella mattina dell'orrore un vuoto di 5 minuti Nella mattina dell'orrore un vuoto di 5 minuti Il giudice: «Suo figlio è stato ucciso» e la mamma scoppia in pianto Enrico Martlnet inviato a COGNE Alle 8,45 di mercoledì l'erba secca e fredda di Montroz si spezza e s'alza in un imbuto di polvere. L'elicottero fa volare i giocattoli di Samuele e Davide Lorenzi, dimenticati nel gioco del giorno prima. E l'altalena, sopra l'orto, verso il pendio su Cogne s'infila in quel vento. Davide è a scuola da un quarto d'ora, Samuele è nelle braccia della dottoressa Ada Satragni, che di fronte a quel vortice, arretra contro il muro della villetta per proteggere il piccolo agonizzante dalla polvere. La ricostruzione di un mercoledì di atroce follia comincia molto prima, nel cuore di una notte che per la mamma dei due bimbi, Anna Maria Franzoni, è in gran parte insonne. Notte anche d'angoscia con dolori improvvisi e diffusi, con la testa che scoppia, come il marito (e non lei come si pensava in un primo tempo) racconta all'operatore del 118 alle 5,58. Malessere accompagnato da uno stordimento, da forze che scivolano, fuggono. Notte che gli inquirenti tentano di far riaffiorare dalla memoria dei coniugi Lorenzi nei colloqui di quel mercoledì, nella caserma dei carabinieri di piazza Roncas, ad Aosta, e nell'interminabile serie di domande tra la serata di giovedì e le prime ore di ieri nei locali blindati della casermetta a Saint-Pierre. Anna Maria e Stefano Lorenzi sono sentiti da carabinieri e magistrato (il sostituto procuratore Stefania Cugge) in due stanze diverse, mai insieme. La mamma di Samuele risponde con lucidità. Crolla però in un pianto disperato quando il magistrato le mette di fronte l'orrore: «Signora, il suo bimbo non è morto per una emorragia, è stato ucciso». Le mani di Anna Maria soffocano un «non è vero» e poi coprono la disperazione del viso, le lacrime. Eppure l'aveva già sentito, si era perfino meravigliata parlandone con 0 parroco di Cogne. Ma sentirselo dire dal magistrato è una conferma che non voleva. Racconta più volte quella mattina cominciata con la richiesta d'aiuto al pronto soccorso di Aosta e conclusa scoprendo Samuele in sangue, in mezzo al letto di mamma e papà, sotto un soffice piumone. Alle sette Stefano Lorenzi esce di casa per andare al lavoro. Il medico di guardia chiamato alle 5,58 se n'è andato da mezz'ora. Mentre Davide, 7 anni, si prepara, Anna Maria per calmare il piccolo Samuele, 3 anni, lo prende in braccio dal lettino e lo porta nella camera matrimoniale. E' dice - una cosa consueta, che ripete sovente nell'arco della settimana. Alle 8,16 Anna Maria esce di casa lasciando nel letto il piccolo Samuele. Un calcolo possibile perché alle 8,18 lei e Davide sono sulla strada dove un minuto dopo arriva, puntuale, lo scuolabus guidato da Dino Vidi. La donna esce di casa da sola, Davide da qualche minuto è sul prato a giocare con la bici. Un particolare importante jer le indagini: in quei momenti forse 1 bimbo ha visto qualcosa, sempre nell'eventualità, mai scartata dal ma¬ gistrato, che ci fosse un assassino ad aspettare il momento giusto per entrare in azione. Ipotesi remota, ma possibile. Alle 8,20 Anna Maria saluta il figlio seduto sullo scuolabus e riprende la via di casa: percorso in salita con una scalinata. «Alle 8,24 sono entrata in casa, me lo ricordo concertezza perchéhoguardatol'orologio proprio mentre aprivo la porta», dice agli inquirenti. Il periodo «buio» è quello: dalle 8,18 alle 8,23, durante il quale Samuele rimane solo sul lettone. Alle 8,28 la drammatica telefonata di Anna Maria al 1 18: «Aiutatemi, mio figlio vomita sangue». Qualche minuto più tardi arriva Ada Satragni, medico di famiglia, avvertita dalla centrale. Conosce bene i Lorenzi e soprattutto abita vicino, nel villaggio di Montroz, a 200 metri. Quando entra nella villetta scende le scale per raggiungere la zona notte, sul letto c'è Samuele. Un orrore: sangue dappertutto, il piccolo è in una pozza, schizzi anche sul soffitto, sulle tende. La dottoressa non perde neppure un secondo: «Emergenza, pericolo di vita». Il piccolo è in agonia. E così la centrale operativa del 118 fa «ponte» con l'aeroporto di Saint-Christophe. L'elicottero arriva alle 8,45. Mamma e dottoressa hanno le mani sporche di sangue, ma i vestiti di Anna Maria non hanno neppure una macchia. La dottoressa esce di corsa con in braccio Samuele. Il volo verso Aosta, altri pochi minuti, ma per il bimbo non c'è più nulla da fare. La camera da letto matrimoniale, la scena del delitto, è sprangata, un sequestro nel sequestro della villetta. Là gli uomini del Ris di Parma, il reparto investigativo scientifico dei carabinieri, hanno fatto i rilievi e nessuno può più entrare, almeno fino a quando altri accertamenti non verranno fatti, la prossima settimana. Non sono state trovate tracce di sangue nelle altre stanze della villetta, se non qualche piccolo segno quando il coipicino di Samuele viene portato dal medico verso l'uscita. L'elicottero alle 8,47 spazza ancora quei prati brulli, se ne va lasciando l'orrore. I coniugi sono stati sentiti sempre in stanze diverse, mai insieme La prima telefonata al118parteatle5#58 E' il marito che dà l'allarme sulle condizioni della donna. Poi alle 7 esce. Alle 8,18 Anna Maria lascia Samuele sul lettone Davide è già fuori a giocare sul prato LA ZONA «BUIA» I 5 minuti in cui Samuele, secondo il racconto della madre, rimane da solo in casa il GIOCO DEL BIMBO Alle 8,10 circa, Davide gioca da solo con la bici | davanti alla porta di casa. Aspetta la mamma per andare a scuola wmmmmmmmm m L'OROLOGIO Sono le 8,24 quando la mamma torna a casa. Una certezza, perché, dice, guarda l'orologio mentre apre la porta ABITI PULITI Quando i soccorsi arrivano nella villetta trovano Anna Maria con gli abiti ^senza alcuna traccia dì sangue IL PIANTO Durante l'altra notte, Anna Maria scoppia In lacrime quando il magistrato le dice: «Samuele è stato ucciso»

Luoghi citati: Aosta, Buia, Cogne, Saint-christophe, Saint-pierre