«Delitto della follia Samuele è stato ucciso a colpi di roncola» di Enrico Martinet

«Delitto della follia Samuele è stato ucciso a colpi di roncola» «Delitto della follia Samuele è stato ucciso a colpi di roncola» I primi risultati dell'autopsia: il bambino ammazzato con 20 fendenti I genitori interrogati come testimoni fino all'una di notte dal giudice Enrico Martinet Inviato a COGNE «Quel bimbo non piangeva». Ancora: «E' un omicidio della follia». Il professor Francesco Viglino esce dall'ospedale di Aosta poco dopo le 17. Il suo lavoro è concluso, dopo poco più di due ore: Samuele Lorenzi, tre anni e due mesi, è stato ucciso. Il magistrato, Stefania Cugge, sostituto procuratore, dice: «Adesso sappiamo che è un omicidio, le indagini sono per questo reato. Indaghiamo contro ignoti». L'arma del dehtto è una roncola, «forse una piccola roncola», sottolineano gh inquirenti. Non ancora trovata, anche se le risposte su questo punto sono evasive. Anzi, non ci sono. I genitori di Samuele, Anna Maria Franzone, 31 anni, casalinga, e Stefano Lorenzi, 33 anni, elettricista, entrano nella caserma dei carabinieri di Saint Pierre due ore dopo la fine dell'autopsia e ci rimangono fino-all'una e un quarto della mattina. Sono stati interrogati come testimoni. E i cai'àbinieri hanno tenuto illuminata' per tuttà'-la-'flotte 'la alletta1 Mei Lorenzi di Montroz, piccola frazione di Cogne, con un grande faro: un controllo che serve anche per continuare la ricerca dell'arma del delitto. P Il tenente colonnello dei carabinieri Luciano Garofano, comandante del Ris (Reparto investigazioni speciali) di Parma, annuncia che «il lavoro sarà ancora lungo, torneremo la prossima settimana». Il reparto speciale dell'Arma, che ha indagato a Novi Ligure sul caso Erika, lascia Cogne «con parecchio materiale»: indumenti, alcuni dei quali sporchi di sangue, e molti attrezzi, da giardinaggio e non, corpi contundenti che avrebbero potuto uccidere il piccolo Samuele. La mano dell'assassino è stata armata da un «raptus di follia», come ha indicato al magistrato il professor Viglino. Follia scatenata e consumata in pochi attimi, il tempo di colpire per almeno venti volte la testa riccioluta di Samuele. Con forza, tanto che il piccolo ha perso subito conoscenza, al primo fendente. Ecco perché il medico non parla di lacrime, né di urla. Poi l'assassino ha continuato a menare colpi finché il diminuire della forza non gli ha bloccato muscoli e follia. Un delitto accaduto in pochi minuti: nel lasso di tempo in cui la mamma di Samuele, Anna Maria Franzone, 31 anni, casalinga, ha portato l'altro figlio, Davide, quasi 7 anni, fino alla strada dove l'attendeva lo scuolabus ed è tornata indietro. Dieci, dodici minuti, scanditi da orari precisi, quello di passaggio dello scuolabus (ogni giorno alle 8,19) diretto alle elementari (Davide frequentava la prima) e quello della telefonata disperata di Anna Maria al i 18 di Aosta («Il mio bambino vomita sangue») alle 8,28. Ore e minuti della tragica mattina di mercoledì. Gli uomini del Ris, infilati nelle tute candide, ieri sono entrati in quella casa dell'orrore, l'hanno analizzata fin nei minimi dettagli, fatto misure, ipotizzato scenari. E' stata ricostruita quella mattina. La madre di Samuele e Davide si sente male poco prima delle 6, ora in cui chiama il 118. Chiede aiuto perché ha male-in tutto il bòìf». Si sente sveiìire. E' soggetta a improvvisi sbalzi di pressione, che ha di solito molto bassa. Per questo prende farmaci specifici da tempo. In pochi minuti arriva il medico di guardia, una psichiatra che abita a pochi metri dalla villetta dei Lorenzi, Ada Satragni. La visita, non prescrive alcun far¬ maco e dice: «Sta covando l'influenza». In quella casa tutto è tranquillo/almeno iri apparenza, come conferma la psichiatra al magistrato. Il marito di Anna Maria, Stefano, 33 anni, elettricista, lascia la villetta alle 7, parte in auto verso Introd, a 34 chilometri, dove l'aspetta il lavoro. Che cosa accada da quel momento nella casa è da ricostruire. La moglie racconta che Samuele piangeva, che lo ha messo nel lettone «dove stava più tranquillo». Alle 8,15 è uscita con Davide per raggiungere la strada e lo scuolabus e quando è tornata ha visto il piumone sul letto e sotto il suo bimbo in una pozza di sangue. A quel punto ha telefonato al 118. In quei minuti sta il giallo, il mistero di un delitto guidato dalla follia. L'autopsia ha eliminato ogni dubbio: è un omicidio. Ora tocca agli uomini del Ris e del gruppo carabinieri di Aosta, che da due giorni ascoltano decine di persone, cercano di ricostruire la vita dei Lorenzi, arrivati a Cogne nel '93, per sposarsi e mettere su casa, in quel prato di Montroz dove hanno costruito la villetta su due piani. Una casa consegnata all'orrore. II piccolo ha subito perso conoscenza per questo motivo non ha pianto né urlato I militari cercano ancora l'arma del delitto II sopralluogo nella villa è andato avanti anche al buio e l'edificio è stato illuminato da un grande faro La villetta su due plani dei coniugi Lorenzi poco fuori Cogne, nella frazione di Montroz

Luoghi citati: Aosta, Cogne, Introd, Montroz, Novi Ligure