Il Lago Trasimeno e l'Ossaia di Annibale

Il Lago Trasimeno e l'Ossaia di Annibale SU QUEL BELVEDERE NELL'ESTREMO LEMBO DI TOSCANA CHE SCENDE DA CORTONA Il Lago Trasimeno e l'Ossaia di Annibale WEEKEND PinbCacucci NELL'ESTREMO lembo di Toscana che scendendo da Cortona si affaccia sul Trasimeno, c'è un alto belvedere da cui si domina l'intera distesa del lago e le sue isole. Qualche chilometro prima, si attraversa un minuscolo paese dal macabro nome di Ossala: la gente della zona racconta che ciò sarebbe dovuto ai conti- nui ritrovamenti di ossa, in pratica per secoli i contadini avrebbero «ripulito» la terra arata da tibie, femori e crani come altrove si usa fare con i sassi... A distanza di oltre due millenni, i miseri resti dei ventimila romani caduti sono ormai polvere nella polvere, e da quassù si vede nitidamente la piana sulle rive del Trasimeno dove si consumò la disastrosa sconfitta durante la Seconda guerra punica. Fu una primavera molto piovosa, quella del 217 a.C. Si dice che ancor oggi il paesaggio del Trasimeno offra almeno cento diverse tonalità di verde, oltre alla gamma dei colori di bacche e frutti selvatici, fiori d'ogni sorta più l'arancione del lilium bulbifero e il giallo acceso del giglio acquatico. Ma allora, le acque del lago dovevano essere di un verde cupo, che virava al seppia per la fanghiglia smossa dalle piogge torrenziali. Annibale, famoso per la mobilità delle truppe, attraversando le valli toscane dovette affrontare non solo il terreno ridotto a un pantano che rischiò di fargli perdere l'ultimo, leggendario elefante Surus, ma anche il dramma personale della cecità all'occhio sinistro, irrimediabilmente spento da un'infiammazione dovuta all'umidità e alla febbre delle paludi. Non si perse d'animo, adottò per qualche tempo ima benda nera di traverso sulla faccia, e puntò deciso verso Sud per impedire alle legioni del console Caio Flaminio Nepote di ricongiungersi al corpo d'armata di Servilio, che muoveva da Rimini. Celebre per le decisioni impulsive, Annibale, una volta giunto a Cortona, svoltò imprevedibilmente a Est, puntando su Peragia anziché su Roma, come Flaminio credeva. E la straordinaria capacità dei cartaginesi nell'alimentare il ritmo di marcia, fece sì che il 20 giugno precedessero l'esercito romano che avanzava sulle rive del Trasimeno in un punto troppo stretto per poter manovrare, quello che dal porticciolo di Borghetto conduce a Passignano attraverso il Malpasso, probabilmente chiamato così da allora, per la pessima sorte toccata ai romani. Dalla brama che cominciava a diradare, i cartaginesi sorsero come spettri e si avventarono sui legionari senza dar loro il tempo di assumere uno schie¬ ramento difensivo. Dalle falde delle colline attaccarono i frombolieri delle Baleari e la fanteria leggera, mentre i fanti libici e iberici sbarravano il declivio all'altezza di Montigeto e, alle spalle, la poderosa cavalleria cartaginese sferrava l'assalto decisivo supportata dalle truppe galliche. Dopo tre ore di disperata resistenza, i 25.000 soldati di Flaminio furono sterminati, poche migliaia riuscirono a fuggire allo sbando, e lo stesso console cadde trafitto da una lancia. Il Comune di Tuoro ha ricostruito un «itinerario annibalico» lungo il quale è possibile rivivere le fasi di quella lontana cameficina. Nel punto in cui probabilmente cadde il console Flaminio sorge il rinascimentale Palazzo del Capra, che pare sia stato edificato sopra un mausoleo romano, ma... sebbene noi dintomi di Tuoro qualcuno si sia industriato a indicare la tomba di Flaminio, in realtà il corpo del console non fu mai ritrovato: Annibale lo fece cercare per giorni, volendogli tributare gli onori dovuti a un combattente valoroso, ma senza risultato. Il Trasimeno, che ispirò poeti e pittori per i suoi colori tenui e le innumerevoli specie di uccelli che ancor oggi popolano le rive e le sue isole, ha sempre avuto un'importanza strategica testimoniata dai molti manieri e fortificazioni che potrebbero costituire un itinerario a sé. Già Castiglione del Lago deve il nome alla cinta di mura che protegge l'abitato, con al centro lo splendido Palazzo della Corgna collegato da un passaggio al castello del Leone, fortezza a forma pentagonale edificata da Federico II di Svevia nel 1200. A pianta quadrata con torrioni angolari è invece la Badia fortificata di Magione, proprietà dei Cavalieri di Malta dal '300, mentre sulla punta Sud dell'Isola Maggiore sorge il castello Guglielmi, famoso dal 1904 per il laboratorio di merletti a «punto Irlanda», artigianato tipico della zona. Anche sull'altra isola, Polvese, c'è un maniero minaccioso, ma qui l'oasi naturalistica voluta dalla Provincia di Perugia, anziché ricordare epoche di battaglie sanguinose, ha lo scopo di educare le scolaresche al rispetto della natura e dei suoi equilibri ormai precari. Vista sul Trasimeno ILRADUNG DEGLI AQUIL«" jl.../' llFIorcntino ■^"'ff Xs.TVaslmwW \\ Folano i.C.'y, s-, ÒWèlano^.^^, )^ Trasimeno sa Ugo Jk l ACastiglionedel Lago si tiene ì» pri ma vera (Ogni due anni) Il Raduno Intemazionale degli Aquilonisti, spettacolo suggestivo che colma il cielo del Trasimeno di variopinti aquiloni acrobatici. a Per apprezzare il rinomato pesce del lago, l'Acquario (vìa V. Emanuele 69. tei 0759 652432) è anche specializzato

Persone citate: Caio Flaminio Nepote, Federico Ii, Guglielmi