«Quindid direttori delle AsI iscritti a Società Aperta»

«Quindid direttori delle AsI iscritti a Società Aperta» «Quindid direttori delle AsI iscritti a Società Aperta» L'ultimo interrogatorio di Odasso: mio il denaro che utilizzavo nell'associazione di Burzi i verbali NinoPietropinto . TORINO SVELA i suoi segreti raccontandoli ai magistrati con il contagocce. Confessioni apuntate, verrebbe da dire. Luigi Odasso, l'ex potentissimo manager delle Molinette, che faceva regali milionari a chi conta, parla di tangenti e di «prestiti». Infarcisce ogni cosa di flash sulla sua privata. Un sistema di tangenti? Lui dice di no. «Prendevo quei soldi perché i miei conti erano in rosso...», svela. Perché, gli domandano? «Avevo ristrutturato la mia villa a Nizza Monferrato e pòi...». Il poi è un tuffo nella sua aspirazione a diventare, un giorno, ministro della Sanità. «Avevo 800 tessere di Forza Italia, che ho nagato io. Ottanta milio¬ ni: non sono mica pochi se si pensa che li ho versati per due anni...». Odasso è un fiume in piena quando spiega le ragioni delle sue difficoltà finanziarie. «Avevo organizzato un cocktail per i rappresentanti di Forza Italia durante la campagna elettorale. E poi mi sono iscritto a "Società Aperta", un'associazione di cui fanno parte 15 direttori generali delle Asl piemontesi (in tutto sono 29, ndr) oltre che Rosso (il suo braccio destro alle Molinette, ndr) e Burzi (Angelo Burzi, assessore regionale al Bilancio, ndr): i soldi che utilizzavo lì erano tutti miei». Parla lentamente Luigi Odasso. Davanti a lui stanno seduti il gip Fabrizia Pirontì, il pm Giuseppe Ferrando e il cancelliere. Al suo fianco ci sono i difensori Andrea e Michele Galasso. Quello di mercoledì scorso è l'ennesimo interrogatorio del manager. Ma è quello che fornisce gli spunti più interessanti. A partire dal sistema di tangenti delle Molinette. Odasso dice che i «regali», come li chiama lui, arrivavano tramite Rosso: «Era lui a seguire le pratiche». Poi aggiunge: «Io non trattavo, non sapevo che fossero percentuali sul totale degli importi. Non conoscevo le modalità di pagamento». Ma sapeva. «Quando Rosso mi consegnava il denaro mi diceva da chi era stato inviato e perché». Sforna a raffica nomi di imprenditori l'uomo partito dalla provincia di Asti con il sogno di arrivare a Roma ad un incarico di governo. «DonineUi (l'uomo che lo ha denunciato, ndr)? Mi versava dei soldi perché io avessi comprensione, magari per tempi non rispettati o lavori non perfetti. Non ricordo le cifre, ma potrei dire che ogni volta si trattava di 5 o 10' milioni...». Quando i magistrati gli parlano della «Palmar» (la capofila delle sei imprese che, racchiuse sotto il nome di Global Service, assicurano all'ospedale tutti i servizi più importanti) lui tira fuori da questa vicenda il sempre fedele Aldo Rosso, l'uomo che lo segue da quando lui era direttore all'ospedale Sant'Anna. E dice: «Ho preso accordi direttamente con loro. Mi avrebbero dato 200 milioni per un appalto che era di 3 miliardi per due anni. Mi diedero un anticipo di 90 milioni. Ma questa è l'unica volta in cui ho trattato da solo certe questioni». E Cecilia Governale (titolare di una società che si occupa di produzioni web)? «Una volta venne da me a farmi gli auguri e mi chiese informazioni riguardanti la questione dei taxi. Mi scrisse su un foglio l'entità dell'appalto e quanto mi avrebbe dato come regalo». Eccolo il sistema. Mai una parola detta apertamente. Cifre e «regali» solo scritti su un foglietto, subito distrutto o fatto sparire. In una sola occasione Odasso non parla di regali. E' quando accenna a Giovanni Brasso (Trans Park Company e Pubbli Gest di cui, però, è titolare la moglie). «Mi ha fatto tre prestiti, nel 2000 e 2001, ma quelli del 2000 mi sembra di aver-gbeli restituiti. Per quanto riguarda l'importo del 2001 mi sembra fossero circa 30 milioni. Mi servivano soldi: avevo fatto dei lavori a casa, e poi ho tenuto pubbliche relazioni, tra Natale e Capodanno ho fatto regali ai miei superiori, amici e politici. Uno anche al presidente della Regione, Ghigo. In tutto avrò speso 70 mihoni». Regali fatti e ricevuti. Ambizioni politiche. In questa lunga deposizione c'è molto. Ma non tutto, sospettano i magistrati. «Prendevo quei soldi perché ero in rosso: avevo fatto dei lavori in casa e dovevo pagare» «Chiesi anche dei prestiti A Natale avevo comprato doni ad amici e politici per 70 milioni» Luigi Odasso, ex direttore generale delle Molinette

Luoghi citati: Asti, Nizza Monferrato, Roma, Torino