«la presenza Usa non serve pm» di Maurizio Molinari

«la presenza Usa non serve pm» «La presenza Usa non serve più» L'Arabia Saudita vuole chiudere le basi americane Maurizio Molinari corrispondente da NEW YORK L'Arabia Saudita vuole realizzare il desiderio di Osama bin Laden: cacciare le truppe americane dal suo territorio. Il regno wahabita ha fatto sapere all'Amministrazione Bush che aerei, depositi di armi e centri operativi «non sono più necessari». La notizia è stata rivelata dal «Washington Post», secondo il quale è il principe ereditario Abdallah a voler affrettare la partenza dei soldati Usa, giunti nel 1990 per difendere il regno durante la Guerra del Golfo contro l'Iraq di Saddam Hussein che aveva già invaso il Kuwait. A Riad re Fahd è morente e Abdallah, negli ultimi mesi, ha imposto a Washington prima di non adoperare la base di «Prince Sultan» per lanciare attacchi contro l'Iraq e poi di evitare ogni uso che avesse a che vedere con la guerra in Afghanistan. L'assenza di un formale trattato di difesa priva gli Usa di un forte strumento legale per opporsi al benservito. Nelle scorse settimane la Casa Bianca aveva mantenuto un basso profilo con Riad ma ieri ha risposto per le rime. «Il presidente Bush ritiene che gli accordi vigenti sulle basi vanno benissimo e non c'è motivo per mettervi mano», ha detto il portavoce Ari Fleischer. Il sottosegretario di Stato Lincoln Blòòmfield ha rincarato la dose: «La nostra presenza non serve solo a difendere i sauditi dal. terrorismo ma a garantire la stabilità della regione». L'allontanamento degli americani dall'Arabia Saudita è il motivo che guida dal 1992 la crociata terroristica scatenata da Osama bin Laden contro gli Stati Uniti. Il leader di Al Qaeda ritiene infatti «impura» la presenza di un «esercito di infedeli» nello stesso Paese che ospita le sacre moschee di Mecca e Medina. Negli ambienti del Pentagono si ritiene che Abdallah voglia accettare le richieste di Bin Laden per difendersi dalla minaccia del fondamentalismo, testimoniata dal fatto che ben 15 dei 19 kamikaze dell'I 1 settembre erano sauditi. «Se vogliono che ce ne andiamo lo faremo osservano fonti militari Usa ma i sauditi sanno bene che nel lóro Paese Al Qaeda ha radici profonde». Come dire: l'allontanamento delle truppe Usa indebolirebbe la monarchia a vantaggio di chi vuole rovesciarla. Il capo degli Stati Maggiori Congiunti, Richard Myers, la prossima settimana partirà per il Golfo ma non sono previste tappe saudite. Caccia ai kamikaze. Retate di terroristi in Europa e Asia a caccia dei cinque kamikaze di cui l'Fbi ha diffuso i volti. In Bosnia è stata smantellata ima cellula di Al Qaeda, i cui sei componenti (cinque algerini e uno yemenita) organizzavano un attentato contro l'ambasciata Usa a Sarajevo:'consegnati ai marines, verranno trasferiti nella base di Guantanamo a Cuba. Arrestati anche due membri di Al Qaeda a Leicester, in Gran Bretagna, tre nelle Filippine, cinque in Pakistan mentre tentavano di passare la frontiera afghana sotto i burqa. In Indonesia in manette'è finito un pakistano, che avrebbe aiutato il britannico Richard Reid a preparare il fallito attentato contro il volo dell'American Airlines Parigi-Miami. L'Fbi teme che Al Qaeda, per evadere i controlli anti-terrorismo, possa affidare nuove missioni suicide a «martiri» africani e asiatici. Tensioni Usa-Iran. L'inviato di Washington in Afghanistan, Zalmay Khalizad, ha chiamato in causa Teheran, accusandola di tentare di «destabilizzare» il nuovo governo temporaneo di Kabul infiltrando agenti nelle regioni di confine. Chiusa la vicenda del cittadino americano che si temeva fosse stato rapito: è stato ritrovato a Kabul e i militari Usa stanno appurando che cosa sia davvero accaduto. La sorte di Bin Laden. Il presidente pakistano, Pervez Musharraf, ha dichiarato alla «Cnn» che il leader di Al Qaeda potrebbe essere morto a causa dei suoi problemi renali, non riuscendo a sottoporsi a dialisi a causa della guerra. «Prima della guerra ordinò due macchine per dialisi. Se non è riuscito a usarle, potrebbe essere morto - ha detto -. E se non lo è, si trova da qualche parte in Afghanistan». «Se fosse morto, non mi dispiacerebbe» ha commentato Bush. Fronte somalo. Il signore della guerra Mohamméd Hussein Aidid, oppositore del governo di Mogadiscio, ha rivelato che alcuni comandanti di Al Qaeda sono entrati in Somalia la scorsa settimana, sbarcando nel porto di Habiyo. Si tratta del saudita Abdulrahman Khalid Zubeir, dello yemenita Abdellah al Mahdi e degli egiziani Abdelmejid e Zeit Abu Mussa. Hussein Aidid ha accusato il governo di transizione di Mogadiscio di consentire l'arrivo di Al Qaeda nel Paese, invocando un «intervento militare simile a quello in Afghanistan».