2002: il terribile inverno degli automobilisti di Renato Rizzo

2002: il terribile inverno degli automobilisti 2002: il terribile inverno degli automobilisti Dal Nord al Sud cronache di disagi e polemiche per maltempo e code Renato Rizzo MILANO L'auto diventa trappola, prima della tua rabbia, poi della tua paura. E di queste trappole in amiera ce ne sono a centinaia, a migliaia, in fila, vicine che ci si può quasi toccare mentre il freddo picchia forte, il riscaldamento ansima, le ore passano, il telefonino si scarica. Cronache di poveri viaggiatori prigionieri in autostrada. Storie del Sud e del Nord in quest'inverno di ghiaccio. Il blocco di un'ora, in condizioni di traffico normale, provoca da 15 a 18 chilometri di coda: 70 mila persone dentro gabbie con quattro inutih ruote, una città in ostaggio. Tenendo conto che le uscite spesso s'intasano e sono inutilizzabili, le moltiplicazioni del disastro le può fare chiunque. E, subito dopo, toccare ferro. «11 problema - spiega l'ing. Schintu dell'Aiscat - é che il nostro sistema autostradale ha avuto, negh ultimi 25 anni, un tasso di crescita pari alla struttura viaria del Ghana mentre le auto sono aumentate, in percentuale, più che negh Stati Uniti». Ma chi gestisce quest'intrico «di tubi così sotto pressione che se ne chiudi uno rischi di far scoppiare gli altri» chiamato rete autostrada- le itahana (5500 chilometri, tre milioni d'ingressi al giorno) non si sente colpevole di nessuna «carcerazione»: «Non ricordo una bufera di neve che ci abbia obbligati a chiudere - chiarisce Schintu - mentre ricordo parecchi guidatori criminali che, con il loro comportamento, hanno causato incidenti e bloccato il traffico». E il ghiaccio che rende insidioso l'asfalto per il quale, proprio ieri, altre tre persone sono morte e quattro rimaste ferite in uno scontro nei pressi di Reggio Emilia? La risposta comincia con un'affermazione che potrebbe apparire paradossale: «Il nostro meccanismo di manutenzione stradale è tra i più collaudati. Potremo insegnare agli svedesi come combattere il gelo». Igino Lai, responsabile operativo della socie¬ tà Autostrade, spiega che la prevenzione è affidata a una selva di sensori in grado di rilevare in ogni punto del gomitolo autostradale temperatura e umidità: «Ogni giorno i nostri mezzi si muovono per ripristinare normah condizioni dell'asfalto. In caso d'emergenza possiamo arrivare a mettere in strada una flotta di 350 macchine per riversare 70 mila tonnellate di salgemma e 15 mila di cloruri liquidi, 165 motopale, 50 trattori con turbo fresa, 1300 lame sgombraneve». Se è così perché può succedere che si rimanga intrappolati, come l'altra notte sulla RomaNapoli, su un asfalto di vetro? Di nuovo la colpa è delle auto, più spesso dei camion. «Gomme lisce, freni inefficienti, velocità eccessiva. A volte basta un sorpasso avventato per mandare in tilt il traffico: la neve continua a cadere, il cloruro di sodio non riesce più a scioglierla, si forma il ghiaccio, noi non riusciamo ad intervenire con gli spazzaneve perché la strada è intasata». Qualcuno dice che il sale liquido crei più problemi di quanti ne risolva. «No, anzi, in certi casi è la soluzione migliore». Andrea Garretta del Codacons va all'attacco: «Dichiarazioni pazzesche. Come dire: se tutto è tranquillo siamo i migliori del mondo. se ci sono problemi la colpa è degh automobilisti che hanno voluto viaggiare ugualmente. No, proprio non va». Per questo il Comitato difesa consumatori sta pensando ad azioni legali in caso di code e disagi «dovuti a carenze strutturali o di personale». Una lancia a favore delle autostrade la spezza la Protezione Civile: «Durante le recenti ondate di maltempo nel Sud i loro responsabih si sono comportati in modo impeccabile. Hanno addirittura prestato mezzi alle amministrazioni locali per liberare paesi e frazioni dalla neve». Ma la protesta è dura come il ghiaccio di certe strade. Ecco Pierre Orsoni di Telefono blu, boa alla quale s'ancorano le rivendicazioni di turisti e viaggiatori: «Se davvero i guai maggiori, in caso di maltempo, arrivano dai Tir, perché, lungo tratti particolarmente a rischio, non trasferire i containers su rotaia?». Poi ricorda d'aver vissuto «in prima persona certi flop favolosi nei soccorsi, con le auto che continuavano ad immettersi in autostrada nonostante il traffico fosse già unamarmellata mentre le informazioni del Cis arrivavano con regolare ritardo. Capisco che i pedaggi sono denaro sonante, ma, in certi casi, bisognerebbe sapervi rinunciare». La società Autostrade «Molte colpe sono di guidatori imprudenti» I consumatori ribattono «Strutture inadeguate» . ^^j^^^^^^^B '^^jn^^^^^^^B

Persone citate: Andrea Garretta, Igino Lai, Pierre Orsoni, Schintu

Luoghi citati: Cis, Ghana, Milano, Reggio Emilia, Stati Uniti