Il rivoluzionario Schwitters tra avanguardie e collages

Il rivoluzionario Schwitters tra avanguardie e collages MILANO Il rivoluzionario Schwitters tra avanguardie e collages Marco Rosei UNA mostra che ripropone all'inizio del nuovo secolo l'opera di Schwitters, una delle figure più straordinarie delle avanguardie storiche, mitizzata ma anche mistificata rispetto alle idee e forme reali della sua arte,non poteva trovare sede che a Milano, dove agli inizi degli anni '60 il pirotecnico Arturo Schwarz lo aveva proposto come riscoperta in piena esplosione di New Dada e Nouveau Réalisme. La controprova è offerta dal fatto che accanto al nucleo principale di 110 collages e sculture della Fondazione Schwitters e del Museo Sprengel di Hannover sono esposti 23 collages, di pari livello,di collezioni milanesi. Più, con una scelta sottile e giusta, un collage e frottage di Klee del 1923, C per Kurt Schwitters, del tutto giustificato per la consonanza fra le poetiche e le sensibilità di due artisti consciamente rivoluzionari in mezzo alle macerie della prima guerra mondiale, ma altrettanto consciamente persuasi che solo l'ordine dell'arte, il suo sogno e persino il gioco e l'ironia potevano utopicamente salvare il mondo. Negli anni '20 della sua personale rivoluzione Merz(il frammento dello stampato Kommerz und Privatbank, scelto per la sua consonanza con Schmerz, dolore, Scherz, scherzo, e Herz, cuore, incollato al centro del suo Merzbild, il primo assemblaggio del 1919 sequestrato dai nazisti al Museo Civico di Dresda e scomparso) egli dichiarava: «Mi sentivo libero e dovevo gridare il mio giubilo al mondo. Per parsimonia utilizzai quello che trovavo,perchè eravamo un paese impoverito. Si può gridare anche con i rifiuti di casa». Qui risiede l'equivoco fondamentale nel secondo dopoguerra, che mitizzò Schwitters come il vertice dell'antiarte e dell' anarchia del Dada tedesco e il profeta del'arte trash, spazzatura, quando all'inverso egli aveva ben chiara (e romantica) l'idea di dare ordine e forma d'arte alla spazzatura come simbolo innocente del mondo, donde la polemica contro di lui di Huelsenbeck, il capo dei dada ultra berlinesi. Ciò è evidente nel processo intemo nella mostra, dalle iniziali rotazioni eccentriche cubofuturiste dominate dall' assemblaggio Merzbild Trentuno del 1920 del Museo Sprengel ai ritmi astratti del collage Mz 601 del 1923, con al sommo il biglietto d'ingresso dell'esposizione parigina da Rosenberg di Le bon back di Manet. È una spia, altrettanto quanto alla fine, nel 1947, Senza titolo (con Madonna e angeli) di Botticelli agli Uffizi, frammentato come un Paoli- Al Pac i lavori dell'artista tedesco a torto considerato profeta del trash Ohne Title (Madonna) diKurtSchwitters Kurt Schwitters Milano, PAC Orario da martedì a domenica 9-19, giovedì 9,30-22 Fino al 27 gennaio.

Luoghi citati: Dresda, Hannover, Milano