Anche Al Fatah sconfessa la tregua di Arafat di Aldo Baquis

Anche Al Fatah sconfessa la tregua di Arafat Anche Al Fatah sconfessa la tregua di Arafat Dopo l'assassinb da parte degli 007 israeliani di un suo comandante Aldo Baquis TEL AVIV A un mese dal solenne appello di Yasser Arafat al cessate-il-fuoco, i militanti di Al Fatah hanno annunciato ieri di aver ripreso la lotta annata contro Israele. A spingerli verso questa decisione - che è stata subito accompagnata da una decina di attacchi armati in Cisgiordania in cui un soldato israeliano è rimasto ucciso e due sono stati feriti - è stata la morte di Raed al-Karmi, comandante locale di Tanzim e dei Martiri di al-Aqsa, due formazioni combattenti di al-Fatah legate a Marwan Barghuti. Ricercato da Israele da tempo e sfuggito per miracolo ad un attacco di elicotteri, al-Karmi è stato ucciso da un ordigno attivato (secondo i suoi compagni) da un aereo israeliano che sorvolava ieri a bassa quota la città cisgiordana di Tulkarem. Abdel Wahab Shehade, un esponente dei Martiri di al-Aqsa, ha riferito che mentre si trovava nel suo nascondiglio in una casa vicina al cimitero cittadino al-Karmi ha ricevuto una telefonata, in seguito alla quale è uscito allo scoperto. E' stata un'imprudenza fatale: pochi attimi dopo l'ordigno (nascosto in una automobile, o in un muro) è esploso. Per l'uomo non c'è stato scampo. Ma la sua morte è stato solo l'ultimo di una serie di episodi che in questi giorni hanno esacerbato gli animi nei Territori. Giovedì la demolizione di decine di case nel campo profughi di Rafah, presso Gaza, ieri nuove demolizioni dì case (prive delle necessarie licenze edilizie) a Gerusalemme Est, infine le percosse subite da decine di manovali palestinesi a Jaf fa da parte di agenti della Guardia di frontiera. Secondo i mezzi di comunicazione palestinesi, essendo privi di permessi di lavoro i manovali sono stati ammanettati, caricati su un autobus, costretti a cantare canzoni militari israeliane e infine percossi per oltre un'ora mentre l'automezzo raggiungeva a bassa velocità la città araba di Kfar Kassem, a pochi chilometri dalla Cisgiordania. Sottoposto a forti critiche intemazionali per la demolizione di case a Rafah, Israele ha ieri annunciato - per bocca del ministro degli Esteri Shimon Peres - che esse non si ripeteranno «dato che la loro utilità è inferiore ai danni che producono», in particolare all'immagine dello Stato ebraico. Ma il generale Doron Almog - che ha guidato l'operazione di distruzione - ha ieri accusato i palestinesi di aver sfruttato l'episodio per fini propagandistici. «In tutto abbiamo demolito 22 case, ed erano tutte vuote», ha ribadito, smentendo le informazioni divulgate da varie agenzie umanitarie. Se necessario, il generale proseguirà questo tipo di operazioni perché - ha spiegato proprio a Rafah si combatte una strenua battagha, di importanza strategica, «contro l'industria palestinese del contrabbando di armi diretta dal leader locale di Tanzim, Jamal Abu Samhadana». Per individuare i tunnel.scavati di continuo sotto le dune di Rafah (fra la striscia di Gaza e il territorio egiziano) gli ufficiali di Almog studiano foto aeree e rilevano i cambiamenti di colore nel terreno. Malgrado gli sforzi profusi da una sua imita specializzata, in ogni momento i palestinesi dispongono di 15-20 tunnel. Ogni orcanizzazione - Al Fatah, Hamas, Jihad islamica noleggia un tunnel per soddisfare le particolari esigenze. Il tentativo dei palestinesi di trafugare armi iraniane - hanno aggiunto ieri fonti militari israeliane, riferendosi alla recente cattura della nave Karine A - è particolarmente allannante. Non solo per motivi militari (i razzi katyusha avrebbero potuto colpire dalla Cisgiordania il centro di Israele) ma anche perché da tempo l'Iran «cerca di gettare una testa di ponte a Gaza, inizialmente magari creando centri sociali o ospedali. Di fronte all'allarmismo israeliano, i palestinesi hanno reagito prima con secche smentite e poi con l'ironia. «Gli israeliani - ha rilevato Tayeb Abdel Rahim, segretario del governo palestinese - sono come dei prestigiatori, che ogni giomo estraggono dal loro cappello una nuova sorprendente accusa. Di questo passo - ha detto a Voce della Palestina - non ci dovremo stupire troppo se domani diranno che Osama Bin Laden vive nel campo profughi di Sajaya (Gaza) o che il suo compagno Abu Hafez al-Mauriatni abita in un appartamento di Nablus». L'uomo è stato dilaniato da una bomba attivata a distanza. Immediata la rappresaglia: ucciso un soldato, due feriti Demolite altre case arabe a Gerusalemme Peres assicura: non lo faremo più. I militari lo smentiscono Palestinesi tra le macerie delle loro case demolite Ieri dalle ruspe israeliane a Gerusalemme Est