Un libro, una sfida

Un libro, una sfida Un libro, una sfida QUESTO progetto era nato prima di «Pane e tulipani». Ho letto il libro di Agota Kristof dopo l'uscita nelle sale.de «Le acrobate» insieme a Doriana e abbiamo deciso che quello sarebbe stato il film successivo. Poi, mentre si avvicinava il momento di lavorarci, sentivo in maniera crescente che qualcosa mi impediva di proseguire: la pesantezza di una coproduzione intemazionale con riprese all'estero, attori stranieri... non avevo tanta voglia di aspettare troppo, ma soprattutto sentivo l'esigenza di buttarmi in qualcosa di più leggero, giocoso, di giocare con il cinema e fare uscire una parte di me ancora inesplorata. Così abbiamo pensato a un film più agile, con cui spostarsi su un territorio nuovo, quello della commedia, in cui pensavo di potermi trovare a mio agio, ma che era soprattutto una nuova sfida. Ne è nato «Pane e tulipani», «leggero» nel progetto ma in realtà il film più costoso fra quelli che avevo reahzzato fino ad allora e di gran lunga quello che ha avuto più successo. Subito dopo l'uscita di «Pane e tulipani», ero proprio contento di méttermi al lavoro su qualcosa di diverso, non avevo voglia di un'altra commedia. Ogni volta che penso a un film da reahzzare mi piace muovermi verso territori narrativi che non conosco, spingermi in nuove direzioni. Deve esserci una sfida, qualcosa da scoprire. Di costante, per forza di cose c'è già il mio modo di fare cinema, di riflettere sulla realtà, di dirigere gli attori, di guardare, di inquadrare. Ed è stata una gran fortuna, dopo un film accolto con tanto successo, di avere già un nuovo progetto avviato - e del tutto differente. «Pane e tulipani» era uscito nel marzo 2000 e a luglio già esisteva la sceneggiatura di «Brucio nel vento», una cosa mai successa. Infatti per una volta non ho realizzato cortometraggi o documentari tra un film e l'altro, come invece mi era sempre capitato di fare. E' la prima volta che rimango colpito dalla lettura di un libro al punto da volerlo tradurre in immagini. Avevo già incontrato sulla mia strada libri interessanti, che in qualche modo mi hanno anche «segnato», influenzato, ma quando ho letto il libro della Kristof - quando Doriana mi ha fatto leggere il libro, che lei aveva già letto - ho provato subito una forte attrazione per la possibilità di raccontarlo a mio modo, attraverso delle immagini mie. Credo che fondamentalmente questa attrazione sia nata dallo splendido stile di scrittura di Agota Kristof e dalla figura del protagonista del racconto, Tobias, dalla forza e dal fascino che lo caratterizzano. E' chiaro che nel romanzo ci sono anche altri elementi e temi importanti, ma non mi interessa tanto andare ad analizzare, a capire. Credo che dopo la scelta di un libro e della storia che vi è contenuta, l'intervento che tocca a chi ne realizza un film sia quello di «tradurre», portandole alla luce, le emozioni vissute durante la lettura. E credo che tutto questo debba avvenire non tanto come risultato di un'analisi, ma come risultato di un innamoramento: solo così può sfociare in qualcosa di interessante. ' Silvio Soldini

Persone citate: Agota Kristof, Kristof, Silvio Soldini