Il mondo dice addio ad Antonio, l'uomo che ingannò il tempo

Il mondo dice addio ad Antonio, l'uomo che ingannò il tempo Il mondo dice addio ad Antonio, l'uomo che ingannò il tempo Scompare il «nonno» più vecchio del pianeta, avrebbe compiuto 113 anni il 22 gennaio. Si è spento in un paesino sardo dove l'età media è molto elevata Corrado Grandesso NUORO Il pastore, la cui vita si è snodata attraverso tre secoli, se ne è andato l'altra notte, alla vigilia del compleanno numero 113: l'avrebbe festeggiato il 22 gennaio. Antonio Todde era l'uomo più vecchio del mondo. Si è spento giovedì notte nel suo letto, a Tiana, paesino da presepe, 582 abitanti, in provincia di Nuoro, alle falde del Gennargentu. Attorno aveva tanti parenti. Erano le 21,15, l'ora in cui solitamente andava a dormire. Forse si è reso conto di essere arrivato alla fine della lunga corsa, ma non ha dato l'impressione di soffrire. «E stato un fatto improvviso. Pensavo che avrebbe potuto essergli fatale un raffreddore. Invece è accaduto tutto in fretta», racconta la maggiore dei quattro fìgh di Tziu Antoni, Laura, 80 anni. «Mercoledì - ha ricordato ieri la donna - stava benissimo. Ha mangiato regolarmente la pastina a pranzo, il caffellatte e im biscotto a merendap~Jl-.8«molino a cena. E non voleva saperne di andare a letto all'ora stabilita. «"E' ancora troppo presto, fatemi stare ancora con voi", ha implorato». Ventiquattr' ore più tardi il quadro è mutato. «Babbo ha fatto colazione come sempre, ma mi è sembrato un po' giù. La pressione - prosegue Laura Todde - era normale per uno della sua età, 90/60, ma ho chiamato ugualmente il medico. La dottoressa si è accorta che la ghcemia oscillava senza motivo da valori massimi a minimi. Papà comunque era tranquillo. Teneva gh occhi chiusi. Quando li ha aperti ha visto che eravamo in tanti attorno a lui, figli, nipoti; s'è preoccupato, forse ha capito. Ma non credo abbia sofferto. Certo conclude la signora - non credevo che sarebbe accaduto tutto così rapidamente, anche se mi rendevo conto che all'età di babbo bastava un soffio perché tutto finisse». Non c'erano stato segni premonitori della morte del pastore sardo, che il Guinness dei primati aveva ufficialmente incoronato un anno fa patriarca del mondo nel corso di un convegno a Rostok, in Germania. C'era anzi aria di festa a Tiana per l'imminente appuntamento con le 113 candeline, visto che il penultimo giorno del 2001 Tziu Antoni si era dimostrato in grande forma. Aveva molto gradito la visita dei componenti di un coro alpino del Comasco, aveva chiacchierato con loro, non si era adombrato, come avveniva di solito, per essere considerato una sorta di fenomeno, aveva anche bevuto due dita di vino bianco. Una doppia trasgressione, quest'ultima, perché da qualche tempo era stato costretto a rinunciare all'alcol e perché finché aveva potuto si era concesso preferibilmente il rosso, un bicchiere al giorno cui attribuiva grandi meriti per la sua longevità, assieme a ima dieta a base di carne arrosto o lessa (non solo bovina ma anche di maiale, di agnello e di pecora), pasta, minestre e verdure. «E poi - chiariva - bisogna lavorare bene e tanto, non avere vizi» Nato il 22 gennaio del 1889, Antonio Todde aveva nove anni quando vide la prima auto: per la paura scappò a gambe levate. Sui banchi di scuola stette seduto solo per un anno, poi seguì il padre dietro il gregge, servo pastore quando era ancora un bambi¬ no. La Prima guerra mondiale lo strappò alla campagna: Carso, Piave, Gaporetto, dove venne centrato da un proiettile. La notizia dell'armistizio lo raggiunse mentre viaggiava in treno diretto a Padova, pronto a tornare sui campi di battaglia. Dopo il ritomo a Tiana, sposa, nel '20, Mariantonia Madeddu, che gli darà cinque figli. Lavora duro, dodici ore divise tra campi e pecore. E quando scoppia la seconda guerra mondiale è un pastore benestante, quasi cinquantenne. Troppo vecchio per imbracciare il fucile. Cattolico praticante (il ve¬ nerdì santo non ha mangiato altro che pane e acqua), non ha mai fumato lina sigaretta. Fino a 106' anni è andato a messa tutte le domeniche e le feste comandate, a 104 aveva smesso di frequentare i bar: «Si infastidiva perché tutti gli chiedevano di svelare il segreto del suo elisir di lunga vita», racconta la figlia Laura. Due decenni prima si era messo di malavoglia in pensione, limitandosi a raccogliere castagne e a potare le viti. Da undici anni era vedovo. Sino alla fine ha capito perfettamente quanto gli veniva detto, ma rispondeva solo se ne aveva voglia. Ancora nel 1999 sbucciava le mele con il coltello a serramanico, fedele compagno delle giornate trascorse dietro il gregge o nella vigna. Aveva le sue fissazioni: non concepiva l'aereo come un mezzo di trasporto e allo sbarco dell'uomo sulla luna non credeva proprio. Antonio Todde è nato e invecchiato in un'area che produce vegliardi: a Orroli, centro sempre in provincia di Nuoro, vive Giovanni Frau, che ha appena compiuto 111 anni e che pare occupi il terzo posto nella lista degli uomini più anziani al mondo. Il suo elisir di lunga vita «Un bicchiere e mezzo di vino al giorno dieta mediterranea e rispetto del prossimo» Ha vissuto in tre secoli Lascia il primo posto nel «Guinness» ad un altro vecchietto sardo di 111 anni Is. Csorera Antonio Todde festeggiato nel giorno del suo centododiceslmo compleanno

Persone citate: Antonio Todde, Corrado Grandesso, Giovanni Frau, Laura Todde, Madeddu

Luoghi citati: Carso, Germania, Nuoro, Orroli, Padova, Tiana