Una telefonata per scongiurare la crisi

Una telefonata per scongiurare la crisi NELLA GIORNATA ANCHE IL «giALLO» DI UNA LETTER PREMIER, POI DEFINITIVAMENTE SMENTITA Una telefonata per scongiurare la crisi Lungo colloquio Berlusconi-Ruggiero, stop alle voci di dimissioni retroscena Fabio Mattini ROMA DI buona mattina, nella sua villa in Costa Smeralda, Silvio Berlusconi ha letto d'un fiato l'intervista di Renato Ruggiero e si è fatto subito un'idea: stavolta tutto è possibile, persino che il ministro degh Esteri voglia lasciare il governo. E per un'ora, seccato come era, Berlusconi ha confidato al suo entourage più stretto di essere pronto a fronteggiare qualsiasi ipotesi. Certo, per U presidènte del Consiglio la cosa migliore era «chiudere positivamente il caso» e infatti da quel momento una «striscia» ininterrotta di telefonate ha cercato di fluidificare una vicenda che, di ora in ora, stava diventando sempre più seria. Nel terzo giorno del 2002 il caso-Ruggiero è stato lì lì per precipitare, aprendo una bruciante crisi nel governo. E non è stato semplice svelenire l'atmosfera, tanto più che all'ora di pranzo si è diffusa una voce clamorosa, secondo la quale il ministro degh Esteri aveva scritto una lettera Ultimativa al presidente del Consiglio: - o si stabilisce un'unica politica estera o me ne vado. Poi, la lettera è stata smentita, con la consueta sapienza dissuasiva sì è mosso a tutto campo Gianni Letta e persino l'altero ministro Giulio Tremonti si è prodotto in un gesto gentile: ha spedito a Ruggiero un bighettino di auguri («Con viva cordialità e auguri»), a cui erano allegate due interviste, una a Valéry Gispard d'Estaing e una a Jacques Delors, così chiosate: «Esempio di una possibile dialettica costruttiva». E così, quando le luci del giorno cominciavano a calare sia in Sardegna che in Val Gardena dove si trova il ministro Ruggiero - i due protagonisti della vicenda si sono potuti parlare per telefono. Tra Berlusconi ,e Ruggiero ima chiacchierata non brevissima, durante la quale il ministro ha «apprezzato» come segnale di «disponibilità» la nota diffusa poco prima dal portavoce di Palazzo Chigi Paolo Bonaiuti e ha cancellato ogni dubbio sulla sua volontà di dimettersi. E a fine giornata Ruggiero si è compiaciuto del risultato che ritiene di aver raggiunto: l'impegno di Berlusconi circa «la continuità della politica estera italiana», che è il passaggio-clou del comunicato di Bonaiuti. Una «continuità» per nulla scontata dopo tutto quello che è accaduto in questi mesi, soprattutto alla luce deUe esternazioni di ministri di primo piano come Giulio Tremonti, Antonio Martino e lo stesso Umberto Bossi. E proprio per tentare di trovare una sintesi tra due linee così diverse. Palazzo Chigi e Farnesina avevano ipotizzato di riunire la prossima settimana un verti- ce sulla politica europea con Tremonti, Bossi e Buttiglione, ma poi in serata si è trovato un accordo diverso: lunedì o martedì il presidente del Consiglio e il ministro degh Esteri si incontreranno a Palazzo Chigi, un vis-àvis durante il quale i due affronteranno ad uno ad uno tutti i principali dossier di politica este¬ ra dei prossimi mesi. Per il senso di responsabilità dei protagonisti si è chiusa una vicenda che avrebbe potuto esporre l'Italia a un caso intemazionale, ma è presto per capire se la diatriba sia sanata definitivamente. Silvio Berlusconi - dopo aver personalmente risolto un caso complicato come quello del vertice a tre indetto e poi cancellato da Blair - è sempre più convinto di essere in grado di giocare in prima persona sullo scenario intemazionale per «affermare il protagonismo dell'Italia». E non è certo un caso che, nella nota diffusa ieri pomeriggio da Palazzo Chigi, sia detto esplicitamente che «Berlusconi è il garante dell'unità di indirizzo politico del governo». Da parte sua il ministro Ruggiero ritiene irrinunciabile un approccio europeista da parte dell'Italia, trovando in questo comprensione al Quirinale. In questi mesi il ministro ha tenuto ferma la barra con particolare tenacia: Io ha fatto pubblicamente, ma anche per via privata e formale, come gli suggerisce la sua formazione che è politico-diplomatica, tanto è vero che Ruggiero ha precisato la sua posizione su diverse questioni con una serie di lettere inviate al presidente del Consiglio. E proprio attorno a ima presunta lettera scritta da Ruggiero a Berlusconi proprio ieri si era aperto un piccolo giallo che per qualche ora aveva vieppiù avvelenato il clima. Secondo l'agenzia Ap-Biscom il 31 dicembre il ministro Ruggiero avrebbe scrit- to una lettera al presidente del Consiglio con la quale chiedeva un chiarimento definitivo sulla politica estera, soprattutto dopo l'ultima intervista rilasciata a La Stampa dal ministro Giulio Tremonti. In mancanza di quel chiarimento, sempre secondo l'agenzia, il ministro avrebbe fatto capire di essere pronto a lasciare il campo. Afine giornata l'esistenza di quella lettera è stata smentita sia da Palazzo Chigi che dalla Farnesina, ma quest'ultima ha ricordato che . nel breve volgere di sette mesi il ministro degh Esteri ha spedito diverse lettere al presidente del Consiglio. E su questioni delicate. Sima questione deUe rogatorie intemazionali; sul caso-Arlacchi; sulla decisione del governo di bloccare la nomina di tre giudici italiani all'Olaf, l'ufficio europeo anti-frodi; sull'ipotesi che Berlusconi nominasse come proprio consulente diplomatico l'ex ministro degh Esteri Gianni De Michelis. Per non parlare della più bruciante diatriba, quella che ha interessato l'Airbus A400M. Un protagonismo, quello di Ruggiero, che lo ha reso popolare é apprezzato; proprio ieri è stato diffusa l'ultima rilevazione della Ginn per L'Espresso sulla fiducia degh italiani verso 1 ministri del governo Berlusconi; al primo posto c'è proprio Renato Ruggiero, che passando dal 5^ di fiducia di ottobre'al BB"**) di dicembre è l'unico ministro che progredisce, mentre tutti gli altri vanno indietro. All'inizio della settimana il presidente del Consiglio e il responsabile della Farnesina si incontreranno per affrontare tutti itemi della politica internazionale ^ i ^^ Si è parlato persino di una dura missiva dai toni ultimativi poi il clima si è rasserenato Il ministro «apprezza» come segnale di «disponibilità» la nota diffusa dal portavoce Paolo Bonaiuti Il portavoce del premier, Paolo Bonaiuti

Luoghi citati: Italia, Roma, Sardegna