Chirac: un successo di Parigi e Berlino

Chirac: un successo di Parigi e Berlino LA FRANCIA SUPERA IL TEST DECISIVO DEL «CHANGEOVER» DOPO LA GRANDE CORSA Ai MINiKiT Chirac: un successo di Parigi e Berlino Tutti in coda per il cambio senza nessun rimpianto per il franco corrispondente da PARIGI JacquesChirac non si lascia scappare la storica occasione dell'euro per celebrare l'Europa a modo suo e con un colpo di telefono al cancelliere Gerhard Schroeder dice che il successo della moneta unica è soprattutto il successo dell'asse franco-tedesco: onore, alla memoria, a Frangois Mitterrand e, dal vivo, a Helmut Kohl. Un po' meno onore all'entità Europa (e ai suoi numerosi altri abitanti) che nel giorno più simbolico si ritrova strattonata dall'Eliseo in campagna elettorale. Ma l'euro - avverte dalla tv il governatore della banca di Francia Jean-Claude Trichet che corre alla poltrona di Duisemberg - avrà una tale forza e innescherà una tale rivoluzione da far giustizia di chi lamenta che si e fatta la moneta senza aver prima fatto l'Europa. E nessuna nostalgia per il franco. «Euro-impazienti», come aveva detto il presidente dei francesi il giorno in cui furono distribuiti e bruciati in poche ore i primi kit di euro-monete? «Euro-pazientissimi» apparivano invece nel primo pomeriggio del 2002 lungo gli Champs Elysées ancora segnati dalla notte di festa i francesi che si mescolavano ai turisti a pestare cocci di bottiglie e a far la coda. Ovunque: ai bancomat, ai cambi, in farmacia, nei chioschi dei giornali, nelle due panetterie aperte sul viale più famoso e illuminato del mondo. Tutti avevano i loro euro: i clienti, le cassiere, gli sportelli automatici delle banche. Tutti facevano un po' fatica. Tutti se la sono cavata. Solo alla brasserie George V, verso le 4 del pomeriggio, hanno alzato bandiera bianca: «abbiamo finito le monete in euro e per i resti dobbiamo usare franchi: ci scusiamo con i clienti». Ma a quell'ora la signora Sandrine Le Monnier del bureau di cambio dell'Office de tourisme che sta a pochi metri dalla piazza dell'Etoile poteva azzardare un bilancio della giornata: «E' andata benissimo, non c'è stato un solo problema. Tutti hanno preso gli euro, compresi gli inglesi e gli americani». La lavagna del bureau della signora Sandnne non porta nemmeno più il segno dei franchi: un euro uguale 0,948 dollari all'acquisto e 0,853 dollari alla vendita. Nemmeno «Chez Clément» (piatto del giorno, un menu ungherese a 25,92 euro) hanno avuto problemi, ci dice Fabienne, la cas- siera, «ma qui pagano tutti con la carta dei credito». La coda più lunga al chiosco dell'angolo con George V, dove la bionda giomalaia a un certo punto grida: «Pazienza, arriviamo». Ma lo dice ridendo e nessuno se la prende. Un ragazzo ha il suo quotidiano arabo in carta verde chiaro: ho pagato con una moneta da dieci franchi (3 mila lire), ho avuto dieci centesimi di euro di resto ( 193 lire). La dottoressa Chang della famacia cinese ci ha dato 60 centesimi (mille e 161 lire) come resto di trenta franchi (9 mila lire) per un dentifricio. Coda al cinema Ugs per «Le peuple migrateur», ma l'euro non c'entrava. Coda ancora più lunga al cinema Gaumont per il Signore degli anelli, ma anche qui nessun problema con l'euro (il biglietto costa 8,50). Dal pasticcere Laduree la coda arriva fin sul marciapiedi, ma qui capita ogni domenica e spintonando un po' arriviamo a vedere la gente che paga in euro e si mette in tasca altri euro. Ogni guichet di bancomat (una ventma m questo tratto di Champs Elysées) è affollato: si va a coppie, talvolta a famiglie. C'è chi tocca i tasti, chi estrae le banconote, chi le alza controluce e tutti che. guardano. E' un rito, una festa, una curiosità, una gran rottura per la cassiera del gelataio Ha'gen-Dazs cui va il premio per la franchezza per il seguente cartello: «Semplificatevi l'euro: pagate con la carta di credito». Da «Pizza Pino», invece non hanno problemi: una «Marguerite» costa 18,29 e alla cassa hanno tutti i centesimi di euro necessari per dare il resto. «Génial», cosi' ha detto Lionel Jospin che ieri mattina è andato a fare la spesa per le strade del 18" arrondissement dove il sindaco è socialista, una bella signora, Annick Lepetit alla quale il primo ministro ha regalato un mazzo di fiori rossi (76,22 euro l'addition comprendente anche i fiori per la moglie) e dichiarato «fierezza» per le nuova moneta. A sera, sulla Senna il pont Neuf , davanti al Louvre, s'è di nuovo colorato di blu, illuinato da proiettori che disegnavano sulle fiancate il simbolo dell'euro: la festa finisce oggi, quando si riaprirà con lo sciopero dei bancari, confermato nonostante gli appelli del governo: all'euro non si fanno sconti. Sugli Champst lysées i negozi erano forniti di nuove valute. Anche i turisti americani e inglesi viaggiavano muniti di banconote fresche All'Office de tourisme grande soddisfazione: «E andata benissimo non c'è stato un solo problema» Molti però hanno usato le carte di credito Due giovani festeggiano II nuovo anno sui Campi Elisi a Parigi

Persone citate: Annick Lepetit, Chirac, Claude Trichet, Gaumont, Gerhard Schroeder, Helmut Kohl, Lionel Jospin, Monnier, Pizza Pino

Luoghi citati: Berlino, Europa, Francia, Frangois Mitterrand, Parigi