Storie di neve e di ghiaccio sotto l'Albero aspettando che arrivino le O impiadi

Storie di neve e di ghiaccio sotto l'Albero aspettando che arrivino le O impiadi Storie di neve e di ghiaccio sotto l'Albero aspettando che arrivino le O impiadi QUESTA volta si parla di una cosa proibitissima. Si parla del cuore. Di un cuore solo all'apparenza «scoperto» e invece schivo, insieme audace e timoroso. E pazienza se questo cuore si rivela appieno in un libro ufficiale, patinato, illustrato, genere di solito bello e gelido (nel caso, poi..): il libro che, in edizione speciale, sarà il dono della Città di Torino a tutti quelli che «contano» dal 10 febbraio prossimo, ovvero le Storie fiabesche di neve e di ghiaccio dei Giochi olimpici invernali (splendido nella realizzazione di Allemandi, editore di rango come sempre, che ne ha fatto anche una ampia tiratura per le librerie). E pazienza se l'autore, Giampaolo Ormezzano, è un amico. Vogliamo rendere omaggio a questo amico. Perché è qualcosa di inedito, e non va taciuta, l'onda di tenerezza e di passione che prende, anche chi è indifferente o critico verso lo sport specie quello di oggi, leggendo avventure, trionfi, dolori, tragedie di un mannello di grandi campioni (da Zeno Colò a Gros, a Tomba, alla Compagnoni, alle due amiche nemiche Belmondo-Di Centa) delle 22 edizioni dei Giochi seguite, scritte, sofferte dall'autore che va anche indietro nel tempo (Sonia Henje e tanti altri, senza un burocratico ordine cronologico). In un'epoca ricca di «favole» (fole, ecc) ma povera, poverissima di «fiabe» secondo la distinzione ormezzaniana, Ormezzano è riuscito (con pochissima furbizia) in una sorta di continua e incantevole ricerca della semplicità (del cuore appunto) a trovare, nella cronaca-storia, senza eliminarne le durezze, talvolta le perfìdie, il passaggio, come Alice, per entrare dentro la «fiaba» di ciascuna di queste vite eccezionali, un tappeto volante sul quale per una volta ci è dato di salire. Libro che, per ora, è una delle cose più belle di questo Natale delle Olimpiadi. Altri Natali: i cattivi «H tacchino va bene per il Natale/ma il Natale non va bene per il tacchino», ilarotragica tautologia di Achille Campanile più volte ricordato nel libriccino della Bar tra i quasi duecento autori di Pensieri di Natale raccolti da Luigi La Rosa: in buona parte pensieri «contro». «Cattivissimi racconti di Natale» sono quelli di Black Christmas a cura di Antonio Barocci per l'editrice Zona (diritti d'autore devoluti alla Onlus «In missione con noi») con Vittorio Bongiomo, Matteo Bortolotti, Franco Foschi e Paola Urbinati Gonzales: un'antologia noir con rifacimenti di celebri fiabe (La piccola fiammiferaia. Cappuccetto rosso e altre) «pensata come un'azione culturale». Crudeli naturalmente (ben diverse da quelle di Ormezzano) le Fiabe con la F maiuscola scelte da Riccardo Reim per Armando Editore con ottime illustrazioni: bei testi quasi sconosciuti e firmati da diciatto grandi autori, da Capuana a Slataper a Moravia. Quanto a Babbo Natale, l'omino tutto bianco e rosso è stato sufficientemente smascherato da Nicola Lagioia per Fazi. Un po' di suspense con il gialletto di Mary Higgins Clark per la Sperling II ladro di Natale; dispettosa quanto basta restando poi sempre la Fuga dal Natale di Gnsham, ora negli Oscar. Senza dimenticare il film. I (quasi) buoni Lo sono senz'altro i Natali di Interlinea anche se, trattandosi sempre di opere o operine anche qui di scrittori o poeti di prima fila, lo sgomento, la malinconia, le ansie non mancano: vedasi II segreto di Natale (a cura di Marina Veggi), spuntato chissà da dove, della e oina del romanzo Anni 40, Nobel 1938, e ora quasi dimenticata Pearl S. Buck: ma la storia è attualissima, un incontro Oriente-Occidente nell'avventura di una famigliola del Vermont che adotta una bimba asiatica scoprendo del pari un «indicibile» segreto sulla sua paternità. Vedasi poi uno dei consueti e molto elepanti abbinamenti di questo editore, cioè La Natività di Durer accompagnata dai versi di Lope de Vega nella traduzione di Patrizia Spinato Bruschi. Sorridi a Natale è l'invito, finalmente lieto, che ci arriva dalle «più belle vignette» di Clericetti con la poesia dei suoi cieli bui solcati da stelle, piccoli angeli e noi ometti che dalla Terra guardiamo in su cercan¬ do qualche illusione. Ma più importante, nella minuscola collana di Interlinea, la ormai classica «Nativitas», è il collage di poesie, lettere, pagine di diario e inediti di Clemente Rebora: Il tuo Natale con le incisioni di Mauro Maulini, è un libro di meditazioni, livre de chevet per eccellenza, un vero compagno per questi giorni. Dove, si abbia il privilegio della fede oppure no, ciascuno potrà trovare «un segno che scaldi - e sconvolga - la notte oscura dell'esistenza». Edificante, ovviamente. La vita di Giovanni Paolo II a fumetti edita dalla Piemme (non solo sulle rockstar come si vede punta il nuovo trend della grafie novel: ma Papa Wojtyla doveva davvero assogettarsi anche a questo modaiolo passaggio?). Natale di teatro e di rabbia Tra i molti, è d'obbhgo citare e consigliare il dramma di Peter Turrini, uno degli scrittori più rilevanti e meno conosciuti in Italia (anche se è un oriundo) della letteratura austriaca sullo scorcio del secolo passato, come scrive Michele Cometa nella postfazione a Giuseppe e Maria edito dalla nuova editrice: duepunti. Carinziano nato nel 1944, Turrini ben si accompagna a Bernhard, ad Handke, alla Jelinek nella critica feroce al suo Paese, nel senso di fallimento della storia «tappa intermedia verso il fallimento metafisico». In un grande magazzino, la notte di Natale. Tra Giuseppe, ausiliario di un istituto di sorveglianza e Maria, donna delle pulizie senza posto fisso nasce un'intensa storia d'amore e di solidarietà umana. Turrini ha scelto la vigilia di Natale del 1991. «La mattina di quel 25 dicembre Gorbaciov si dimétte dalla presidenza dell'Urss. In quella notte forse qualcosa è nato davvero...». Fallimento, ma con barlumi di speranza. Oltre i Giochi, gli efferati «Black Christmas», un segreto di Pearl S. Buck, le vignette di Clericetti, le meditazioni di Rebora Gustavo Thoeni e Pierino Gros in una foto del libro Allemandi dedicato ai Giochi Olimpici d'inverno

Luoghi citati: Babbo Natale, Italia, Torino, Urss, Vermont