Alle corde il socio svizzero di Fiorani

Alle corde il socio svizzero di Fiorani L'INCHrESTA MILANESE SI LAVORA SUI RAPPORTI TRA IL MANAGER DELLA BPI E L'EX AMMINISTRATORE DELEGATO DI UNIPOL Alle corde il socio svizzero di Fiorani Conti sei ore sotto torchio sui duecento milioni scomparsi dalla Banca Popolare Italiana MILANO L'ultimo interrogatorio, prima della pausa dì fine anno, è pei" Fabio Massimo Conti, l'uomo che, secondo gh inquirenti dell'inchiesta Antonveneta, insieme al latitante Paolo Marmont, avrebbe aiutato Fiorani a nascondere all'estero il capitale illecitamente costituito in Bpi: ì famosi 200 milioni di euro scomparsi. Alle 14 i pm Greco e Fusco varcano la soglia di San Vittore per uscirne questa volta dopo 6 ore. Consigliere dì Bpl Suìsse e in diverse società del gruppo bancario lodìgiano, il ruolo di Conti (insieme a Marmont) sarebbe stato quello dì predisporre e gestire società e rapporti bancari per «l'associazione a delinquere» capeggiata dall'ex amministratore della Bpi. In particolare mettendo a disposizione ben 10 società offshore: Yol Trading Corporation, Zachs Engeneering corp, Marina Invest sa, Cellek Financial Services Ine, Hinton Research Sa* Canterbury Global Sa, Borgo Nobile sa, Victoria S- Eagle, tutte fiduciarie riconducibili alla Compagnia Nazionale Fiduciaria e all'Unione Fiduciaria di Milano. Strutture ora anche sotto l'esame dei magistrati svizzeri che indagano per riciclaggio e che, secondo il gip Forleo, sarebbero state utilizzate «per depositare ì proventi delle attività illecite» e per «schermare la riconducibilità all'associazione delle società immobiliari/finanziarie ìtahane capitalizzate e/o finan- ziate con proventi generati da illecite attività». Inoltre sia Conti che Marmont sono accusati dì aver gestito i conti esteri nella Banca dì Lugano riferibili a Fiorani, Spinelli e Boni, tra ì quah il conto Taigum e i conti Brunner 1 e 2 alimentati in particolare con le operazioni per l'acquisizione della banca Adams, avvenuta in tre fasi (dal 1998 al 2003) e che avrebbe fruttato a Fiorani, attraverso un'enorme lievitazione del prezzo unitario delle azioni, solo per la prima tranche almeno 10 milioni dì euro. Insieme a loro avrebbe agito un legale, l'avvocato Francesco Ghioldi (indagato a piede libero), quale procuratore di diverse società off shore. Armati dei lunghi verbali resi a proposito sia da Fiorani che da Boni l'altro pomeriggio, gh inquirenti hanno voluto sapere soprattutto la firn- zionalità dei conti luganesi presso la Bdl e la Pkb, dai quale sarebbero usciti soldi anche per il finanziamento dì vari personaggi. Grazie a loro, secondo lo stesso Fiorani, decine di milioni di euro avrebbero preso il volo per i paradisi fiscali dì Jersey e di Singapore «per farmi vìvere più tranquillo». Un sogno infranto, come hanno dimostrato poi i fatti dell'ultimo mese. E mentre gh indagati si apprestano dunque a passare l'ultimo dell'anno in carcere, gh investigatori decidono di approfondire i rapporti tra Fiorani e Consorte e tra quest'ultimo e Vittorio Casale, rimmobiliarista che, come riferito dalla Stampa due giorni fa, in un'intercettazione del maggio scorso con l'ex numero uno dì Unipol, suggeriva la creazione dì «una scatola lussemburghese», dove depositare alcune azioni Bnl da far acquistare a un imprenditore dell'acciaio. "Scatola", ovvero società offshore, che venne puntualmente trovata «tramite quelli là, che ne hanno centomila...... Casale tra l'altro, titolare della società Operae e diventato noto per essere stato uno degli importatori del "Bingo" in Italia, rilevò il 16 febbraio scorso una quota pari al 2 per cento dì Fingruppo, società di Gnuttì nonché principale azionista (con una partecipazione di circa il 320Zo) dì Hopa. A vendere a Casale questa quota fu la Bpl di Fiorani, che a sua volta l'aveva acquistata da Gp finanziaria, altra società di Gnutti, non meno di un mese prima, il 20 gennaio. Niente dì irregolare, tanto che Casale non risulta indagato, anche se ì tempi della cessione sono per gh inquirenti «curiosi». E anche se ancora una volta si riaffacciassero sulla scena gh stessi personaggi inquisiti. C'è poi da rilevare che nel 2004 Unipol aveva ceduto ad un fondo americano rappresentato in Italia da Alvaro Pascotto e da Operae, immobili non strumentali. E solo l'ultimo affare tra Consorte e Casale, posto che già negh anni precedenti Unipol Merchant aveva acquistato quote dì Operae la quale del resto, vantava una linea di credito presso la stessa Unipol Merchant per 75 milioni di euro. Insomma un bell'intreccio che ai pm piacerebbe tanto districare. Se ne riparlerà nel 2006, dopo qualche giorno di pausa per le ferie dei magistrati. [p. col.] Gianpiero Fiorani

Luoghi citati: Casale, Italia, Jersey, Milano, Singapore, Unipol