Castellano dai giudici Parte la caccia alla talpa della Procura di Roma

Castellano dai giudici Parte la caccia alla talpa della Procura di Roma IL MAGISTRATO INDAGATO «PASSAVO NOTIZIE FASULLE». MA A PERUGIA NON GLI CREDONO Castellano dai giudici Parte la caccia alla talpa della Procura di Roma intercettazioni GUIDO RUOTOLO Francesco Castellano, presidente del Tribunale di Sorveglianza di Milano, l'anno scorso presidente del Processo Sir^e contro Silvio Berlusconi e Cesare Previti, indagato per millantato credito e violazione di segreto d'ufficio, sarà sentito stamani dal procuratore di Perugia, Nicola Miriano, e i pm Alessandro Cannevale e Sergio Sottani. Gli inquirenti perugini gli chiederanno dei suoi rapporti con r(ex) presidente di Unipol, Giovanni Consorte, indagato a Roma e a Milano per le scalate Unipol-Bnl e Bpi-Antonveneta. E, naturalmente, una spiegazione su quelle diciotto intercettazioni telefoniche in cui Giovanni Consorte sembra riferirsi a lui come la «talpa» che lo ha informato della inchiesta romana. La costola perugina, anche se molto laterale rispetto alle inchieste milanese e romana, potrebbe riservare sorprese che a cascata potrebbero avero ricadute sull'inchiesta romana. Castellano è sospettato da Perugia di essere la «talpa» che passò la notizia a Giovanni Consorte sulla sua iscrizione sul registro degli indagati. Sospettato da Perugia ma non da Roma che, dopo quattro mesi da quando Milano ghele trasmise, decise di mandare le «carte» a Perugia perché si sente parte offesa suggerendo alla procura umbra il reato per il quale procedere: millantato credito. In sostanza. Castellano, che non conoscerebbe gli atti della inchiesta sulla scalata UnipolBnl avrebbe riferito a Consorte «notizie non veritiere». Roma si sente parte lesa, offesa. Anche perché in una intervista al «Corriere della Sera», l'unico nome di un magistrato romano che Castellano fa, è quello di Achille Toro, procuratore aggiunto, coordinatore di tutte le inchieste su reati finanziari, scalate Unipol comprese. Ma la procura di Perugia non è convinta di questa ipotesi. Non è convinta che Castellano passasse informazioni infondate. In particolare c'è una intercettazione chiave. E' quella del 12 luglio, ore 22,20 tra Consorte e Ivano (Sacchetti, ndr). Dice Consorte: «Ho appeno lasciato il mio amico di Milano (Castellano.ndr).. Allora, uno che questi qua hanno fatto un esposto, dicendo che noi abbiamo utilizzato i soldi degh assicurati per fare l'opera- zione...... «Chi?», chiede Sacchetti. «Gli spagnoli». «Ma scusa., sono matti?» Risponde Consorte: «Insomma, comunque l'hanno fatto, tant'è vero che io sono nel libro degli indagati, però non lo sa nessuno eeeh..». Che si tratti di Castellano non dovrebbero esserci dubbi. Un'ora prima della conversazione con Sacchetti, infatti. Consorte parla al telefono con una donna, probabilmente Liana Bertolazzi: «Ciao amore...sto uscendo adesso da Unipol e sto andando in stazione perché devo vedere Francesco (Castellano?, ndr) che viene da Roma, non so che cazzo mi deve dire.... alle undici vado a letto che so' stanco morto. Domani m'ha chiamato che devo andare a Roma che mi vuole vedere il Governatore...». Notizia molto circostanzia- ta, questa, per gli inquirenti di Perugia. Lo stesso Consorte, sentito alla fine di settembre, ammise che Castellano gli parlò delle voci raccolte a Roma sull'azione legale che la banca spagnola BBVA avrebbe intrapreso per bloccare l'Opa su Bnl. Ma come faceva a saperlo, e chi informò il presidente di Unipol dell'esposto spagnolo? Oggi i pm perugini chiede- ranno conto a Castellano di quella sua intervista al "Corriere della Sera" del 30 luglio scorso, poco dopo la diffusione della indiscrezione che sarebbe stato lui la «talpa» di Consorte, nella quale alla domanda se avesse avuto rapporti con i magistrati romani che Consorte potesse aver equivocato o stravolto, rispose: «No, anche se frequento spesso i magistrati della capitale, specie per la mia attività al Consiglio di Presidenza della giustizia tributaria. Certo che ho rapporti con loro: Achille Toro (procuratore aggiunto di Roma, titolare dell'indagine Bnl, ndr) è ad esempio presidente della mia corrente, Unità per la Costituzione, e ha avuto «un ruolo anche in relazione all'ultimo sciopero dei magistrati. Ma con Toro non ho mai parlato di Bnl. Assolutamente mai. Tra toghe non sono ammesse interferenze». Di certo, equivocando secondo Castellano, Consorte quando parla al telefono con Sacchetti, annunciandogli la sua iscrizione sul registro degli indagati della Procura di Roma, annota, riferendosi a Castellano e alla sua «talpa» che «i due sono molto, molto, molto amici!»: «Lui (Castellano, ndr) a questo punto gli ha spiegato tutto quello che gh avevo detto, quindi ha detto "Vabbè, ho già capito tutto, questo sta qua e non si toccai». Per il momento, Perugia ipotizza nei confronti di Castellano la violazione del segreto d'ufficio in concorso con ignoti, ma l'esito dell'interrogatorio di oggi e le stesse indagini potrebbero portare a sviluppi investigativi. Molto amici, del resto, sono Castellano e Consorte. Lo ha ribadito l'ex presidente di Unipol nel suo interrogatorio dell'altro giorno a Milano: «Ci conosciamo da tre, quattro anni. Lo consulto per chiedergli consigli giuridici». Consorte, in particolare, ha detto di aver discusso con il presidente del Tribunale di Sorveglianza di Milano dell'interpretazione della legga sull'insider trading, perché indagato per questo reato proprio da MDano. Siamo amici Il finanziere di Bologna «Gli chiedevo consigli sul reato di insider Ci conosciamo da tre, quattro anni» L'accusa I giudici di Perugia per ora ipotizzano nei confronti del collega la violazione del segreto d'ufficio con terzi La procura di Roma I giudice Castellano