Aceh, la pace nata dallo tsunami di Claudio Gallo
Aceh, la pace nata dallo tsunami INDONESÌAI RIBELLI DEL GAM CONSEGNANO LE ARMI IN CAMBIO DELL'AUTONOMIA DAL GOVERNO CENTRALE Aceh, la pace nata dallo tsunami Claudio Gallo Un cupo proverbio di Aceh dice: tu cadi dalla scala e poi la scala ti cade in testa. E' quello che è successo alla gente di questa provincia del Nord Ovest di Sumatra, in Indonesia. Dopo trent'anni di guerra con Giakarta che hanno lasciato sul terreno 15 mila morti è arrivato, un anno fa, lo tsunami che si è portato via 260 mila persone. Ma almeno un bene è nato da tanto male. La misura della sciagura è sembrata col¬ ma anche ai tenaci guerriglieri indipendentisti che hanno deciso dì accettare un accordo con il governo centrale. Ieri miliziani in divisa blu marina del Gam, il Movimento per il Libero Aceh, hanno consegnato un migliaio di armi a Banda Aceh, il capoluogo della provincia. In cambio otterranno una più larga autonomia politico-amministrativa: le ultime truppe governative partiranno domani. Un piccolo fiore sbocciato dall'enorme dolore dello tsunami. La cerimonia della consegna delle armi, alla presenza del presidente indonesiano Susilo Bambang Yudhoyono, è il coronamento simbolico dell'accordo firmato tra ribelli e governo il 15 agosto scorso a Helsinki, ima cerimonia tenutasi non a caso nell'anniversario della grande onda. «L'esercito nazionale di Aceh, l'ala armata del Movimento per il libero Aceh, ha smobilitato e congedato le sue forze - ha detto Sofyan Daud, un ex comandante ribelle - L'esercito nazionale di Aceh è ora parte della società civile e lavorerà per il successo dell'accordo di pace». Nei mesi scorsi i guerriglieri avevano già cominciato ad abbandonare i loro rifugi sulle montagne per fare ritomo ai villaggi mettendo, almeno temporaneamente, nel cassetto i sogni di indipendenza. Suwardi Suleiman, 27 anni, funzionario del Gam, ha spiegato: «L'indipendenza l'abbiamo messa da parte per ora, dopo quello che è successo ad Aceh con lo tsunami. E' stata la tragedia più terribile degli ultimi 120 anni. Vogliamo che la gente viva in pace, che possa ricostruire la propria vita. Con il governo abbiamo firmato un buon ac¬ cordo, resta da vedere come sarà applicato, non sempre in passato l'Indonesia ha rispettato la parola data». L'intesa tra governo e ribelli prevede una missione di monitoraggio dell'Unione Europea e dell'Asean. Nonostante ad Aceh la concentrazione di musulmani sia più alta della media indonesiana, il Gam non ha mai cercato di realizzare uno stato fondamentalista. Le parole d'ordine della guerriglia sollevano rivendicazioni più storiche che religiose. Per i ribelli il regno di Aceh non avrebbe mai dovuto essere incorporato nella Repubblica d'Indonesia nata nel 1949 perché, a differenza del resto del nazione, il suo territorio non cadde mai formalmente sotto il dominio coloniale olandese. Il Gam fu fondato nel 1976 da Hasan di Tiro, discen- dente dell'ultimo sultano di Aceh. La prima fase del processo di pace è stata completata senza ostacoli ma restano almeno due considerevoli ostacoli: l'integrazione degli ex ribelli nella vita civile e U futuro pobtico della provincia. Secondo gli accordi il Gam potrà diventare un partito politico locale ma perchè ciò avvenga il parlamento dovrà approvare ima legge apposita. Nessuno adesso osa dubitare che ciò accadrà ma per i deputati di Giakarta cedere una parte del controllo su un'area così ricca di risorse naturali non sarà una scelta da fare a cuor leggero. La cerimonia corona gli accordi eli Helsinki dello scorso agosto Ex guerriglieri del Gam consegnano le armi nel capoluogo di provincia Banda Aceh. I ribelli torneranno alla vita civile, Giakarta ha assicurato all'area un'ampia forma di autonomia
Persone citate: Bambang, Banda Aceh, Sofyan Daud
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