Quella coincidenza da Milano di Riccardo Barenghi

Quella coincidenza da Milano REATO CANCELLATO UNA LEGGE HA SALVATO IL CAVALIERE, QUELLA PER 23 MILA DETENUTI NON SI FARA Quella coincidenza da Milano Riccardo Barenghi La coincidenza, una coincidenza pura e semphce senza virgolette allusive, si mostra in pubblico verso le 11 di ieri mattina. Arriva con un lancio di agenzia mentre neh'aula di Montecitorio centotrenta deputati (circa un quinto dell'assemblea) discutono di amnistia. Sono pochi, saremo anche sotto Natale ma l'immagine dell'aula semivuota non è edificante. Manca pure la metà di quelli che avevano firmato per chiedere la seduta straordinaria, e tutti (quelli che ci sono e anche quelli che non ci sono) sanno che tanto non se ne farà nulla: tra un mese il Parlamento chiude, la campagna elettorale incombe, i partiti sono divisi tra loro e pure al loro intemo. E soprattutto decidere a poche settimane dal voto di rimettere in libertà ventitremila detenuti fa paura, è difficile da spiegare alla gente, pare che faccia perdere voti. Dunque, chi ce lo fa fare? E infatti l'amnistia non s'è fatta né si farà, alla faccia di chi l'ha chiesta per primo (il Papa) e di chi si è battuto in questi anni (tutti i radicali, la sinistra ma non tutta, la destra ma non molta), alla faccia soprattutto di chi potrebbe riacquistare la libertà senza rappresentare grandi pericoli per la società e invece sarà costretto a sopravvivere per molto tempo ancora in celle anguste e sovraffollate, oltre ogni limite. La coincidenza, dicevamo, è che mentre l'amnistia moriva prima di nascere, venivano rese pubbliche le motivazioni della sentenza AH Iberian, il processo concluso il 26 settembre scorso in cui il presidente del Consiglio era imputato per falso in bilancio. Come si sa, Berlusconi è stato assolto. Assolto per la semphce ragione che dall'agosto 2001 quel reato specifico, quel tipo particolare di falso in bilancio, non è più reato. Questo spiegano infatti i giudici di Milano, e per questo hanno assolto il premier e i suoi computati. Quel fatto di cui erano accusati «non è più previsto dalla legge come reato». Depenahzzato, cancellato, scomparso. Se non fosse giuridicamente e costituzionalmente inammissibile, si potrebbe parlare di un'amnistia ad personam. O al massimo adpersonas. Ma pochepersonas, solo quelle che hanno commesso quel preciso (ex) reato. analizzato fin nelle virgole dai consulenti di Palazzo Chigi non appena Berlusconi ne prese possesso. Così che un paio di mesi dopo venne approvata una legge particoleraggiata, minuziosa, un meccanismo perfetto che avrebbe liberato il premier aggirando le accuse inconsistenti (tanto inconsistenti che negh Stati Uniti di Bush i colpevoh di reati analoghi vengono condannati anche a vent'anni di galera), e intervenendo direttamente alla radice del problema. Nella fattispecie, del reato. Anche l'amnistia che non s'è fatta e non si farà avrebbe cancellato i reati e dunque annullato le pene conseguenti. Un terzo degh attuali detenuti (in tutto sono più di sessantamila) sarebbe uscito dal carcere, quelli rimasti dentro avrebbero avuto qualche metro in più di spazio vitale, le guardie carcerarie sarebbero state meno stressate, forse - chissà - sarebbe anche diminuita la violenza di quell'Istituzione: sui detenuti e trai detenuti. Ma gh elettori non avrebbero gradito, magari avrebbero addirittura punito i partiti del perdono: megho non rischiare allora, megho tenerh dentro i condannati. Non si sa mai, si tratta pur sempre di criminali, anche se piccoli. Mica dipersonas. Il presidente del Consiglio alla conferenza stampa di fine anno [foto la presse)

Persone citate: Berlusconi, Bush

Luoghi citati: Milano, Stati Uniti