Carne da macello sul ring di Tirana di Sergio Pent

Carne da macello sul ring di Tirana Carne da macello sul ring di Tirana Sergio Pent ""T" ORSE, una promessa. mmm Avevamo concluso il commento di lettura all'esordio di Clemente Tafuri con un augurio che rivelava - anche il piacere di aver percorso un romanzo aspro e caotico, fumettistico e scoppiettante, zeppo comunque di debiti nei confronti del giallismo di vecchia e nuova data. La promessa è stata mantenuta, con una percentuale piuttosto alta, anche se Tafuri - a quanto risulta ancora residente in quel di Genova - ha opportunamente deviato le ispirazioni verso contenuti meno scontati, rivolti ai fermenti di una cronaca nera sotterranea che caratterizza il lato in ombra di un'Europa che va perla sua strada, sorridente e ottimista, accantonando la manovalanza del genere umano. Il noir è in una fase di stallo, i morti ammazzati veri chiedono attenzione più dei casi costruiti per sperare in un nuovo fenomeno Camilleri, e scopriamo che si può produrre narrativa forte e avvincente semplicemente guardandoci intomo, immaginando i retroscena delle brutture schiaffate in cronaca da un cosmopolitismo tutt'altro che lineare e integrato. Tafuri abbandona Marsiglia per Tirana. E l'Albania sviscerata dall'autore risulta comunque un concentrato di disagi e ambizioni, violenze a ricchezze malsane, a una notte di gommone da quell'Italia piena di lustrini ancora desiderata come la penisola dei famosi, l'eden della moda e del denaro che piove dal cielo sorridente dei quiz televisivi. Il mondo affrontato con realismo esasperante da Tafuri è quello del pugilato clandestino, centro convulso fi affari sporchi che fruttano soldi facili agli organizzatori e consentono il viavai internazionale del riciclaggio di valuta falsa. La palestra del potente boss Juarisch Nicotra è esemplare in queste manovre che danno lavoro a un manipolo di personaggi nati per essere carne da macello. Le scommesse sugli incontri truccati mettono al centro della storia il diciannovenne Elthon, una vera promessa del pugilato che vede nell'occasione offertagli da Juarisch il passaporto per una carriera professionistica. Ma il destino di Elthon è già segnato da un'organizzazione accurata che prevede di sfruttare le sue potenzialità fino alla necessaria - e preventivata - caduta, magari di fronte a una nullità in guantoni su cui vertono le colossali scommesse. Il percorso di Tafuri conduce il lettore nei meandri luridi, violenti e bestiali di un mondo privo di umanità ma ferreo nelle sue regole impietose. Modjar, il padre di Elthon, è il primo a cadere sotto i colpi del clan di Nicotra, per aver tentato di impedire al figlio di firmare l'improbabile contratto. E da quél momento inizia l'odissea del giovane pugile, un'odissèa che percor- re i ring clandestini di mezza Europa, attraverso una serie di atrocità e perversioni che nulla spartiscono con lo sport. Sangue, vomito, ossa rotte, avversari massacrati fino alla morte, allenamenti con cani feroci sventrati a forza di pugni, poliziotti corrotti che proteggono la rete delle scommesse, un inferno di brutalità che provocano nel lettore un senso concreto di nausea, ma solo perché tutto ciò che scorre sulla pagina è essenzialmente vero. I personaggi che circondano Elthon - Corinna, l'ambigua donna di Juarisch, l'allenatore Mihal, Said, il fidanzato della sorella del pugile, il poliziotto marcio Devois e tutti gh altri - spiccano come metafore perfette di un'umanità parallela al nostro affanno quotidiano. Nel mondo di Tafuri non c'è pietà perché la legge del più forte - o del più furbo - stennina tutti quelh che possono costituire un ostacolo. La caduta, dunque, è inevitabile e inarrestabile, e Tafuri poteva davvero scrivere un romanzo atrocemente perfetto se non si fosse lasciato prendere la mano da un finale un po' caotico e cinematografico in cui tutti vogliono fregare tutti, come in una confusissima truffa senza esclusione di colpi. Ma anche così il libro è forte e disgustosamente coraggioso, trascinante e preciso nell'evoluzione, nei dialoghi e nella ricostruzione di un mondo in cui le illusioni hanno una forma diversa da quella che la miopia dei governi vorrebbe disegnarci addosso. Dai fuochi di rivolta delle banheues di Parigi ai disperati di Tafuri c'è di mezzo il nostro futuro, e questo potrebbe davvero essere un noir che ci vede tutti protagonisti. «La caduta» di Clemente Tafuri: la palestra di un potente boss centro convulso di sporchi affari, un mondo privo di umanità ma ferreo nelle sue regole impietose Clemente Tafuri La caduta Einaudi pp. 329, «11.80 ROMANZO Clemente Tafuri

Luoghi citati: Albania, Europa, Italia, Marsiglia, Parigi, Tirana