«Gianpiero non sa nulla di me Cosa potrebbe raccontare?»

«Gianpiero non sa nulla di me Cosa potrebbe raccontare?» UNA GIORNATA IN FUGA IL BANCHIERE DI ALVITO ELUDE STAMPA E CURIOSI. E PER UNA VOLTA SALTA LA MESSA «Gianpiero non sa nulla di me Cosa potrebbe raccontare?» Fazio: Tesecutivo per decidere deve prima mettersi d'accordo # -^ M rexroscena RAFFAELLO MASCI ■■■:' ^ ''; - ' ' ■■■' ROMA «Ma certo che sono tranquillo, Che vuoi? Fiorani non può rac- contare nulla, perché di me non sa nulla». È quasi l'ora di pran- zo (piando il Govematore della Banca d'Italia Antonio Fazio, rompe il silenzio che è durato tutta la mattina, parlando al telefono con un suo amico, «Quanto alle decisioni del go- verno sul mio conto - aggiunge - vorrei vedere prima se si mettono d'accordo tra di loro», Insomma, prima della battaglia decisiva, il vecchio leone di Alvito ostenta una imperturba- bilità da filosofo. Però poi riat- tacca la cornetta. Non vuole parlare più di tanto. E soprat- tutto non vuole incontrare i cronisti che in ragione di una piccola folla si sono accampati davanti a casa sua, fin dalle sei dei mattino, convinti che lui - figurarsi - si darà in pasto facendosi trovare nella solita chiesa alla solita ora di tutte le domeniche. Fazio abita in via della Camil- luccia, Roma nord: una strada che risale le pendici di Monte- mario, parchi immensi, alberi d'alto fusto, ville isolate o in comprensori blindatissimi pro- tetti da cani da guardia e conge- g^ elettronici. «La Camilluc- eia» è anche il nome della villa rinascimentale più prestigiosa dell'area, dove la De ha tenuto per decenni una specie di scuola di partito e dove riuniva quel sinedrio informale noto come «il caminetto». Quartieri alti, Altissimi. Ci abitò la famiglia di Claretta Petaccinegh anni Tren- ta, poi arrivarono i notabili democristiani-Fanfani per pri- mo - quindi una villa era stata costruita da Saragat come buen retiro dopo il mandato presiden- ziale. Ancora oggi ci vive il sottosegretario Gianni Letta, vi- cino di casa del Govematore. E poi ci sono le ambasciate (tante) e le suore (altrettante). Casa Fazio è in un compren- sorio per Soh ricchi, n portiere Maurizio è cortese ma determi- nato. non si pUò stare suiia piazzolad'accesso,nonsiposso- no fare domande al personale ^ custodia, non si può varcare y cancello neppure con sguardi SSSSa^aS; g^^SS^SSi giganteschi Suv. Sulle facce de- gii uni come degh altri appare '. 'alterigia di chi è abituato fin da piccolo a comandare, ad avere, e ad infìschiarsene deUe regole, come quella che proibi rebbe di guidare tenendo in mano il telefonino. La parroc chùi di Fazio (e di Letta) è santa Chiara ai due Pini, distante cento metri dalla casa del Go vematore. La frequentava an che Aldo Moro, tutte le matti ne, per la messa delle nove. Il suo rapimento, secondo un pri mo piano, si sarebbe dovuto consumare lì. L'orario domenicale prevede una messa l'ora dalle 8 fino a mezzogiorno. Fazio, in genere è mattiniero, ma a quella delle otto non c'è e non sarà presente neppure a quella delle nove. Dal parco condominiale si vedono uscire domestici filippini e indiani, sono gli unici ad andare a piedi e attendere l'autobus. In mano recano i sacchetti della spazzatura. Il portiere si avvicina e ribadisce i divieti ai cronisti che stazionano al freddo. Una signora dai capelli biondi si aggira davanti all'ingresso principale e scruta con attenzione. Qualcuno crede di riconoscere Cristina, la consorte del Govematore. Sembrerebbe infastidita dall'assembramento di cronisti a cui si è aggiunto quello dei cameramen. Fazio non esce neppure per la messa delle 10. Entrano invece due auto con lampeggiatore acceso. I cronisti cominciano a dare fastidio: alcuni condomini, si sarebbero lamentati di quella sparuta folla. Per quieto vivere i respinti cercano ricovero sull'altro lato della strada, dove c'è l'accesso all'istituto delle suore di «Maria Bambina». Le religiose escono alla spicciolata per recarsi alla messa delle 11. Fazio non è neppure a quella. E' questo il momento in cui la sua strategia del silenzio cede alla breve telefonata di cui dicevamo. Arrivano altre due auto della pohzia. Agenti in borghese perlustrano l'ingresso e, con discrezione, controllano i movimenti dei cronisti. Si è capito che Fazio non andrà neppure all'ultima messa del mattino. All'una tutto tace: è l'ora del pranzo. Il vento si è alzato e fa sempre più freddo. All'improvviso, come dal nulla, sbucano due auto che bloccano il traffico nei due sensi e, contemporaneamente altre due auto sfrecciano fuori: Fazio esce alle 13,04. Si tenta un inutile inseguimento. Il governatore fa perdere le sue tracce. rer xuna la giornaia i rrnnkti hannn I UUllIbll MdlinU i^oS irtlio+irx -j /--«c-i paHUgiiaiO a Casa in via ramilli irria II 1 Vld V»dl I IIIIULLia Alle 13 il Governatore è uscito e ha fatto nprHprP Ip «;i IP trarrP peiU^ie le iUe UdLLfc; Appeso a un filo. Il Governatore è sempre più sotto assedio ma non lascia la poltrona

Persone citate: Aldo Moro, Altissimi, Antonio Fazio, Fiorani, Gianni Letta, Letta, Pini, Saragat

Luoghi citati: Alvito, Roma