La Consulta verso il no a Previti di Guido Ruotolo

La Consulta verso il no a Previti IL CONFLITTO TRA CAMERA E MAGISTRATI MILANESI SECONDO INDISCREZIONI SAREBBE ACCOLTO SOLO IN PARTE IL RICORSO DI MONTECITORIO La Consulta verso il no a Previti I giudici orientati a non riformare le due condanne, la parola alla Cassazione Guido Ruotolo ROMA Ha ragione la Camera dei Deputati. Il tribunale di Milano doveva riconoscere, nella sentenza di condanna, che esisteva il legittimo impedimento dell'imputato Cesare Previti, deputato di Forza Italia ed ex ministro della Difesa, a partecipare alle udienze dei processi per concomitanti impegni parlamentari. Ma anche se dalla decisione presa l'altra sera dai giudici della Corte Costituzionale il Parlamento ha avuto totale soddisfazione, avendo viste riconosciute le sue prerogative, non sono state annullate le condanne nei confronti dell'imputato Cesare Previti, così come chiedeva la stessa Camera dei deputati. E, dunque, la decisione della Consulta potrebbe rivelarsi ininfluente ai fini della conferma delle condanne dell'imputato nei processi Imi-Sir e Sme. Sono queste, dovrebbere essere queste le decisioni assunte dalla camera di consiglio della Corte costituzionale, chiamata a dirimere un conflitto di attribuzione tra poteri dello Stato, sollevato dalla Camera dei Deputati contro i giudici di Milano. Il condizionale è d'obbligo perché in realtà le motivazioni e il dispositivo della pronuncia non sono state ancora scritte e quindi non votate dai giudici che l'altro giorno hanno condiviso (a maggioranza) la decisione. Cosa che dovrebbe avvenire la prossima settimana. La fuga di notizie sull'orientamento della camera di consiglio ha provocato non pochi imbarazzi alla Corte Costituzionale. Il primo appuntamento-verità per capire cosa accadrà delle condanne di Cesare Pre- viti è fissato per il 16 gennaio, quando la Cassazione dovrà discutere il ricorso presentato dagli avvocati dell'imputato contro la condanna Imi-Sir (sette anni in secondo grado). Il processo Sme, ancora non è stato calendarizzato. «Bisognerà leggere le motivazioni della decisióne della Consulta, ma credo che il rito ambrosiano - è il commento dell'avvocato Alessandro Sammarco, difensore di Cesare Previti - abbia subito un duro colpo. L'unica cosa che non potrà fare la Cassazione sarà quella di ribellarsi al disposto della Corte costituzionale». Secondo le indiscrezioni, la sentenza, che sarà scritta dal vicepresidente Franco Bile e dal giudice Francesco Amirante, non entrerà nel merito della vicenda processuale ma dovrebbe limitarsi a ribadire alcuni principi già enunciati nel 2001, quando (con la sentenza 225) annullò cinque ordinanze del Gip di Milano Rossato (quelle dal 17 settembre al 6 ottobre del 1999) riguardanti Previti e le vicende Imi-Sir. Una senten¬ za nella quale i giudici della Consulta posero il problema di trovare un punto di equilibrio tra esigenze parlamentari e di giustizia. «Non spettava al giudice per le indagini preliminari - scrivevano i giudici della Consulta il 4 luglio del 2001, motivarti quella sentenza -, nell'apprezzare i caratteri e la rilevanza degli impedimenti addotti dalla difesa dell'imputato per chiedere il rinvio dell'udienza, affermare che l'interesse della Camera dei deputati allo svolgimento delle attività parlamentari, e quindi all'esercizio dei diritti-doveri inerenti alla funzione parlamentare, dovesse essere sacrificato all'interesse relativo alla speditezza del procedimento giudiziario». Quella decisione della Corte Costituzionale non ha avuto conseguenze ai fini dei processi. Nelle motivazioni di condanna dell'imputato Previti, i giudici hanno sostenuto che l'annullamento di quelle udienze preliminari, alle quali l'imputato non partecipò, non comportava conseguenze ai fini processuali. Insomma, quelle udienze che si svolsero in assenza dell'imputato non vennero ritenute importanti. jmmmmma*mmi Cesare Previti in tribunale, in un'immagine d'archivio

Luoghi citati: Milano, Roma