La Consulta deciderà in primavera Forse ci sarà già un altro ministro di Adriano Sofri

La Consulta deciderà in primavera Forse ci sarà già un altro ministro LE IPOTESI SECONDO I DS, CASTELLI HA SEMPLICEMENTE VOLUTO LASCIARE IL CASO AL SUO SUCCESSORE La Consulta deciderà in primavera Forse ci sarà già un altro ministro ROMA Sarà il prossimo ministro della Giustizia, ad occuparsi del caso di Adriano Sofri. Così come sarà il prossimo Presidente della Repubblica, ove mai non venisse riconfermato Ciampi al Colle, a esaminare la concessione della grazia. E sarà la maggioranza che uscirà dalle urne a discuterne, ad approvare o contestare. Al limite, a lacerarsi. La decisione di ieri del ministro Castelli significa appunto questo: che il ministro si tira fuori (la diessina Anna Finocchiaro dice brutalmente: «E' del tutto evidente che il ministro Castelli ha riaperto la questione soltanto perché non voleva restare con il cerino in mano. Ora che le condizioni di salute di Adriano Sofri sono fortunatamente migliorate, ha pensato bene di chiudere il capitolo con la consueta disinvoltura») e lascia la patata bollente sulla scrivania di chi verrà al suo posto. Nel frattempo, comunque, Sofri non tornerà in cella. Attenderà da uomo libero, e si spera da uomo guarito, le decisioni che lo riguardano. Nel frattempo, molti mesi passeranno. «Fino al 28 maggio - dice lo stesso Castelli, con l'aria di chi s'è scaricato da un peso gravoso - Adriano Sofri è un uomo del tutto libero. A quella data, chi avrà l'onere e l'onore di essere ministro della Giustizia deciderà. Oggi Sofri è un uomo libero perché la pena gli è stata sospesa per le condizioni di salute. Quindi non vi è un accanimento nei suoi confronti. Potrà vivere la convalescenza da uomo libero». Lui, però, il ministro leghista che non rinnega il celodurismo della prima ora, continuerà a negare la sua firma alla grazia: «In questi casi io rispondo soltanto alla mia coscienza. Non voglio guardare negli occhi quei detenuti anonimi e sfortunati che hanno ricevuto un diniego. Non capirebbero perché ad Adriano Sofri sì e a loro no». E' quasi un meccanismo a orologeria, quello che s'è messo in moto ieri. Il Quirinale ha notificato al ministro della Giustizia il conflitto di attribuzione innescato dal caso Bompressi (ma che coinvolge anche Sofri): la Corte Costituzionale nei prossimi mesi affronterà il nodo su chi, in Italia, decide in materia di grazia tra Presidente della Repubblica e ministro Guardasigilli. E i due protagonisti dello scontro istituzionale, quando la Consulta avrà deciso, probabilmente non saranno più al loro posto. Ma almeno ci sarà una giurisprudenza chiara e si conosceranno le rispettive sfere di competenza. Castelli ha tempo fino al 19 dicembre per costituirsi in giudizio davanti alla Corte Costitu¬ zionale e nominare un avvocato privato che difenda le sue ragioni (non potrà essere l'Avvocatura dello Stato, la quale tradizionalmente sostiene le ragioni dei ministri, perché questa volta difenderà la posizione di Ciampi). Si depositeranno in cancelleria le memorie. Sarà poi il neopresidente dalla Consulta, Annibale Marini, a fissare la data dell'udienza pubblica in cui le parti illustreranno le rispettive ragioni. Tempi tecnici imposti dalle procedure. Presumibilmente l'udienza nel salone d'onore della Consulta dovrebbe cadere intomo alla metà di gennaio 2006. La decisione vera e propria, però, verrà dopo. Potrebbe essere nella primavera del 2006. Ma con la primavera, e con l'arrivo delle elezioni politiche, e anche con la fine del settennato di Ciampi, l'intero quadro di riferimen¬ to politico-istituzionale Gambiera. Previsione di Luciano Violante, il capogruppo dei deputati diessini: «A Sofri ci penserà la Corte Costituzionale. Quanto al ministro Castelli, credo che ci penseranno gli elettori tra qualche settimana...». Epperò, ultima possibilità, non è da escludersi che i tempi della Consulta siano più lenti di quelli della politica. Un nuovo ministro Guardasigilli e un nuovo Presidente della Repubblica potrebbero, in teoria, decidere che proprio la grazia al detenuto Adriano Sofri sia il loro primo atto di rilievo. Il conflitto sollevato da Carlo Azeglio Ciampi nei confronti di Roberto Castelli decadrebbe allora in via naturale. E chissà, forse c'è qualcuno che ci spera, in una soluzione politica, tra i supremi magistrati della Corte Costituzionale, [fra. gri.] Violante: a giudicare su questa ripicca ci penseranno presto gli elettori Adriano Sofri

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