David contro David A Londra la guerra degli under 40

David contro David A Londra la guerra degli under 40 IL DOPO BLAIR CAMERON GUIDA ITORIES. MILIBAND SI CANDIDA A LEADER DEL LABOUR David contro David A Londra la guerra degli under 40 personaggio ANDREA ROMANO Le previsioni sono state rispettate. E al termine di primarie lunghe e combattute, che hanno permesso ad ogni iscritto di votare tra due autentici contendenti, il giovane David Cameron è stato eletto alla guida del partito conservatore con oltre il doppio delle preferenze del suo rivale. Da oggi i Tories possono dunque tornare a fare pohtica, avendo a disposizione la prima occasione per uscire dalla crisi identitaria nella quale si dibattono da un decennio. Da quando sono stati spinti dal New Labour sempre più a destra, sempre più nell'angolo deUa nostalgia thatcheriana e dello sciovinismo nazionalista. Ma nel volgere di quest'ultimo mese, per uno di quei colpi di scena che rendono avvincente la pohtica, Cameron è riuscito a ribaltare gh equilibri del glorioso ma esausto partito di Churchill. Infilando un magistrale discorso al congresso di Blackpool e convincendo i Tories ad affidarsi ad un ragazzo che aveva 23 anni quando Margaret Thatcher lasciava Downing Street e pochi di più quando Blair vi entrava per la prima volta nel 1997. Già oggi il nuovo leader conservatore è un piccolo, grande fenomeno mediatico. La vera novità venuta dal nulla ad ossigenare un confronto pohtico che da troppo tempo si svolgeva tutto all'interno dei confini laburisti, con l'eterna staffetta Blair-Brown e il con- flitto tra le varie anime del partito di governo. Di Cameron si lodano le grandi capacità comunicative, la sobria gestione deh'agiatezza familiare, la pesante responsabilità di padre di un bambino disabile. Fino a scoprirne persino un lontano lignaggio reale, frutto della discendenza da uno dei dieci figh che Guglielmo IV ebbe dalla propria amante Dorothea Bland. Tutt'altra cosa, lasciano intendere gh appassionati di araldica sulla stampa inglese, dal salumiere o dal trapezista da circo che diedero i natali rispettivamente a Margaret Thatcher e John Major. Ma già da oggi il nuovo campione dei Tories dovrà vedersela con i pesi massimi deUa pohtica britannica, incontrando il primo ministro neh'arena di Westminster per il rito del «question time». Si vedrà subito se la sua freschezza mediatica saprà reggere aUa forza solitamente micidiale della retorica blairiana, che negh otto anni di govemo laburista ha già sbaragliato quattro diversi leader conservatori. Di sicuro Cameron ha davanti a sé un periodo di tempo sufficientemente lungo per tradurre il proprio potenziale carismatico in autentica forza pohtica. Le prossime elezioni non sono previste prima del 2009 e i prossimi trequattro anni non saranno tra i più facili per il partito di Blair e Brown. Per la prima volta da molto tempo l'economia britannica accusa segni di stanchezza. Lunedì scorso, presentando in parlamento il budget preliminare, Gordon Brown ha annunciato che nel 2005 la crescita sarà solo la metà e il deficit quasi il doppio di quanto era stato previsto prima deh'estate. «E' l'anno più difficile da quando siamo al govemo», ha ammesso il cancelliere. Mostrando per la prima volta un volto diverso da quello solitamente trionfante con cui annunciava le diverse tappe di un lungo ciclo eh crescita, particolarmente straordinario se messo a confronto con la fiacca economia continentale. Non sembra il viatico migliore per l'uomo che dovrebbe prendere il posto di Blair prima del 2009: l'architetto del miracolo economico neolaburista, che proprio sulla capacità di rendere florida ed efficiente la macchina produttiva britannica ha costruito la propria reputazione. Se questi segnah fossero l'avvio di una inversione di tendenza, le cose potrebbero mettersi assai male per Brown non meno che per il partito laburista. Perché nel frattempo il giovane Cameron avrebbe tutto lo spazio per costruirsi una piattaforma pohtica credibile. Magari tornando ad uno dei vecchi classici della pohtica britannica, quell'insistenza sull'inettitudine economica dei laburisti che tanto peso ebbe negh anni '80 e di cui il New Labour si è liberato a forza di successi. Oppure dipingendo come un burocrate stanco e statalista quel Gordon Brown che nel 2009 avrebbe quasi 60 anni, diatante non solo per età dalla capacità comunicativa di un leader conservatore che potrebbe rivelarsi qualcosa di più di una promessa. E allora chissà che di qui ad aUora non si produca un altro colpo di scena, questa rolta nelle file dei laburisti. Con il salto di una generazione e la scelta di far guidare il parti .o a? giovane David Miliband. Quaiant'anni appena compiuti ma una solida esperienza politica e di governo. Parlamentare dal 2001 e ministro dal 2002, con incarichi di crescente peso e visibilità, ma soprattutto cervello pensante del blairismo sin dalla metà degli anni '90. Quando fu scoperto dal leader laburista in un oscuro thinktank e proiettato a soli 28 anni alla guida della «pohey unit» di Downing Street: il luogo della progettazione strategica, la fucina deUe idee che avrebbero segnato i primi anni del govemo Blair nel campo della riforma del welf are e del rilancio delle politiche educative. Quello di Miliband è un nome che potrebbe evocare qualche ricordo nella sinistra italiana. Ma si tratta in realtà del papà Ralph, che negh anni '60 fu tra gh intellettuali radicali che con più intransigenza accusarono il Labour di moderatismo. In questa veste conobbe una breve stagione di notorietà itahana, con la traduzione di quei suoi libri («Marxismo e democrazia borghese», «Lo Stato nella società capitalista», pubblicati da Laterza e dagli Editori Riuniti) nei quali la «decadenza parlamentaristica» del Labour veniva denunciata finalmente dall'interno e senza mezzi termini. È forse curioso che da tanto radicalismo paterno sia uscito chi ha condiviso con Blair la parte più sostanziosa del rinnovamento laburista. Ancora più curioso sarà assistere ah'ascesa pohtica di un giovane che come ipotizzano in questi giorni alcuni commentatori britannici potrebbe privare Gordon Brown di quel diritto di successione atteso ormai da troppi anni. choc f s» ^» In alto: David Cameron, qui sopra: David Millband, ministro nel governo Blair

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