Il blitz nella notte: 31 feriti

Il blitz nella notte: 31 feriti LA GIORNATA PIÙ' DIFFICILE NELLA VALLATA DOVE E' PREVISTA LA COSTRUZIONE DELLA LINEA AD ALTA VELOCITA' m -v ■vi^ 3,26 Quattrocento agenti attaccano il presidio composto da 200 persone. Nello scontro restano feriti 19 occupanti e 12 tra poliziotti e carabinieri. Gli scontri si protraggono fino alle 6 9,30 I No Tav bloccano il tunnel dell'autostrada. Al!c 10 sono dispersi VEWAUS GIÀlSLiONi 9 Cento manifestanti SUSA 15 Barricate di copertoni incendiati sulla provinciale per Susa BUSSOLENO CHIANOCCO 7,30 No Tav occupano i 9,30 Blocco della Torino- Bardonecchia SAN GIORICt 10 Bloccata l'uscita dell'autostrada TorinoBardonecchia Il blitz nella notte: 31 feriti Dopo Fattacco della polizia proteste e scioperi in tutta la Val di Susa Lodovico Poletto in,,i,.o,\zcMAiK 'nviatoaVENAUS Dopo sette giorni di blocco strada- le è caduto (di territorio liberato di Venaus»: 500 metri di strada sulla provinciale che porta verso Susa, e alcune decine di migliaia di metri quadri di prati e boschi. Alle 3,26 di ieri, circa quattrocento tra poli- ziotti e carabinieri in assetto anti- sommossa hanno sfondato le barri- cate erette sulla carreggiata e pre- so possesso del terreno sul quale sorgerà il primo cantiere della Tav: un gigante di silos e container che servirà per costruire il tunnel si servizio.della Torino-Lione, in Val Cemschia. E quella che va m scena in questa notte di stelle e di vento gelido è un operazione che si conclude nel giro di cpiaranta mi- miti. Mentre gli uomini in divisa con manganelli e scudi ancora lottano con gli occupanti, e itecni- ci della Cmc, la società che dovrà realizzare l'opera, con passamonta- gna calato sul viso prendono pos- sesso dei cinquantuno lotti di terre- no. Alla luce delle torce, circondati da un cordone di poliziotti, misura- no gli appezzamenti e li conquista- no l'uno dopo l'altro, rapidissimi: «Lotto 21, preso; lotto 22, preso...», Lontano ci sono gli echi delle grida di questa notte di divisa di corse disperate nei prati. Ci sono i mani- festanti spinti fuori dai terreni e quelli che provano invano a fare resistenza. Ci sono alcune persone ferite. Alle quattro e qualche minu- to l'operazione è finita. In lonta- nanza suonano le campane della chiesa parrocchiale di Venaus, il segnale che dovrebbe servire da chiamata a raccolta per la gente della valle, che arriva quando or- mai tutto è terminato. Quando le tende montate nei giornipreceden- ti sono già state sradicate, i tavoli davanti al presidio, sempre li era- no accatastate cassette di frutta, bicchieri e pentole rovesciati a erra, da poliziotti e carabinieri e daimanifestantichevengonospin- i a forza verso il gazebo chiuso, ede operativa di quello che ormai utti i No-Tav dalle Val di Susa avevano ribattezzato «territorio li-berato». La ruspa azzurra e bianca della polizia elimina la barricata piazzata in mezzo alla carreggiata, dal lato di Susa; cancella con pochi olpi di benna quella verso Ve- naus, ed è la fine di un sogno, toppare con qualche rete un po' di assi e alcuni blocchi di cemento il reno ad alta velocità. A quest'ora urlano le sirene delle ambulanze, il - sangue e le lacrime rigano il viso dolente di una donna. Si chiama Patrizia Triolo, 39 anni, è vedova, ha una figlia di 14 anni. L'altra notte era venuta a dare una mano al presidio: da qualche giorno era a casa dal lavoro, per un incidente stradale. Racconta: «Ero ferma sul- la strada con il collare che mi avevano imposto per il colpo di frusta e le mani alzate. Ero lì per fare resistenza passiva: pensavo che in quelle condizioni non avreb- bero avuto il coraggio di farmi nulla. E invece mi hanno dato una manganellata in piena faccia. Poi ho sentito il sangue che colava». In ospedale le diagnosticano la rottu- radei naso. Ancora tensione, anco- ra scontro, ancora grida alle porte di Venaus, e mentre già inizia ad albeggiare il presidente della comu- nità montana bassa Val Susa Anto- nio Ferrentino, promette batta-glia: «Lo hanno voluto loro, adessodovranno controllare tutta la vai-le. Metro per metro. Hanno usato imanganelli, hanno aggredito la no-stra gente inerme, l'hanno fattosenza alcun preavviso». Al telefo-no chiede ai suoi collaboratori dicontattare i parlamentari del suopartito. I sindaci in fascia tricolorecercano di mediare. Carla Mattioliprima cittadina di Avigliana, sve-glia nel cuore della notte PieroFassino: «E' rimasto sconvolto daciò che gli ho raccontato. E' origina-rio di questa valle, nella sua fami-glia ci sono stati partigiani chehanno versatasangue per la liber-tà è la democrazia. Non può resta-re indifferente di fronte a tutto^K-a d^ola valle è tutta inrivolta, scioperano una ventina difabbriche del torinese quasi tuttequeUe della Val Susa. Le scuolesono chiuse. Centinaia di negozinon alzano le serrande. E la prote-sta diventa di massa. Circolanoleggende metropolitane sui feriticentinaia dice qualcuno. Altri par-lano di un pensionato in coma senon addirittura morto. In realtà feriti sono sedici più una dozzinadi uomini tra le forze dell'ordine. Idue feriti ricoverati all'Ospedale diSusa, Patrizia Triolo e il pensiona-to, hanno ricevuto la visita dell'eu-roparlamentareAgnoletto. Ci sonoquattrofermi: uno per resistenza elesioni, ha sfilato il casco ad unpoliziotto durante gli scontri; altrisono denunciati per il primo di unalunga serie diblocchi sull'autostrada Torino-Bardonecchia, da Venaus, ad Avigliana, a BussolenoScattano i blocchi sulle ferrovie: iTgv resta fermo per qualche oraBussoleno, invece, si trasforma necuore della protesta. Vengono erette barricate all'ingresso e all'uscitadel paese sulle due provincialiQuando non sono i cassonetti del l'immondizia a bloccare le auto, sono gli alberi, segati lungo la strada e ammucchiati sulla carreg giata. Automobili e Tir restano in coda per ore: non si può fare un metro né avanti né indietro. La polizia fa da cuscinetto; gli uomini della Digos controllano e cercano la mediazione. Ci sono ancora ten sioni a Bussoleno quando trecento quattrocento manifestanti circon dano un contingente di polizia, Volano insulti, qualche pietra, ma le forze dell'ordine non reagiscono, Don Piero Cordola parroco di Bus soleno tenendo ferma la sua posi zione anti-tav cerca di fare da * mediatore. E proprietario di un terreno che avrebbe dovuto essere acquisito nella notte a Venaus an nuncia, invece, che farà ricorso: «Mi hanno manganellato e spinto via dal mio prato. Ero li per adem piere ad un impegno previsto per legge». Si chiama Adriano Favot, ha 48 anni. Spiega: «I diritti sono diritti, mi hanno impedito di parte cipare alla presa della mia terra», Alberto Ferino, imo dei leader dei No-Tav, è stanco ma non sfiducia to: «Hanno agito con arroganza, ora inizia la vera battaglia». Alle 18, a Bussoleno, i manifestanti mollano il blocco in autostrada. Si alzano colonne di fumo e di fuoco: bruciano i copertoni abbandonati dai No-Tav. Quando cala la notte toma la calma, ma è solo apparen za: oggi, in valle, riesploderà la protesta. j /l HO i iz-M-vnioi I ^UU UUinilll cr^nr^ ^rr'w/zi+i oUHU dH IVdLI pjj'JKYìnrnxA/icn e"1 IllipiUVVIiU r - c-rnntr; crinri Hi irati ^ l SCOmJ! SOnO 011(3X1 annpn-, mp77'nr3 apptl Id 11 Itl^Z. Ul d . 1—.,^,.: I laVOll -p j.- - i jj.: x- ILfltl I IOTlI OCCUpSTI cr\Y\rs r»nn *ctat' SOllO COnCjUISIdll q KV,QCC" - Hic e 'r\ S meSSI d OlSpOSIZIOnSHo! a cr^ 'cd-v OSI d SOCIcIS U,-. 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Persone citate: Adriano Favot, Agnoletto, Alberto Ferino, Carla Mattioliprima, Ferrentino, Lodovico Poletto, Patrizia Triolo, Piero Cordola, Susa Anto