Balzac, il mondo è un trompe-l'oei di Giovanni Bogliolo

Balzac, il mondo è un trompe-l'oei Balzac, il mondo è un trompe-l'oei Giovanni Bogliolo PER rendere attuale Balzac non è necessario impugnare i referti di morte che sono stati stilati per il Romanzo prima dell'annuncio di ogni sua nuova, presunta trasfigurazione né riscattare lo scrittore simbolo della grande narrativa ottocentesca dal discredito di cui si è voluto coprire. E' sufficiente leggerle II problema, semmai, è come. Balzac ha scritto poco meno di cento romanzi, che sono, sì, opere autonome e autosufficienti, ma fanno anche parte di un organismo complesso, la Commedia umana, che è a sua volta a pieno titolo un'opera che chiede di essere conosciuta in quanto tale e dalla quale i singoli componenti non possono impunemente essere avulsi. La collocazione in una delle tre parti in cui essa si suddivide - gli Studi di costume, gli Studi filosofici e gli Studi analitici - e in una delle sei sezioni in cui si articola la prima attribuisce a ogni romanzo una connotazione particolare; la conoscenza delle diverse avventure di cui i personaggi sono già stati o saranno protagonisti, comprimari o comparse è essenziale alla comprensione di ogpi loro apparizione; la disseminazione di riflessioni, digressioni, analisi e teorie, a volte rivelatrici, a volte peregrine, avvolge l'intera costruzione in una rete di senso che si riverbera su tutti gli elementi che contribuiscono a formarla. I romanzi di Balzac, insomma, non finiscono né cominciano; hanno sempre un prima e un dopo. Edizioni complete e sapientemente annotate di quest'opera monstre esistono, almeno in francese; a non esistere quasi più sono i lettori capaci di affrontarla con la voracità dei contemporanei di Balzac, mai sazi delle generose porzioni settimanali di romanzo, che ammannivano loro i Dumas, i Sue e gli altri/euiiZetonistes. E' sotto questo aspetto che Balzac può dirsi mattuale. Perciò quella che sta portando a compimento con rigore e passione Mariolina Bongiovanni Bertini - la pùbbhcazione di una scelta di romanzi, che al loro valore intrinseco aggiungano quello di essere esemplificativi delle ramificazioni strutturali, delle emergenze tematiche, delle ambizioni sociologiche, delle digressioni analitiche e della straordinaria varietà di toni, registri e stili dell'intera opera - è un'impresa generosa e necessaria: dodici volumi della Plèiade concentrati in tre dei Meridiani, novantun romanzi ridotti a diciotto. Una selezione severissima, ma non una decimazione; piuttosto una calcolata riduzione di scala per adeguare la Commedia umana - tradotta in maniera ineccepibile e sostenuta da un ricco, illuminante apparato di studi introduttivi e di note - alle disponibilità di attenzione del lettore di oggi. In essa si può infatti spaziare tra la vita di campagna e di provincia e quella di Parigi, nella realtà privata come in quella politica e in quella militare, assistere al ritomo dei personaggi, penetrare in un mondo completo e autosufficiente in cui, come giurava Balzac, ali is trae e perfino sembra, per effetto di uno stupefacente trompe-V oeil, più vero del reale. Una sua regolare frequentazione, osservava Oscar Wilde, «riduce i nostri amici a ombre e i nostri conoscenti a ombre di ombre». In questo secondo volume, che comprende i due romanzi del ciclo di Lucien de Rubem- pré. Illusioni perdute e Splendori e miserie delle cortigiane, della Commedia umana si arriva direttamente al cuore. Intanto perché si segue, in un arco di tempo relativamente breve, ma denso di avventure e di mutazioi ni,4'intera evoluzione di uno dei suoi personaggi più significativi: il giovane provinciale, ambizioso e vacuo che, per fiacchezza d'animo, dissipa bellezza, inteUigenza, valori. Poi perché la sua vicenda e le molte che in qualche modo le sono connesse illustrano alcuni dei temi principali dell'opera (i sogni della gio- vinezza che s'infrangono contro la realtà, la fragilità dei sentimenti, la forza delle passioni, il potere del denaro) e si snodano attraverso gran parte degli strati sociali, degli ambienti professionali e all'interno di quella folla variopinta di uscieri, portinai, artigiani, mezzane, delinquenti e dorme di piccola virtù che costituiscono di volta in volta lo sfondo o il primo piano di tutti i romanzi di Balzac. E' un vero asse portante e insieme un crocevia, in cui s'intrecciano i percorsi di tanti personaggi di estrazione e destino disparati, molti dei quali (ne hanno contati 1471) hanno avuto o avranno spazio e risalto in altri romanzi. Tra questi s'impone l'inquietante, luciferino Vautrin che, da quando appare a Lucien sotto le spoglie di un prete spagnolo, assume per lui il ruolo di salvatore e nella vicenda queDo di onnipotente demiurgo. E' l'irruzione del fantastico nel reale o meglio l'emergenza di quella faccia oscura e perturbante che il reale abilmente cela, ma che piccole incongruenze, coincidenze inspiegabib, accadimenti inconsulti lasciano a tratti trasparire. «Colonna vertebrale» della sua opera, l'ha definito Balzac; allegoria del male assoluto e insieme, per quei capovolgimenti di senso che la realtà della vita e quella dei romanzi non cessano di offrirci, soccorrevole benefattore; personificazione, per una volta, del destino in un mondo come quello balzachiano, in cui del destino che agisce sugli uomini e negli uomini non si fa che descrivere minutamente gli effetti e interrogare senza posa il mistero. Chi frequenta la letteratura non si stupirà di questo impasto di reale e di fantastico; ancor meno quelli che sanno che Balzac, forzato della scrittura, confessava di non aver tempo né desiderio di osservare una realtà che gli bastava immaginare. Per il pubblico dei reahty show invece, che crede che la realtà sia quella che si spia dal buco della serratura di una telecamera, sarà una bella, provvidenziale scoperta. VITA DI CAMPAGNA E VITA PARIGINA, REALTA' PRIVATA, POLITICA, MILITARE, UN TEATRO COMPLETO E AUTOSUFFICIENTE IN CUI TUTTO E' PIÙ' VERO DEL REALE La «Commedia umana»: nei Meridiani, per la cura rigorosa di Mariolina Bongiovanni Bertini, i due romanzi del ciclo di Lucien de Rubempré,. «Illusioni perdute» e «Splendori e miserie delle cortigiane», opere che non finiscono né cominciano, che hanno sempre un prima e un dopo Una caricatura di Balzac, «condottiero» della letteratura popolare HonorédeBalzac La commedia umana voi. Il a cura di Mariolina Bongiovanni Bertini trad. dlDianella Selvatico Estense, Gabriella Mezzanotte e Marise Ferro note di Claudia Moro, Mondadori, pp. 1828, «49 CLASSICO

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