Pronte le kamikaze Muriel non era sola

Pronte le kamikaze Muriel non era sola LA RAGAZZA BELGA SUICIDA A BAGHDAD: ALTRE CONVERTITE DISPOSTE AL MARTIRIO Pronte le kamikaze Muriel non era sola Un marocchino arrestato lo rivela alla polizia Maria Maggiore BRUXELLES Muriel non era sola, ci sarebbero altre donne belghe pronte a farsi esplodere per la guerra santa. Dopo la prima donna kamikaze belga, morta in un attentato lo scorso 9 novembre a Baghdad, arrivano altre inquietanti rivelazioni sulle nuove cellule di integralisti islamici in Belgio, composte sempre di più da gente comune, non di origine araba. La pubblicazione di un interrogatorio a Mohamed Reha, un belga marocchino, arrestato lo scorso mese in Marocco, sta facendo di nuovo tremare il Belgio. Il racconto fatto alla polizia dal diciottenne Reha, è inquietante. Di cittadinanza belga seppur marocchino di origini, Reha ha vissuto in Siria dal 2004, frequentando le scuole coraniche e awicinadosi a integralisti jihadisti. A giugno di quest'anno viene espulso daUa Siria e toma in Belgio. Viene contattato sul cellulare da una donna, la moglie di un tal Rachid Iba. I due s'incontrano in una stazione e dialogano solo con bighettini (per evitare di essere ascoltati). La donna scrive di conoscere molte altre «sorelle» (donne nel codice islamico), mogli di musulmani detenuti in Belgio, pronte a «compiere qualunque atto distruttivo, in nome della guerra santa». Reha viene incaricato di trovare un istruttore per le volontarie in grado di fornire anche l'esplosivo. Lui risponde, sempre per iscritto, che farà il possibile. Prende contatto con l'algerino Khalid Abou Bassir, a suo dire il coordinatore di Al Qaeda in Europa, il quale accetta il progetto e diventa il capo della cellula di donne kamikaze in Belgio. Ma Reha non si ferma qui. Va anche in Olanda, dove un altro integralista appena rimesso in libertà, Samir Azzouz, sta preparando un attentato ai servizi segreti olandesi. Reha gh propone di utilizzare deUe donne, già pronte al martirio, ma Azzouz rifiuta, preferisce gh uomini. Quindi, a fine settembre, Reha va in Marocco, dove due mesi dopo viene annestato a Rabat, insieme ad altre sedici persone, con l'accusa di preparare attentati a siti americani e israeliani. Ma a che punto è la preparazione delle aspiranti kamikaze belghe e quante sono le spose di musulmani detenuti visto che in questo momento ci sono 200 dossier aperti in Belgio per terrorismo? E, ancora: la ragazza esplosa a Baghdad faceva parte di questo gruppo? Gli interrogativi si moltiplicano in queste ore, mentre la polizia continua a indagare sulla rete della donna kamikaze del 9 novembre. Sei persone delle quattordici fermate mercoledì, sono state arrestate. Tutti uomini, un belga, due tunisini e tre belgi di origini maghrebina. Il gruppo era sotto osservazione da quattro mesi, ma la pohzia ha dovuto accelerare il blitz, mercoledi mattina, dopo che una radio francese ha rivelato che la donna morta a Baghdad, era belga. E di lei ormai si sa quasi tutto. Si chiamava Muriel Degauque, aveva 37 anni, i capelli e gh occhi chiari e un leggero sorriso. Una vita qualunque, seppur di queUe che vengono definite «a rischio». Proveniente da Charleroi, cittadina povera a sud di Bruxelles (dove abitano molti italiani ex minatori), la ricordano svoghata e aggressiva. Cattive amicizie, droga, qualche lavoretto saltuario e per ultimo commessa in un panificio, dove era stata accusata di rubare dalla cassa. Il padre impiegato della Previdenza sociale e la madre, segretaria in uno studio medico, hanno già subito la morte dell'altro figlio Jean Paul, ucciso in un incidente di moto a 24 anni. Dopo un primo matrimonio fallito con un turco, incontra a Bruxelles Issam Goris, un belga di genitori marocchini, di sette anni più giovane di lei. È la grande passione. Lei si converte all'Islam, prende il nome di Myriam e comincia a studiare l'arabo, porta il velo, poi il burka e si trasforma in una guerrigliera integralista. «Quando venivano a trovarci - racconta la mamma che da luglio non aveva più notizie della figlia - ci obbligavano a mangiare separati, gh uomini in cucina, le donne in salotto. E guai a stappare una bottigha di birra o accendere la televisione...Lui le aveva lavato il cervello, la ragazza esplosa a Baghdad non era più nostra figlia». Come dice un rapporto della polizia francese, le «convertite» sono le più fanatiche e le più pericolose. La foto di Muriel Degauque, la prima kamikaze di origine europea, era sulle prime pagine dei giornali belgi