Casini prende le difese di Cuffaro

Casini prende le difese di Cuffaro IL PRESIDENTE DELLA CAMERA: «GLI AMMINISTRATORI NON SONO BURATTINI NELLE MANI DI COSA NOSTRA» Casini prende le difese di Cuffaro dall'inviato a MESSINA Pier Ferdinando Castoi arriva a Taormina per partecipare al convegno della Confindustria siciliana è si trova.difironte il precidente degh industrialrtriuseppe rastanzo che dal palco boccia senza appello il governo regionale di Totò Cuffaro. 3 governatore, seduto accanto al presidente della Camera, sembra friggere sulla sedia. E quando sale sul palco si difende, attacca, punta il dito contro gh imprenditori. «Non avete nemmeno l'orgoglio di dire che in questi anni la Sicilia è cresciu¬ ta anche grazie a voi. Dite almeno questo, se non volete darmi alcun merito», urla Cuffaro. Casini segue accigliato il dibattito: si rende conto che pure negli ambienti imprenditoriali sono cresciute le difficoltà nei confronti dell'uomo forte dell' Udo nelTisola. Per non parlare poi delle inchieste della magistratura sugh intrecci tra mafia e pohtica che hanno colpito Cuffaro ed esponenti di primo piano del partito centrista. ^ Tuttavia, Casini non fa una piega: anzi, difende a spada tratta lUdc lanuihste guiderà alle Politi-: che del 2006. E per fare fl pieno dei consensi in Sicilia, deve tenere stretti tutti, non scomunicare nessuno, compresi gh inquisiti. Per tutti vale la presunzione di innocenza: «Bisogna aspettare l'esito dei processi - è la linea che Casini ha concordato con i siciliani - ma chi sarà condannato in primo grado deve farsi da parte. Adesso io qui ci metto la faccia, non mi tiro indietro». E in pubblico, di fronte agh industriali e al presidente della Confindustria Luca Cordero di Montezemolo, scandisce bene le parole. «Bisogna fare un atto di onestà. Evitiamo di strumentalizzare la lotta alla mafia. Evitiamo di farla entrare nel tritacarne delle polemiche partitiche, altrimenti le daremo una mano». Per Casini la legalità è la condizione essenziale per lo sviluppo ecoriomico, l'invadenza della criminalità organizzata deve essere arginata. Attenzione ai «tanti clichè del passato», ha aggiunto il presidente della Camera: «Non credo a chi dipinge gh amministratori eh questa terra come burattini o burattinai nelle mani della mafia. L'errore più tragico sarebbe quello di combattere la prossima campagna elettorale fra mafia ed antimafia: eoa si favorisce la criminalità». Un riferimento alla possibile candidatura di Rita Borsellino alla presiden¬ za siciliana? Glissa su questa domanda. Casini. Che poi alza le mani in aria quando un altro giornalista gh chiede se Cuffaro sarà ricandidato al vertice dell'Assemblea regionale siciliana. Una questione deheatissima, perché sono molte le indiscrezioni die danno per sicuro fl passaggio del testimone ad un esponente di Forza Italia, come Angelino Alfano e Gianfranco Miccichè. Una questione, dicono nella Cdl siefliana, che'si discuterà dopo le Politiche e dopo aver verificato la possibilità di riportare nel centrodestra Raffaele Lombardo. Il quale, con fl suo Movimento per l'autonomia, punta invece al terzo polo che sta facendo le prove generali alle comunah di Messina. Comunque, Casini ha detto quello che voleva sentirsi dire Cuffaro e lo stato maggiore delTUdc ha accolto fl suo leader a Palermo con un tifo da stadio. Dopo Taormina, fl presidente della Camera si è sposta¬ to nel capoluogo sicihano dove migliaia di persone hanno affollato laula magna di Ingegneria e molte altre sono rimaste fuori, seguendo fl loro leader attraverso un maxischermo. Il primo boato di entusiasmo lo ha ricevuto fl segretario delTUdc, Lorenzo Cesa, quando ha detto che (da mafia fa schifo ma fa schifo anche Santoro che è venuto in Sicilia non per accusare la mafia ma per fare fl santone ed accusare Cuffaro»: «Caro Totò - ha detto rivolto a Cuffaro visibilmente commosso, con le lacrime agh occhi sei grande e ti vogliamo bene». Poi le conclusioni di Casini, seduto accanto ad un applauditissimo Calogero Mannino, che ha elogiato i siefliani dell'Udo: «La nostra tradizionépolitica si stavàpei-estìnguere ed ora toma grazie a voi, protagonisti della storia italiana». Ma il presidente j'd^ft- Csjmejra jha messo in guardia fl suo partito, ncordando che la mafia si infiltra dove c'è fl potere. «Per questo noi dobbiamo avere un supplemento di attenzione, ha detto Casini. H quale poi fatto un riferimento a Lombardo: «Con alcuni amici c'è stato un momento di incomprensione. Ora è fltempo della riconciliazione». [a.l.m.] Cesa: «La mafia fa schifo, ma fa schifo anche Santoro che accusa Totò»

Luoghi citati: Messina, Palermo, Sicilia, Taormina