L'India studia lo sport I campioni finiscono nei libri di scuola

L'India studia lo sport I campioni finiscono nei libri di scuola BASTA CON I CLASSICI, SI PUNTA SU UNA NUOVA SERIE DI VALORI PER I GIOVANI L'India studia lo sport I campioni finiscono nei libri di scuola Lezioni su Tendulkar, Karthikeyan e la Mirza per imparare come si vince anche nella vita la storia STEFANO SEMERARO Martin Heidegger, il grande filosofo dell'Essere, non amava lo sport. Nel 1966, nella sua Introduzione alla Metafisica si lamentò acidamente del Novecento, un secolo decadente in cui persino «un pugile può essere considerato eroe nazionale». Oggi lo scìamano dì Messkirch probabilmente scuoterebbe vigorosamente il capino metafisico davanti alla notizia che in India il National Council of Education Research and Training (Ncert) ha da poco deciso dì inserire come materiale didattico nei suoi testi le vite e le opere di Sanìa Mirza, una tennista; Sachin Tendulkar, un fuoriclasse di cricket; e Narain Karthikeyan, un pilota di Formula uno. Una intervista alla graziosa Sanìa, la top-40 dì Hyderabad che con ì suoi dritti e le sue minigonne ha fatto infuriare gh ulema e appassionare i suoi connazionali al tennis, figurerà nel manuale dì Hindi per la classe IV. Le vicende di Tendulkar, il Sampras del cricket, e di Karthikeyan, il primo driver dravidico entrato nel Circus di Mister Ecclestone, faranno parte invece del curriculum di studi in scienze sociali. Gh esempi dei tre campioni, secondo gh educatori indiani, «insegneranno agli studenti ad eccellere, perché sarà per loro più facile entrare in sintonia con idoh del loro tempo». A Heidegger - ma anche al suo coUega Adomo, che paragonava lo spirito sportivo ai pogrom del Terzo Reich - non piacerebbe, ma questo è lo zeitgeist, lo spirito dei tempi. Dal Eeckham sognato dalle adolescenti indiane al Saggio venerato dai monaci tibetani, sono gh sportivi che intagliano modelli e stili di vita nella molle psicologia delle masse globalizzate. E' lo sport che, addirittura, edifica, sollecita, estrae una coscienza nazionale da popoli poveri o dimentichi dì storia comune. La Nuova Zelanda, ad esempio, è stata costruita a furia di mete. Gh Ali Blacks, che domenica hanno chiuso una trionfale tournée in Britannìa, sono molto dì più che la più forte squadra dì rugby del mondo. «Il rugby costruisce la storia sociale della Nuova Zelanda e la vita di tutti i pomi - sostiene lo scrittore dwi Robert McConnell -. Prendere o lasciare, ma è così». «Non abbiamo storia alle spalle - gli fa eco un Ali Black vero, Andrew Mehrtens -. E' lliaka l'unica cultura che abbiamo». Lliaka, la danza dì guerra maori, che ì TuttiNeri tirarono in faccia alla spocchia british nel 1905, all' epoca del loro secondo tour europeo, come sìmbolo dell'integrazione fra nativi e occidentali d'importazione. Quella tournée da cui gli Originals, ì primi veri e proprio Ali Blacks, «tornarono da neozelandesi, dopo essere partiti da coloniali», come è stato scrìtto. Il successo sportivo aveva dato dignità ad una nazione. Nel 1999 e nel 2003, quando gh Ali Blacks hanno toppato ai Mondiali, in Nuova Zelanda è caduto il governo. La Croazia, spuntata sulle ma¬ cerie dell'ultimo incendio balcanico a inizio Anni 90, ha trovato nella squadra dì caldo, terza ai Mondiali del '98, e in Goran Ivanìsevic ì suoi demiurghi. Quando Cavallo Pazzo nel 2001 vinse Wimbledon, sì presentarono in 150.000 a Spalato per festeggiarlo, qualcuno guidò fin dentro l'acqua l'auto pur dì abbracciare in firetta l'eroe. Ora l'hanno richiamato in servìzio per la finale dì Coppa Davis dì questa settimana a Bratislava, più in qualità di divinità salvifica che dì giocatore. Propaggini moderne dì una storia antica. Il re del medioevo era athleta Christi, atleta di Cristo, per Thomas Hobbes la bellezza - quella dì un corpo muscoloso, in piena efficienza - era sinonimo dì potere perché «promessa dì bene». Le lunghe gambe e il largo conto in banca della Sharapova non sono forse una conferma profana e efficace? Uno dei padri del sionismo. Max Nordau, nel 1900, invitava gh ebrei a «ricostruire il gìudaesimo dei muscoli», e il XX secolo secolo ha in effetti conosciuto connubi strumentali e turpi fra sport e ideologia, a partire dalle fascinazioni nazista e fascista per il (falsificato) mito dì Olìmpia. Lenin amava la ginnastica, di Mao sì arrivò a dire che il 16 luglio del 1966 aveva attraversato a nuoto lo Yangtse coprendo dieci miglia in 65 minuti: una media da motoscafo. Idi Amìn Dada prima dì diventare il feroce padrone dell'Uganda era stato campione nazionale dei pesi massimi e seconda linea di rugby. Nel 1978, per dirimere una questione dì confinì con la Tanzania, propose al presidente Nyerere un match di boxe. Il principe Norodom Sihanouk dì Cambogia organizzava fantozziani incontri dì calcio Parlamento-Governo nello stadio del palazzo reale. Ma lo sport, magari in maniera contraddittoria, è riuscito a volte anche a guidare la politica, invece di assecondarla. Se il Sud Africa è uscito dall'apartheid una fetta di merito è anche degli Springboks, un tempo la più razzista fra le nazionali ovali, che per anni schierò un solo colored. Errai Tobias, nel ruolo di nero dì rappresentanza (e Tobias finì anche pestato dai compagni di pelle, che non gh perdonarono la prezzolata connivenza). Quando il bando sportivo agli Springboks divenne insopportabile per una nazione che ha sempre vissuto di sport, fu il bianco e razzista boss della federazione rugby, Danie Craven, a convincere il Presidente Botha che era giunto il tempo dì uscire dal ghetto. Nel '92 ad Ellis Park arrivarono gh Ali Blacks, nel '94 Mandela uscì di galera, nel '95, con la maglietta verde numero 6 fu lui a premiare il Sud Africa campione d.. mondo dì rugby, strìngendo commosso la mano al capitano, il biondissimo afrikaaner Francois Pienaar. La vera riconciUazìone del Paese iniziò da lì. H razzismo non è certo scomparso né nella società né nel rugby sudafricano, ma la stella degli Springboks oggi è Bryan Habana, il rugbista più veloce del mondo. Habana è un colored, e forse guardandolo volare in meta ì ragazzini di Soweto sognano che il mondo sì possa cambiare anche tenendo in mano una palla ovale. Alla faccia dì Herr Heidegger. L'esempio viene da Croazia Nuova Zelanda e Sud Àfrica dove gli atleti di punta lanno spesso risvegliato la coscienza nazionale — 5: j mMARTHI Il fuoriclasse di cricket Sachin Tendulkar e a destra il pilota di Formula Uno Narain Karthikeyan, quasi degli eroi nazionali I colpi della graziosa Sania Mirza entreranno nel manuale di Hindi per la classe IV