Il Toro si è scoperto Stellone-dipendente

Il Toro si è scoperto Stellone-dipendente MALESSERE GRANATA LA SCONFITTA DI AVELLINO HA RESO EVIDENTE LA NECESSITA DI RINFORZI A GENNAIO Il Toro si è scoperto Stellone-dipendente Muzzi: «Questa è la B, se ne frega dei nomi e del blasone Il problema vero è Roberto, senza di lui soffriamo troppo» Roberto Contilo Tenere duro, stringere i denti. Aspettando gennaio e il mercato che permetterà finalmente di dare sostanza e alternative a un organico sempre più condizionato - com' era logico attendersi - da infortuni, squalifiche e stanchezza. Non ha scelta, il Toro scopertosi vulnerabile in Irpinia. Con l'anno nuovo ci saranno modo e tempo per ritoccare adeguatamente tutti i reparti, rendendoli impenneabih a qualsiasi alibi e disavventura. Adesso, però, bisogna tirare dritto, pensare agli ultimi 4 impegni del 2005 e soprattutto evitare che contro Triestina, Rimini, Brescia e Cremonese si ripeta quel che è successo ad Avelhno. Perdere nella tana dei Lupi non è stato un dramma, ma il primo vero flop stagionale ha fatto suonare l'allarme. «Con quei due, il Toro batte tutti», avevamo titolato 7 giorni fa, sottolineando l'importanza del tandem Muzzi-Stellone (con loro dal 1', sei vittorie su sei) nell'economia del gioco granata. Il problema è che quando mancano il peso di Stellone e soprattutto la concentrazione giusta, questo Toro può anche battere nessuno. 0 persino, com'è accaduto al «Partenio», perdere contro la penultima in classifica. Ne è convinto pure Roberto Muzzi, sempre più anima e coscienza granata, nella buona e soprattutto nella cattiva sorte. «Questa è la serie B, un campionato che se ne frega di nomi e blasone - dice l'ex laziale -. Se non sei concentrato al 1000Zo, rischi di perdere contro chiunque. Così capita a noi. Ad Avellino, abbiamo sbagliato approccio e regalato un tempo a una squadra che, con tutto il rispetto, lotterà per la salvezza fino all'ultima giornata. Noi abbiamo altre possibilità, altri obiettivi. Ma se li vogliamo centrare, dobbiamo esseme all'altezza sempre, in tutti i sensi». C'è di che preoccuparsi, Muzzi? «Non troppo, per il momento. Siamo ragazzi intelligenti, componiamo un gruppo unito e forte. L'importante è capire la lezione e farla fruttare. Sappiamo che la strada per la serie A è lunga e dura, ma per arrivare fino in fondo è necessario non allentare mai la tensione. Stare sempre sul pezzo, come diciamo a Roma». E' severo anche con se stesso, Muzzi: «Su quello stop di petto a inizio ripresa, potevo fare meglio. Ma la palla è schizzata via, Cecere mi ha preceduto e io mi sono pure fatto male al ginocchio sinistro. Al 90', invece, l'avevo già visto dentro quel mio destro. E' stata una zolla maligna a deviare la traiettoria sul palo. Evidentemente, era destino perdere: oltre ai nostri errori, c'è da dire che all'Avellino è anda- to tutto bene. Pazienza. Un passo falso può capitare. Peccato, perché sabato poteva essere davvero l'occasione buona per allungare in classìfica. Si vede che il destino del Toro è la sofferenza, è doversi rimboccare le maniche e lottare fino in fondo». Meglio sarebbe tornare a farlo con Muzzi e Stellone assieme in attacco. Chissà, però, se la coppia d'oro potrà ricomporsi prima del 2006. Anche Muzzi, abituato a stringere i denti per vincere la sciatalgia, adesso comincia a vacillare. Colpa della diffida che al prossimo «giallo» gli causerà un turno di squalifica, ma soprattutto dal ginocchio gonfio portato a casa da Avellino. «Vedremo nei prossimi giorni. Col dolore, ormai, mi sto abituando a convivere, n problema vero è Stellone. Lui è troppo importante per tutti noi, non solo per me. Speriamo che tomi al più presto. Lui per primo conosce le difficoltà che abbiamo quando non c'è e farà di tutto per darci una mano». Nell'attesa, Muzzi si tiene stretto uno dei pochi souvenir confortanti del grigio pomeriggio avellinese: «E' stato bello sentire l'applauso dei nostri tifosi, a fine partita. Hanno visto che abbiamo dato tutto, hanno capito che si può sbagliare. Questa è la conferma dell'unità del nostro ambiente. Qui siamo tutti sulla stessa barca, a remare in un'unica direzione. E' più facile, così, affrontare i momenti difficili che ci capiteranno». Come è già questo. Dopo il ko più inatteso, con il traguardo del mercato e della meritata sosta di fine anno ancora lontano 4 partite. Tutte potenzialmente a rischio, per un Toro senza altemative in attacco e, ripensando ad Avellino, fatto più di fiorettisti che di sciabolatori. Ancora una sconfitta in casa per la Cremonese, ultima in Classifica, mentre Gonzalez (doppietta) firma il 3-2 finale che fa respirare al Vicenza aria più tranquilla. Nemmeno contro i veneti c'è stata la reazione sperata dai tifosi grigio rossi, che hanno contestato società e squadra con un fitto lancio di palle di neve che ha costretto l'arbitro Gava a sospendere per 8' la partita. Gli altri marcatori: Schowch su rigore, Carparelli (foto) e Job. Stasera (ore 20,45, diretta sui digitale terrestre d! Sport ita lia) la serie B conclude con Verona-Catania il suo 17 "turno. Oggi pomeriggio, invece, a Orbassano il Toro comincia la sua settimana più delicata. C'è da riscattare l'inattesa sconfitta di Avellino. Ce da preparare la sfida casalinga di sabato contro la Triestina reduce dal 2-0 sul Crotone nella prima uscita del dopo-Vierchowod. Difficilissimo il recupero di Stellone che si sta curando a Forlimpopoli e preoccupa Muzzi, uscito da Avellino vistosamente zoppicante.. Roberto Muzzi incita i compagni a stringere i denti in questi momenti difficili. Oggi il romano, colpito duroal ginocchio sinistro, capirà l'entità dell'infortunio