Solana: sulla sicurezza troveremo un'intesa

Solana: sulla sicurezza troveremo un'intesa IL CAPO DELLA POLITICA ESTERA EUROPEA Solana: sulla sicurezza troveremo un'intesa intervista EMANUELE NOVAZIO dall'inviato a BARCELLONA Signor Solana, qui al vertice le differenze restano profonde, lo scontro sul terrorismo e le sue implicazioni rischiano di far naufragare un'occasione altamente simbolica per rilanciare il dialogo euromediterraneo. «Personalmente sono ottimista, le differenze sul documento che dovrà fissare il "codice sul terrorismo" non sono propriamente di sostanza ma piuttosto di formulazione. Tutti sappiamo cos'è il terrorismo, il problema è che a volte ci sono difficoltà sul modo di definirlo a parole. Alla fine un accordo si troverà». Il vertice è stato occasione di un incontro a quattrocchi tra vertici palestinesi e isareliani. E' più ottimista sul processo di pace in Medio Oriente? «Ci troviamo di fronte a una situazione nuova, densa di speranze che potrebbero andare deluse. In Israele ci sono stati due terremoti politici: il primo nel partito laburista, il secondo nel Likud. Contemporaneamente sono in preparazione elezioni difficili in Palestina, con un confronto fra la generazione anziana e quella della prima Intifada e di Hamas». Dieci anni fa, proprio qui a Barcellona, lei profetizzò la pace in Medio Oriente, anche come conseguenza del processo appena avviato fra le due sponde del Mediterraneo. Deluso? «E' la realtà della vita, e bisogna farci i conti. E' ovvio che non mi fa piacere essermi sbagliato, ma per quel che mi riguarda ho fatto tutto il possibile. La pace in Medio Oriente non era in mio potere». L'assenza dal vertice della gran parte dei capi di Stato arabi è un segno di sfiducia e abbassa il valore politico della riunione. «E' impossibile che un vertice che riunisce 35 capi di Stato o di governo non riveli qualche problema di agenda. Ma tutti i Paesi sono rappresentati ad alto livello. Di certo, la necessità di una politica euromediterranea si è affermata e andrà approfondita nei prossimi anni». Davvero riprenderete i negoziati con l'Iran il 6 dicembre? «Ho appena inviato una lettera alle autorità di Teheran nella quale auspico la ripresa del dialogo con l'Europa e chiedo che l'Iran faccia il possibile per creare le condizioni di un ritorno al negoziato. Nella lettera non pongo nessuna scadenza». Non pretende neanche che Teheran rinunci alla conversione dell'uranio, per tornare al tavolo del negoziato sulla questione nucleare? «Ho detto esattamente quel che ho scritto nella lettera». Le novità «La defezione di qualche leader arabo non toglie nulla alla sostanza di questi colloqui. C'è la volontà di dialogare con tutti come ho riconosciuto con la lettera a Teheran»

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