La morte annunciata della bimba di 25 anni di Marco Neirotti

La morte annunciata della bimba di 25 anni POCHE ORE E DEBORAH NON SAREBBE MORTA La morte annunciata della bimba di 25 anni Un poliziotto voleva arrestare il killer Marco Neirotti inviato a BIELLA «Alcune di quelle foto erano state scattate anche a Deborah Rizzato quando aveva 13 anni. Santangelo raccontò che Deborah era andata con lui al Piazzo lasciando che gh uomini la guardassero senza problema». Incomincia da questa deposizione di un'altra delle ragazze di Santangelo, la morte annunciata di ima bambina di 25 anni. La procura della Repubblica affonda la mano nella sapienza con cui r«awocato» Emiliano conquistava le ragazze. Ed è un viaggio in adolescenziali entusiasmi e fughe spaventate. Dice una di loro: «Quando ho capito che era pazzo, ho cercato di scomparire. Mi ha perseguitata come Deborah. Non riesco a capire perché lei sia diventata un'ossessione». Questa è la storia di Deborah, 13 anni nel 2001, che incontra in discoteca un ragazzo simpatico: «Io mi sono lasciata prendere dal sentimento e credevo che fosse una persona seria. Anche se poi ho avuto dei dubbi, perché parlando con ima mia amica di Ivrea seppi che era il suo ragazzo. Emihano mi chiedeva con insistenza di fare l'amore con lui, ma mi sono rifiutata. Poi lui mi chiedeva di fare altre cose, ma io mi trovavo in contrasto perché non volevo farle, ma avevo anche paura che non facendole lui si sarebbe arrabbiato...». Eccolo l'adulto. Eccolo il grande che sta impossessando di una vita, si insinua, da un lato sembra aiutare, dall'altro ha trovato come scivolare in una mente. «Lui però con prepotenza, anche se non con violenza, mi costringeva a fare quello che voleva. Ritengo che all'epoca dei fatti che sto citando, non avessi ancora compiuto 14 anni. Io intendevo la relazione con lui in modo serio. Ricordo che un giorno, mentre andavamo in macchina, lui prese una strada secondaria di ghiaia. Si fermò e mi chiesi se avessi mai fatto l'amore. Io risposi di no e che volevo farlo con una persona quando fossi sicura dei sentimenti che provavo. Emiliano mi chiese con insistenza di toccarlo nelle parti intime. Io non volevo farlo, lui insisteva, dicendo che non c'era nulla di male e che tutte lo facevano. Insisteva ancora e, per lo stato d'animo che ho detto prima, alla fine mi tirò giù i pantaloni». E' Deborah che parla. E' Deborah che sta entrando nel sentiero che l'ha portata fino ad oggi: «Ci toccammo l'un l'altro. E lui tentò di avere un rapporto completo. Non accadde nulla». Ma ci provò ancora. Adesso parlano i verbali: «In seguito tentò ancora di avere rapporti sessuali completi. Invano. Mai i rapporti sessuali si'ripeterono come era avvenuta la prima volta in un'altra decina dì circostanze. La Rizzato troncò con il Santangelo quando fu messa al corrente che egh aveva una relazione con la sua amica». Stiamo parlando di una sentenza del tribunale di Biella dove la dottoressa Cecilia Marino il 9 luglio 2001, scrive testualmente; «Ha detto di avere paura dell'Emiliano». Aveva paura di lui, mentre parlava a distanza di anni da ciò che le era accaduto. Soggiogata, catturata, spaventata. Ne parlava con le altre? Di sicuro sì. Perché Emiliano - il bello che si presentava come «accompagnatore di donne sole» oppure come sbirro con la pistola che fa paura queste ragazze le teneva in pugno contemporaneamente. Dai verbali. Ragazza che ha avuto rapporti con lui, famiglia ricattata con invio di immagini forti, riferisce: «Prima di fare il filmato ho litigato con lui, ma alla fine, per timore di trovarmi sola ho nuovamente ceduto, perché mi trovavo in ima condizione psicologica devastata. Basti pensare che più tardi mi ha detto che il filmino lo faceva vedere ai suoi amici nonostante io glielo avessi espressamente vietato per ovvie ragioni». Era scappata di casa, era in lite con i genitori. Lui la accoghe, 26 dicembre. Natale appe¬ na pianto. Ma decide di tornare a casa. Perché? «Non ce la faceva più a sostenere quel rapporto così anormale. Quando tomai dai miei, decisi con mio padre che ci saremmo trasferiti in un'altra regione, lontana, ben decisa a sottrarmi di fatto alla malefica influenza del Santangelo». Sta a verbale, sta scritto nelle motivazioni di una sentenza. Deborah è nelle stesse mani. Ma lei rimane lì, a Cessato, a portata di minacce. Telefonate, messaggini, tutto può essere. Ma lei, oltre a questo, è anche a portata di mano. E' qui. E' uno stillicidio di violenza subdola, apparentemente monotona che l'avvolge e la travolge. Cerca di difendersi come può: polizia, questo mi minaccia. Carabinieri, mi scrive strane cose, ditemi che devo fare. E' mi crescendo. Culmina quando il Satana di Santangelo l'ha scovata di nuovo. Sabato scorso va in questura. E trova un funzionario che le fa capire che non è tutta burocrazia, che la vita è comprensione. E lui, la mattina di lunedì, si presenta in Procura: fermiamolo. Martedì mattina arriva troppo presto. Sabato lei era andata in questura «Fermatelo» Ma lui ha colpito prima delle manette Emiliano Santangelo scortato dai carabinieri al momento dell'arresto

Persone citate: Cecilia Marino, Deborah Rizzato, Emiliano Santangelo, Santangelo

Luoghi citati: Biella, Ivrea, Santangelo