Un incidente tradisce il killer di Cessato

Un incidente tradisce il killer di Cessato LA BREVE FUGA UNA MANOVRA VIETATA RICHIAMA L'ATTENZIONE DEI VIGILI, LUI PROVA A SCAPPARE MA SI SCONTRA CON UN'ALTRA AUTO. E' IN STATO CONFUSIONALE Un incidente tradisce il killer di Cessato Preso a Genova Fnomo che ha ucciso la donna «colpevole» di averlo denunciato per violenza Marco Raffa GENOVA Uno scooter che «inchioda» per evitare un'auto che sta facendo inversione a U, una pattuglia di vigili urbani che si trova, per caso, ad assistere alla scena: due circostanze in fondo banali hanno permesso ieri mattina a Genova di interrompere la fuga di Emiliano Santangelo, l'assassino della venticinquenne di Cessato massacrata martedì mattina nel parcheggi di una fabbrica tessile di Trivero. Dopo aver ucciso con sette coltellate Deborah Rizzato, Santangelo si era impadronito della sua auto, una Peugeot 205 amaranto, e aveva fatto perdere le sue tracce. Sull'auto sottratta alla vittima, due documenti «(raccontano» la tragedia: il referto medico di una visita effettuata nella casa circondariale di Biella, che probabilmente l'uomo aveva con sé al momento del delitto, e la copia di una delle tante denunce con cui la ragazza aveva descritto la persecuzione a cui continuava a essere sottoposta dall'uomo che l'aveva violentata da bambina. E mentre in tutto il Piemonte scattava la caccia all'uomo, con deci¬ ne di pattuglie e persino un elicottero, l'assassino si è diretto verso sud riuscendo a raggiungere la Liguria, Genova. Qui, ieri mattina, nella delegazione operaia di Rivarolo, si è tradito per un banale errore di guida. Inseguito da un vigile urbano motociclista, Stefano Ghiggi, ha cercato di «fare il furbo» prima fingendo di fermarsi e poi accelerando di colpo, concludendo la sua folle corsa, un centinaio di metri più avanti, con un «(frontale» che ha coinvolto altre due auto (tre i feriti, non gravi). Ma fino a quel momento quell'uomo massiccio, con i pantaloni sporchi di sangue, è «soltanto» un balordo in stato confusionale, che dice frasi sconnesse («mi "chiamo Franzoni, sono di Cogne») e che per prudenza viene trasferito in ospedale per controlli psichiatrici. Un viaggio in ambulanza, tra l'altro, segnato da un tentativo di fuga, sventato dai vigili di scorta. Poi, verificando le carte d'identità e i documenti trovati nell'auto, si accende la lampadina: il balordo di Rivarolo è l'assassino di Cessato. E a prendere in consegna l'uomo piantonato dai vigili nell'ospedale di Sampierdarena, ammanettato mani e piedi al letto, arriva¬ no i carabinieri. Più tardi, mentre lo portano via, l'omicida ha ancora voglia di sorridere, di salutare i cronisti in attesa. ((Non si rende conto di nulla, dice di non ricordare» riferisce chi era con lui sull'auto dei carabinieri. In caserma, al Forte San Giuliane sede del comando provinciale dell'Anna genovese, per tutto il pomeriggio gli uomini del colonnello Mariano Mossa hanno cercato di farlo parlare. «Vogliamo capire cosa ha fatto quest'uomo per 24 ore dopo il delitto: dove è stato, che itinerario ha seguito da Eiella a Genova, se ha incontrato qualcuno durante la fu;a». Ieri in serata si è concluso 'interrogatorio: Santangelo, sempre in stato confusionale, si è avvalso della facoltà di non rispondere. Val Polcevera, delegazione genovese di Rivarolo, via Ferri: la Peugeot di Deborah Rizzato fa inversione a U; forse l'omicida ha visto la pattuglia dei vigili ferma poco distante, forse un ripensamento sulla strada da seguire. In quel punto la striscia è continua, la manovra non si può fare. Uno scooter inchioda per evitare l'impatto con l'auto: ce n'è abbastanza per richiamare l'attenzione della pattuglia. L'agente Stefano Ghiggi mette in moto, insegue la Peugeot, lampeggia con i fari. Santangelo finge di accostare, quasi si fenna poi accelera all'improvviso. E' un attimo: poche decine di metri poi, sul ponte di via Perlasca dove in quel momento il traffico è molto intenso l'uomo sterza, finisce contromano, si schianta contro una Panda che a sua volta rimbalza su un'Alfa 156. Appena fuori dall'auto, Santangelo si mette a correre, minaccia di buttarsi dalla spalletta del ponte, urla frasi sconnesse, alla fine viene bloccato. Arrivano rinforzi, un'ambulanza, altri vigili a dirigere il traffico. Santangelo viene caricato sull'ambulanza, dove continuerà a dare in escandescenze cercando anche di fuggire. Intanto Ghiggi, cercando di identificare il misterioso energumeno, ispeziona l'auto e trova le carte d'identità e la patente della vittima, i documenti del carcere di Biella, la copia della denuncia di Deborah. Dalla sala radio gh confermano che l'auto è segnalata, di mettersi in contatto con Biella. La telefonata successiva risolve il caso: «E' lui, lo stiamo cercando da un giorno, attenzione perché è un uomo pericoloso e imprevedibile». * Emiliano Santangelo, 33 anni, al momento dell'arresto: sorride ai fotografi, quasi inconsapevole del suo gesto