Prodi: il nucleare? Ne riparleremo solo tra ventanni di Flavia Amabile
Prodi: il nucleare? Ne riparleremo solo tra ventanni I PROGRAMMI LEGAMBIENTE CHIEDE IMPEGNI AL LEADER DELL'UNIONE Prodi: il nucleare? Ne riparleremo solo tra ventanni «Svolta energetica con risparmio e fonti rinnovabili» Flavia Amabile ROMA Senza aspettare il tanto atteso Programma, gli ambientalisti di Legambiente hanno pensato ài invitare Romano Prodi a una tavola rotonda e fargli spiegare la sua posizione sulle materie a loro care. Tanto per anticipare i tempi, insomma, da ieri chi considera i temi verdi una componente essenziale sa anche che nel futuro del centrosinistra secondo Prodi c'è un no deciso al nucleare e un via libera ai rigassificatori. «Si deve cambiare il Paese, non ho nulla da perdere e ho tutto da guadagnare a proporre una politica di cambiamento, sull'economia e sull'ambiente» è l'esordio di Prodi. Poi si va avanti sui singoli argomenti. Kyoto e il protocollo per sconfiggere il famigerato buco dell'ozono? «Per Kyoto ho combattuto come militante - ricorda Prodi - ed è andato anche al di là di quello che pensavo all'inizio. E Kyoto deve essere l'obiettivo del governo di centrosinistra». Subito dopo la ripresa economica, precisa poi. Ma che cosa fare? No deciso al nucleare innanzitutto. Occorre una «svolta energica dopo dieci anni di paralisi» e due priorità, è la ricetta di Prodi: risparmio e fonti rinnovabili, due campi sui quali «siamo arretratissimi». «Sul solare sottolinea Prodi - nessuno propone obiettivi impossibili, ma almeno dobbiamo arrivare al livello della Germania». Obiezione dell'amministratore delegato dell' Enel, Fulvio Conti, sulla possibilità di installare i pannelli nelle città medioevali: «Non è vero - risponde il leader dell'Unione che c'è un problema di urbanizzazione. Ci sono le parti nuove delle città, le parti industriali. Io non ho avuto il tempo, altrimenti avrei messo i pannelli solari anche sul tetto della "Fabbrica" del programma, un brutto capannone fuori Bologna che vedrei bene con tanti pannelli solari sul tetto. Mezza Italia è fatta così, il problema è avere obiettivi realistici». Sull'eolico: «È inutile mettere una pala qui o una pala là. Solo se c'è la possibilità di un grande campo si fa, sennò no». Prodi promuove poi il risparmio energetico, «che ha un potenziale enorme perché può far crescere un settore industriale», e per il quale occorre fare un grande sforzo, anche incentivando le ristrutturazioni immobiliari in tal senso». Infine i rigassificatori, gli impianti che permettono un aumento del consumo di gas, di gran lunga più economico del petrolio. Un sì pieno anche a costo di alienarsi le frange estreme della sinistra, quelle che come Nichi Vendola, presidente della Regione Puglia, ne sottolineano i rischi. «Sono impianti ad alto impatto ambientale», aveva spiegato Vendola agli inizi di novembre dinanzi all'ipotesi di una struttura in programma a Brindisi. Prodi invece non ha dubbi e in implicita polemica con il governatore spiega: «Sono una cosa seria» E aggiunge: «L'ho già detto a Bari e qualcuno ha calcolato che così si perdono 20 mila voti... Vuol dire che si riguadagneranno dopo». Probabilmente ha ragione visto che sulla questio- ne si mostra d'accordo an- che Legambiente: «Pensia- mo che nei prossimi 5 anni alcuni rigassificatori lungo le coste italiane vadano fatti, con tutte le dovute cautele sul dove», afferma il presidente di Legambien- te, Roberto Della Seta, con- fermando comunque il no ^iÌaSap^0tnoedidèriUnn Prodi è invece cauto su un possibile ritorno al nu- cleare: «Per ora il momen- to non ® maturo» e non lo s?rà finché non ci saranno risposte certe su sicurezza e rifiuti. «Ne riparliamo fra venti anni»' afferma, e per questo propone di mantene- re *un Presidio di ricerca». Abbandonarlo ai tempi del referendum fu «un errore». L'opposizione ironizza su quella dichiarazione ini- Ziafe( a «non ho nulla da perdere». «Ha già perso» ribatte Isabella Bertolini diFi. E insorge soprattutto il partito filonucleare che ve de molti simpatizzanti fra le fila di An e di Fi. «Tra venti anni? Perché non ne riparliamo tra cento?», ri sponde Adolfo Tirso, vice ministro alle Attività Pro duttive accusando Prodi di «rinviare ogni decisione nell'impossibilità di comporrei dissidi interni». «Abbiamo un ritardo TOriISSimO ?.4L5?.iar?.n0n...r, nnc;c;ihilp rhp Hl.??.!.v:....™..!r. ^ j- f c-moriia Id Otirildrild da niiS a\znriti Hi nni Sia piU avanti Ol noi Ài rinaccif iratnri Al rigaSSITlCaiOri Hirn Hi d Pnrhp uiv-u ui ji ai iv.i ic se quesio non rara piacere a qUaiCUnO» I leader dell'Unione Romano Prodi
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