L'azzardo di Sharon «Addio ingrato Likud Subito le elezioni»

L'azzardo di Sharon «Addio ingrato Likud Subito le elezioni» ISRAELE SI VA AL VOTO ANTICIPATO. PERES, BATTUTO NEL LABOUR, NON DICE CHE FARA L'azzardo di Sharon «Addio ingrato Likud Subito le elezioni» H vecchio leader lascia il partito e promette Dopo Gaza, non ci saranno altri sgomberi» « Fiamma Nircnstein GERUSALEMME I fuochi d'artificio per la nascita del nuovo partito di Ariel Sharon ci hanno pensato gh Hezbollah a organizzarli sul confine del nord, bombardando tutte le cittadine della zona, mandando con le loro «katiushe» all'ospedale una decina di israeliani fra cui uno molto grave. Israele, così, non ha dormito né a Gerusalemme e a Tel Aviv dove le sedi politiche hanno inagurato la convulsione che durerà fino alle elezioni, forse il 28 marzo; né a Kiriat Shmone o a Metulla dove i vecchi, i bambini, tutti i cittadini, hanno dormito nei rifugi sotterranei. Sharon ha dato il via a una frenetica danza di scelte fatali, di pressioni per restare o andare la mattina presto quando s'è recato a casa del presidente Katsav per annunciargli le sue decisioni e pregarlo di indire le elezioni quanto prima. Da quel momento fino alla sera (al momento della conferenza stampa alle 19,30 in cui in quattro minuti di linguaggio militare ha spiegato di non essere stato «eletto per scaldare la seggiola» e che aveva intenzione di andare avanti senza gh impicci dell'inimicizia intensa del suo partito verso la Road Map) Sharon ha indossato il volto dell'ironia sferzante e della sfida. E a ragione: ci vuole coraggio per affrontare un terremoto come quello che ieri ha scosso Israele, determinazione, forza, ha detto parlando in apertura deh'attacco degh hezbollah e mandando i suoi augurio ai feriti. «Guardate come ci tocca a vivere qui», ha detto. E parlava di sé: tutta la vicenda attuale ruota intomo al tema del coraggio di un settantottenne di rimettersi in giuoco intero, di sfidare un elettorato abituato a un bipolarismo superato dallo sgombero di Gaza, e nel coraggio di Israele di voltare pagina. Sharon dopo aver portato il Likud a 40 seggi e battuto Netanyahu alle primarie, avrebbe potuto correre su un'autostrada ver¬ so le prossime elezioni. E poi, a 79 anni, diventare di nuovo Capo di Stato. Sì, sarebbe stato combattuto dalla metà del Likud nella sua scelta di - come ha detto alla conferenza stampa - reahzzare la Road Map; è vero, sarebbe stato anche privato dell'aiuto di Shimori Peres e del suo partito, ormai guidato da Amir Peretz. Ma avrebbe mantenuto una posizione che invece adesso si è giocata alla roulette della pohtica israeliana, fino a correre il rischio che Peretz e il suo Partito Laburista tutto volto alle questione sociali vincano le prossime elezioni. Al momento attuale le previsioni dei sondaggi danno 28 punti a testa a Sharon e a Peretz e 18 al Likud di Netanyahu o di Tizi Landau. E spiegano anche che già ieri un quarto dei votanti del Likud voterebbe per Sharon. Tuttavia, secondo le indagini, oggi l'interesse maggiore della popolazione è spostato sul problema della povertà e in genere sulle questioni sociali che Amir Peretz mette in prima linea, e la sinistra, a fronte di ima destra spaccata da una secessione così importante, potrebbe vincre. D'altra parte, purtroppo, l'area mediorientale è talmente soggetta ai problemi della sicurezza che ad esempio una giornata sotto le «katiushe» degh Hezbollah, può cambiare l'umore del votante e gettarlo nelle braccia del più duro dei concorrenti, che sia esso Netanyahu o quant'altri. Quindi Sharon rischia, e lo sa. Ma la sua scommessa è di contenuto, e quindi irrinunciabile: se non lo fa lui, nessuno potrà guidare il Paese nello stesso tempo alla guerra contro il terrorismo e alla pohtica della mano tesa verso Abu Mazen. «Ma non ci saranno più sgomberi, solo la Road map seguita pedissequamente, con l'adempimento degh impegni dei palestinesi, prenda tutto il tempo che ci vuole», ha detto Sharon. «Io per me intanto sgombererò gh outpost». E dov'è Shimon Peres in tutto questo? Triste dirlo, ma è a casa. Sharon ha bofonchiato e balbettato alla domanda. Peres è orfano del suo partito, che lo ha scansato in maniera piuttosto stupefacente per far largo a Peretz così da ristabilire una propria identità fuori dall'ombra di Sharon. Sarebbe logico pensare che come il ministro laburista Haim Ramon, anche l'altro grande vec¬ chio nazionale («Ci presentò Ben Gurion nel secolo scorso, nel '53 - ha riso Sharon - quando lui era direttore del ministero deUa Difesa e io capo dell'Unità antiterrorismo Commando 101. Mi sembra che sia stufo della pohtica, e che abbia magnifici programmi di intervento economico». Peres stufo della pohtica? Ma quando mai! È più facile che Sharon, subito addentato a sangue dai superstiti del Likud che gh danno di traditore, corrotto, dittatore che non sopporta un'opposizione, buffone, cerchi di non esasperare quella parte di elettorato di destra che spera di recuperare per la prossima puntata di una vita spericolata. y.S::'' Il primo ministro Ariel Sharon Ieri ha annunciato al presidente della Repubblica Katsav la decisione del voto anticipato

Luoghi citati: Gaza, Gerusalemme, Israele, Tel Aviv