Il pianto di Annamaria dopo il giorno più lungo
Il pianto di Annamaria dopo il giorno più lungo L'AULA UN'ALTALENA DI EMOZIONI MENTRE SCORREVANO I FOTOGRAMMI DELLA STANZA DI COGNE Il pianto di Annamaria dopo il giorno più lungo La disperazione di fronte alle immagini più cruente to se ima persona è innocente o colpevole, è un'assurdità giuridica. Questa ordinanza è un'autentica mazzata sulla verità del processo». Le ultime immagini Quello che non si vede è Annamaria che resta impassibile davanti alle prime immagini sulla morte di suo figlio, impietrita, con gh occhi più neri e più piccoh, mentre la sorella Fabiola, seduta dietro di lei, non riesce a trattenere lo scandalo e la paura davanti alla grande macchia di sangue e viscere inquadrata da lontano e poi sempre più da vicino. Annama- ria si sostiene il volto sull'indi- ce della mano aperta, piegata un po' di lato. Non muove niente. Taormina ogni tanto la controlla con la coda dell'oc- chio per vedere come sta. Stefa- no prende appunti. Anche don Marco, il parroco di Ripoli, sisegna qualcosa su un foglio. Quello che vogliono vedere tut- ti, invece, è un'immagine che anoi tocca guardare con vergo- gna, persino con orrore, quando Annamaria china gh occhi e comincia a piangere nasconden- do il volto con la mano destra, dalla parte dove siedono i gior- nalisti, mentre sullo schermo scorrono il sangue e le parole di un banale video di polizia giudi- ziaria, «Piras! Piras, questa l'hai fatta?», il cuscino inzuppa- to di rosso, una bacinella, il letto, un parquet di legno, «qua è un casino» e «come si fa con questo bordello...», e tutte le cose e le voci che riempiono un asettico atto formale dentro al dolore e alle memorie dei prota- gonisti. Il crollo E'in questo momento che Anna- maria non resiste più, quando nel video si sentono le ultime parole del carabiniere e la tele- camera ricerca altre chiazze qua e là, nelle coperte disfatte del letto. Si copre gli occhi fra i singhiozzi. L'avvocato Taormi- na si gira di lato: «Vuole usci- re?». Lei risponde no, ma na- sconde ancora di più il volto e cerca un fazzoletto nella borsa, Da questo momento in poi, non guarda più, tiene la testa bassa, e i singhiozzi si fanno più forti solo quando la dottoressa Satra- gni dice «può darsi che il bambino si sia messo a piangere e per via della sua fragilità ossea sia successo qualcosa, come un'esplosione». E resta lì, piega- ta, tutta rattrappita nelle sue lacrime, mentre dietro di lei il marito Stefano prende appunti senza perdersi una scena e an- che papà Giorgio crolla in sin- ghiozzi, con la Satragni che continua a parlare e racconta a un maresciallo che «c'era solo la madre disperata per questo bambino e mi ha detto gli è scoppiato il cervello, e io pensa- vo ma cosa sta dicendo, non è possibile, ma quando sono arri- vata c'era proprio questo scop- pio, ed era vero, le sue parole descrivevano quello che era sue- cesso, qui sembrava proprio questo, quando sono entrata qui dentro, che ci fosse stato questo scoppio», Le polemiche Annamaria non alza più gh occhi. Anche questo non si ve- de. Nemmeno quando tutto è finito. La scuote Taormina, per- che l'idillio del primo giorno di udienza sembra già finito, e una volta attacca il presidente Pette- nati («ci fate sapere anche a noi, oppure pensate che la difesa debba essere esclusa dalle infor- mazioni?») una volta il procura- tore generale Corsi (gh chiede di aprire un'indagine sui carabi- nieri: «il procuratore ha anche determinati doveri, se lo ricor- di»). Prima di chiudere con estrema durezza, parlando di «una sentenza già scritta». Nel mezzo, non dimentica i Ris e il suo colonnello Luciano Garofa- no, e il nucleo di Aosta, e il povero appuntato Piras che de- pone così impacciato e confuso da dargh pure un po' di corda: «Voghamo parlare chiaro? Una foto eliminata è una parola molto legante per dire che una prova non c'è più? Se la fa un privato una cosa del genere finisce sotto inchiesta. Quando ^a ^a ^ pubblico, finisce lo stesso male il privato. E' giu st0?» 'e su questo ha ragione da vendere). E nei suoi attacchi non dimentica ovviamente i giornalisti (te pareva?), che «do mani faranno i titoli su quello che dice il procuratore genera le». Il suo posto è quello, urla a un cronista, indicandogli la gab bla degli imputati. Protagonismi Nel mazzetto di quelh che lo fanno arrabbiare, ci ficca den tro pure lo psichiatra Ugo Foma l'i: «Che attendibilità ha? Sono 2 anni che sta andando dappertut to, da Porta a Porta a tutte le altre trasmissioni tv». Un gior nahsta gh dice che non è vero, un altro, più cattivo: «Ma co me? Proprio lei che è andato persino da mago Zurli?». Può darsi che sia come dice quel tipo di Nashville, nel film di Altman, «che il mondo sarebbe mighore senza gh avvocati». Ma anche qui ci sono le cose che non si vedono. E qualche volta sono un po' megho di quel che sembra. LU bLdLLU U lld ni lanHn annronrlo qUamO apprenae Holla ni inia norma ^."^1—^.:.^:.}.^. ,,(~ha\n \n\ ri\ro') WM '^ VUUl Uli t; : p annr4 «i i rÌQ^ic^7« H . ^ M
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