Bosnia, dieci anni dopo Dayton è l'Europa

Bosnia, dieci anni dopo Dayton è l'Europa ENTRO L'ANNO VIA Al NEGOZIATI PER L'ASSOCIAZIONE AL RESTO DEL CONTINENTE Bosnia, dieci anni dopo Dayton è l'Europa L'intesa pose fine ai massacra ma non c?è mai stata una vera riconciliazione reportage GIUSEPPE ZACCARIA inviato a SARAJEVO Questa mattina suUa Ferhadja l'intensità dei veU è più fitta del soUto, fra gonne corte che resistono ai primi freddi e «hijab» colorate delle studentesse al Uceo saudita pare di trovarsi in un quartiere di Beirut, con tanto di insegne rutUanti e lento transitare suUa Obala di auto superlusso con dentro i trafficanti erzegovesi. Questa è la città di cui oggi si celebra la rinascita: gU accordi di Dayton compiono dieci anni. E' tempo di pensionarU. Anche se pochi se ne sono accorti, uno dei più lunghi dopoguerra deUa Storia forse sta per concludersi e ci si avvia aUa riorganizzazione di una nazione congelata, nonché aUa fine deU'esempio unico al mondo di uno Stato costruito per non funzionare. Pochi giorni fa l'Usip, Istituto americano perla pace, ha convocato a BruxeUes i capi degU otto principaU partiti poUtici sottoponendo loro, prendere o lasciare, la bozza di una nuova Costituzione. L'idea era di organizzare in tempi strettissimi un colpo mediatico, una «Dayton bis» da far svolgere nel decennale con profluvio di coperture globaU e storiche firme, ma la cosa non sembra fattibUe, mettere d'accordo MUosevic, Izetbegovic e Tudjman fu più facUe anche perché ad un certo punto U croato e il bosniaco vennero rinchiusi in una stanza e ne uscirono solo a cose fatte. La svolta dunque dev'essere di-, versa, da dieci anni ad ogni ricorrenza ci si riunisce per ricordare che i patti di Dayton misero fine ai massacri, e questo è indubitabUe e ci si augura che serbi, croati a bosniaci comincino finalmente a coUaborare, e questo è impossibUe. Oggi però può davvero accadere che discorsi e coppe di champagne preludano a un'autentica virata poUtica, imposta sempre daU'esterno anche se questa volta senza l'influenza di Condoleezza Rice. FINE DEL PROTETTORATO Se finora fra Tuzla, Mestar, Banja Luka a tenere assieme etnie che continuano a odiarsi è stata la forza di dissuasione dei soldati Nato oggi si spera neUa forza di attrazione deU'Europa. La transizione infinita si è conclusa un mese fa, quando è stato annunciato che anche la Bosnia awierà entro l'anno negoziati per l'accordo di associazione e stabilizzazione. Questo segna la fine del protettorato e l'inizio di un processo cui tutti dovranno adeguarsi. Molto di recente i servizi di sicurezza nazionaU hanno arrestato un diciottenne con passaporto danese che si apprestava a diventare kamikaze. Era emigrato coi genitori durante la gjrra civUe ma anche aU'estero aveva mantenuto e rinsaldato la fede islamica, hanno trovato una cassetta registrata in cui U mujaheddin europeo aveva già dettato le ultime volontà suU' esempio deUe bombe umane palestinesi. Questo mette in aUarme l'intero Occidente e in parte deve aver sortito qualche effetto poiché anche in poUtica certe stanchezze proceduraU paiono svanite e le cose paiono assumere un'accelerazione inattesa. Paddy Ashdown, l'ennesimo commissario europeo sarà rimpiazzato a gennaio non appena ci si sarà messi d'accordo sul nome del sostituto, che potrebbe anche essere itahano ma dovrà muoversi molto più cautamente. I «Bonn Powers», quegU speciaU poteri di decisione che finora hanno reso Ashdown il poUtico più insindaca- bUe deUa terra (può destituire ogni rappresentante eletto, annuUare decisioni parlamentari, opporsi a qualsiasi cosa che a suo giudizio rinfocoU i nazionalismi) anche se formalmente ancora in vigore sono destinati a scomparire. La prospettiva europea spazza via tutto, rende di colpo inutiU rivaUtà e vogUe di vendetta, cancella di fatto il protettorato deU'alto commissario, rende obsoleti ufficiaU Nato e funzionari pedanti, scardina una struttura intemazionale essenzialmente impegnata a mentenere se stessa. E perché questo avvenga molte condizioni devono essere soddisfatte in tempi brevi, in pochi mesi bisognerà fare quanto non si è fatto in un decennio. ANCORA ODIO ((Abbiamo finalmente creato un esercito unitario e un'unica polizia», ha annunciato Ashdown pochi giorni fa tracciando un bUancio del suo mandato, «e finalmente la Bosnia non ha più tre primi mini¬ stri che governano a rotazione ma un solo premier». Forse andava ricordato- anche che neU'esercito «unitario» i coscritti serbi si rifiutano di giurare dinanzi a ufficiaU musulmani o che i coscritti croati vogUono compiere U servizio soltanto in Erzegovina. La polizia, poi, è «unica» solo in teoria, appena un mese fa il parlamento deUa Repùblika Sprska ha accettato i criteri generaU di una riforma che in teoria trasferisce U controUo deUe forze investigative al potere centrale. «Quel documento di riforma in realtà non cambia nuUa - è l'opinione di Zlatko Disdarevic, giornalista ed ex ambasciatore -: è solo un testo che rappresenta H massimo compromesso possibUe pur consentendo a ciascuna parte di interpretarlo come megho crede». Ecco, pensate ad un Paese con tre polizia che si contrastano l'un l'altra, con tutte le strutture burocratiche triplicate per rispettare la divisione etnica e quadnipUcate per ultimo daU'ingerenza europea, ad un luogo che fra governi cantonah e centrale mette assieme tredici ministri degU Interni, tredici deUa Sanità, sedici diverse forze di polizia. Tempo fa una radio di Banja Luka, in zona serba, lanciò un concorso fra ascoltatori, un forno a microonde al primo che avesse indovinato la canzone che si mandava in onda. Dopo mezz'ora di telefonate non vinse nessuno, nessuno aveva riconosciuto il nuovo inno nazionale deUa Bosnia ed Erzegovina. DaUa metà di dicembre s'inizieranno i negoziati per aprire una via d'ingresso in Europa a una nazione che dispone di un servizio veterinario da appena un mese, ha un salario medio teorico di 400 euro mensiU e una disoccupazione assolutamente fuori controUo e che daUa partenza deUe truppe Nato subirebbe uno «choc» economico tale da spingere molti a rispolverare gU arsenaU disseminati per tutta la regione. PaddyAshdown, il commissario Uè L'ex presidente serbo Slobodan Milosevic as Un carabiniere della Sfor ad un posto di blocco dieci chilometri ad Est di Sarajevo nel gennaio 2004

Persone citate: Ashdown, Condoleezza Rice, Dayton, Izetbegovic, Paddy Ashdown, Slobodan Milosevic, Tudjman

Luoghi citati: Beirut, Dayton, Europa, Sarajevo