Vietti: nella Finanziaria la riforma delle professioni

Vietti: nella Finanziaria la riforma delle professioni LA PROPOSTA «RISCHIAMO CONFLITTI STATO-REGIONI» Vietti: nella Finanziaria la riforma delle professioni intervista MARCO SODANO L'Antitrust sollecita la riforma delle professioni, il sottosegretario all'Economia Michele Vietti accelera. Suggerisce di metterla in Finanziaria: «Ci vorrebbe il coraggio di infilare nella legge di bilancio una delegaai ministeri deUa Giustizia e deU'Ecpnomia» e procedere a spron battuto. «Se la maggioranza e i professionisti si fidassero sarebbe la soluzione ideale». In Parlamento c'è un suo progetto di riforma, presentato neUa Primavera 2003 e aggiornato sul finire del 2004. Poi il ministro Castelli ha avocato la competenza e il testo s'è arenato. «1 professionisti sono accusati di difendere i loro privilegi, ma non è colpa loro. C'è stata qualche bega politica di troppo: avevano il via Ubera dei 29 ordini». Perché tanta fretta? «Su questa materia l'Europa ci richiama a cadenza sempre più ravvicinata. E le Regioni premono: con la devolution la competenza toma aUo Stato, fino ad allora c'è il rischio di conflitti. Calabria e Lombardia hanno già messo a punto i loro progetti. Bisogna anticipare una necessità che sentono tutti». Cosa c'è che non va? «L'ordinamento deUe professioni riflette ancora un'impostazione corporativista. Del resto l'ordine dei notai è nato nel '13, queUo degU avvocati nel '33. U mondo è cambiato». Si direbbe che il Garante consigU un ridimensionamento dei poteri degU ordini. «Preferisco parlare di molo: stabiliamo i loro compiti, il resto verrà di conseguenza». Il nodo centrale è queUo deUe tariffe prestabiUte: tengono i prezzi alti e annuUano la concorrenza. (Attenzione: concorrenza non è una formula magica. C'è professione e professione, e c'è incarico e incarico. Le tariffe prestabiUte sono utiU nell'ambito di interessi generaU. Giusto scoraggiare la concoirenza al ribasso tra avvocati neUa difesa giudiziale. Per gh arbitrati il discorso è diverso». Le distinzioni da fare insomma sono due. ((Tra chi si occupa di materie di interesse generale come difesa, salute, costruzioni, e chino. E aU'intemo di ogni professione tra gU incarichi di diverso tipo». Secondo punto, la pubblicità. Scoraggiata dagU ordini, chiesta dall'Autorità. «Le maghe vanno aUargate, sempre tenendo presente la specificità deUe singole professioni. Non vendiamo biscotti, spesso c'è un'asimmetria della prestazione: il cUente può non essere in grado di giudicare la quaUtà di quanto gU viene offerto». Terzo, le attività riservate. «Penso che perfino i farmacisti siano d'accordo suUa vendita di parte dei prodotti da banco nei supermercati. E la Finanziaria ha appena tolto ai notai la certificazione suUa compravendite di automobUi». Quarta obiezione: troppe regole. «Quando dico che va ripensato il molo degU ordini intendo questo. Devono occuparsi deU'accesso aUe professioni, che deve essere selettivo ma anche U più possibile aperto. Poi c'è il tirocinio, che è cambiato moltissimo : oggi ci sono gU stages in ItaUa e all'estero e c'è U problema di retribuire questo lavoro. Tocca gli ordini la formazione: aU'inizio e nel corso della carriera. Infine, devono vegliare sul rispetto deUa deontologia». Lo fanno? «Parlo per il mio: ho detto di recente a un congresso di avvocati che il nostro ordine fa pochissimi procedimenti disciplinari. Segno che non si vigUa a sufficienza sulla correttezza degU iscritti, un aspetto fondamentale per garantire la quahtà deUe prestazioni». Onorevole, cosa dovrebbe essere un ordine? «QueUo che in altre attività chiamiamo certificatore deUa quahtà». Michele Vietti (Udc)

Persone citate: Castelli, Michele Vietti, Vietti

Luoghi citati: Calabria, Europa, Lombardia