Messina, autonomisti al «voto della verità»

Messina, autonomisti al «voto della verità» DOMENICA 27 E LUNEDI 28 SI APRIRANNO LE URNE PER IL RINNOVO DEL CONSIGLIO COMUNALE Messina, autonomisti al «voto della verità» L'ex Udc Lombardo vuol misurare la sua forza inviato a MESSINA Un esercito rumoroso attraversa la città come un millepiedi famelico alla ricerca di voti. Quattromila aspiranti candidati comunali e circoscrizionali scarpinano senza sosta tra la cortina del Porto e le pendici dei Peloritani. Nello struscio di viale San Martino, nei ricchi negozi che già annunciano Natale di via dei Mille e di via Cairoli, i messinesi assistono indifferenti. Il dannarsi l'anima di questa fiumana che si contende il controllo politico e amministrativo della città sullo Stretto finirà sabato prossimo. Poi, domenica e lunedì, il giudizio delle urne. Ma in un altro mondo vivono i ragazzi che affollano i pub spuntati come funghi nell'isola pedonale attorno a Piazza Duomo. «La quantità di candidati - osserva sconsolato Guido Signorino, docente all'Università di Messina di economia e animatore dell'associazione "CarriddiScilla" - farebbe pensare a una sete di partecipazione notevole. Invece, queste elezioni comunali non sono sentite. Negli ultimi anni la città è stata commissariata, dal sindaco uscente all'Ente Fiera alla gestione dei rifiuti solidi urbani: è stata abbandonata dalla politica, schiacciata economicamente dall'attività di traghettamento. E ora incombe un Ponte che non avrà il passaggio sufficiente a recuperare l'investimento previsto». L'indifferenza dei messinesi è alimentata soprattutto da un veleno: qui si stanno giocando molte partite che con gli interessi diretti della città non hanno a che fare. Raffaele Lombardo, catanese, ex Udo, leader del Movimento per l'Autonomia, ha messo in pista il presidente dell'ordine dei medici. Nunzio Romeo: vuole misurare la sua forza elettorale, essere determinante nel ballottaggio contro il candidato del centrosinistra e pesare poi sul tavolo dei partiti del centrodestra alle prese con le elezioni regionali anticipate. Elezioni che Lombardo vuole anticipare non solo rispetto alla scandenza naturale, ma anche alle Politiche: in questo modo il suo movimento, facendo il pieno di voti, potrà condizionare la nascita della nuova giunta guidata dal suo amico Totò Cuffaro. Non solo: potrà dettare le sue condizioni anche per la formazione delle Uste alle Politiche. Forza Italia e An hanno cercato un accordo con Lombardo: sono disposti a concedere le elezioni anticipate, ma in cambio vogliono l'assessorato regionale alla Sanità oggi guidato dal «lombardiano» Pistorio. Un assessorato che è un vero collettore di consensi. Ma la «volpe» di Catania non si è fatta catturare: «Vediamo come va a finire a Messina, poi ne parliamo». A sostenere Romeo, oltre alle tre liste del Movimento per l'Autonomia, c'è Alleanza sicihana, creatura di Nello Musumeci: mister centomila preferenze alle Europee, uscito da An in rotta di collisione con Domenico Nania, presidente dei senatori del partito di Fini e coordinatore regionale. Nania è il king maker del candidato della Cdl a Messina, Luigi Ragno, per sostenere il quale si è inventato addirittura otto Uste: AUeanza nazionale. Alleanza tricolore. Alleanza giovani. Alleanza rosa tutta donne, AUeanza Messina, AUeanza per Ragno sindaco. Alleanza futura e Alleanza Area Destra sociale che fa capo a Carmelo BrigugUo. Messina è anche una città da colonizzare. Ad esempio c'è una Usta tutta di napoletani, con un candidato sindaco pure lui sbarcato da NapoU, Antonio Di Trapani, che rappresenta U Nuovo Psi di Gianni De Michelis. Il Nuovo Psi di Bobo Craxi, invece, è schierato con il candidato a sindaco deU'Unione, Fracantonio Genovese, deputato regionale della Margherita, nipote dell'ex ministro de Nino GuUotti. Su Genovese, mariniano di ferro, è subito piovuta l'accusa di essere in conflitto di interessi perché detiene U 37Vo deUa società Tourist che ha U monopoho dei traghetti che collegano la SicUia al Continente. «Un conflitto di interessi plateale - dice Nania - e infatti Genovese è contro il Ponte suUo Stretto». «Un conflitto di interessi violentissimo», gU fa eco BrigugUo. Il quale ricorda che Rutelli, neUa campagna elettorale del 2001 era venuto a Messina per dire di essere a favore del Ponte, mentre l'altro giomo è tomato per sostenere il contrario. L'interessato (Genovese) risponde: «Se avessi avuto degU interessi da salvaguardare avrei fatto candidare un altro al mio posto e non mi sarei esposto. La società di cui sono socio di minoranza ha già stabihto con il comune le strategie. Non potrò essere io a cambiarle. Comunque, un risultato almeno l'ho ottenuto: il centrodestra finalmente ha scoperto U conflitto di interessi di Berlusconi. Per quanto riguarda Nania - aggiunge Genovese - lo capisco: qui lui si gioca la partita pohtica deUa sua vita». Nella loro visita del 1998 i commissari deU'Antimafia avevano boUato Messina come un «verminaio» trasversale di coUusioni: mafia, poUtica, massoneria, professionisti, magistrati, imprenditori, professori universitari. Un intrigo sullo sfondo del quale le lotte poUtiche hanno travolto Palazzo Zanca, sede del Comune. Qui per due anni è rimasto imbalsamato l'ultimo sindaco, U dietologo Giuseppe Buzzanca. Ha govemato sei mesi, poi nel 2003 è stato triturato da un'inchiesta giudiziaria per 106 nula lire. La vicenda risale al 1994: Buzzanca era presidente deUa Provincia, stava per partire in viaggio di nozze, ma un impegno istituzionale lo aveva trattenuto a Messina. AUora, per raggiungere Bari in tea jo e imbarcarsi suUa nave da crociera, aveva usato un auto blu. Nonostante avesse pagato la benzina e la diaria dell'autista -106 nula lire, appunto - era scattato il reato di peculato d'uso. «Io sono l'unico poUtico di questa città con una condanna passata in giudicato», dice l'ex sindaco che per due anni ha resistito s non ha lasciato la sua poltrona. Poi ha gettato la spugna, e dopo 24 mesi di commissariamento si è aperta la strada al rinnovo del consiglio comunale. Ora i messinesi domenica e lunedì prossimi sono chiamati a votare tra 6 candidati a sindaco, 41 Uste, 1.800 aspiranti ai 45 posti di consigUere comunale. Non è U massimo per i cittadini che chiedono aUa poUtica più chiarezza e semplificazione. Ma un record Messina lo ha battuto: queUo deUa scheda più grande del mondo. Un lenzuolo lungo 98 centimetri e alto mezzo metro.