Boom di depositi Scatta la corsa alle banche del Principato

Boom di depositi Scatta la corsa alle banche del Principato CONTINUA LA CRESCITA DELLA PIAZZA FINANZIARIA Boom di depositi Scatta la corsa alle banche del Principato retroscena PAOLO BARONI inviato a MONTECARLO Sulla porta della sede della Lloyds TSB Bank, ah' 11 di boulevard des Moulins, a due passi dal Casinò, c'è una targa di ottone con scritto «No change». Non si effettuano cambi e non si gestiscono normali conti correnti. Alla Lloyd come in tutte le altre banche d'investimento, oltre 40, sparse nei 202 ettari di terra del Principato. Qui i soldi, oltre alle fuori serie, come è noto girano davvero. E sono mihardi. Per gli spiccioh ci sono alcuni sportelli di banche ordinarie, soprattutto francesi, che però si possono contare sulle dita di una mano. «Gestire semplici conti bancari non ci interessa, non ci interessa l'attività retali», spiega Etienne Pranzi, presidente della potente Associazione bancaria monegasca (Amb) e direttore generale della Compagnie Monegasque de Banque, nome francese e proprietà italiana (Mediobanca). «Chi viene a Montecarlo lo fa per investire una parte magari importante del proprio patrimonio e anche per divertirsi», commenta Francesco Giliberti che per la Citco Finance si occupa di consulenze legali e fiscali. «La piazza finanziaria monegasca - aggiunge - in questi ultimi anni è cresciuta molto, in credibilità ed efficienza. E ora anche la clientela sta cambiando: stanno arrivando sempre più inglesi e scandinavi seguiti poi dagh arabi die dopo gh attentati lasciano Londra per portare qui i loro risparmi». Per le banche del Principato si annuncia così una chiusura d'anno col botto. «Gh affari vanno benissimo - commenta Franz! -. Ormai abbiamo ampiamente recuperato sia gh effetti dello scudo fiscale italiano che la caduta delle borse del 20Ò1-2002. Addirittura quest'anno riusciremo a ritoccare il nostro record storico con circa 65 miliardi di euro patrimoni gesti- ti contro i 60 dell'anno passato». A Montecarlo il settore del credito (quasi 5 mila occupati su 30 mila abitanti che producono il 1507o della ricchezza complessiva) non solo è sempre più ricco, ma negh ultimi tempi ha vissuto una vera rivoluzione. Tutti i più bei nomi del private banldng mondiale hanno aperto qui una sede, mentre una decina di piccole banche sono state assorbite. H Crédit Fonder Monaco, banca leader sulla piazza, ad esempio, ha rilevato Sudameris Monaco, la filiale del Crédit Lyonnais e quella di Citibank; Bnp-Paribas ha invece messo le mani su Bank Von Ernst e sulla Société Monegasque de Banque Privée. Nel 2004 Mediobanca ha preso il pieno controllo della Cmb, mentre solo pochi giorni fa la chiacchierata Banque du Gothard Monaco è passata agh svizzeri di Bank Jacob Safra. Sempre dalla Svizzera è arrivata Miraboud, quindi ha aperto una filiale Fortis e sta per arrivare Goldman Sachs. In lista d'attesa - secondo l'Amb - ora ci sono una banca d'investimento tedesca che ha in corso l'iter autorizzativo ed un altro grande gruppo americano, mentre un istituto belga-lussembuighese ed una società francese stanno rilevando due entità locali. E se qualche big manca daU'elenco è solo perché era già arrivato: Barclays, Memi Lynch, Ubs, RothscMd, Hsbc, Credit Suisse, Ing, Bcinca di Roma e Unicredit. A rendere interessante investire a Montecarlo due fattori su tutti, quelli storici: la riservatezza assoluta degli operatori e il trattamento fiscale molto favorevole (nessun prelievo sui redditi personali e aliquota del 33,30Zo per le sodetà). Nel Principato vanno molto fieri del loro segreto bancario e se lo tengono ben stretto. Secondo Pranzi sulla stampa italiana qualcuno ha fatto «una grande confusione sull'accordo di collaborazione giudiziaria firmato l'S novembre con la Francia. Per noi non è cambiato nulla: abbiamo solamente adeguato l'intesa del 1963 che regola i rapporti con Parigi e che riguarda esclusivamente i cittadini francesi. Per tutti gh altri stranieri Monaco conferma che non farà alcun scambio di informazioni con le altre autorità monetarie. Lo abbiamo dimostrato anche a luglio quando è entrata in vigore la direttiva europea sulla tassazione dei non residenti: noi, come la Svizzera, abbiamo deciso di applicare la ritenuta del 1507o proprio per non rendere noti i dati della nostra clientela». Difendere con decisione il segreto bancario non significa però non lavorare contro il riciclaggio del denaro sporco. «Soldi della criminalità non ne vogliamo», ha tuonato nei giorni scorsi davanti alle telecamere il ministro di Stato, Jean-Paul Proust, illustrando l'accordo con la Francia. E anche nel suo discorso di intronizzazione il Principe Alberto n ha insistito molto sulla «trasparenza» della piazza monegasca. «Voghamo essere più bianchi del bianco - conferma Pranzi -. Anche nell'interesse dei nostri clienti». Un conto però sono i profitti di attività criminose (traffico di droga, racket della prostituzione o altre attività di tipo mafioso) e un conto è l'evasione fiscale. A Montecarlo questo non è reato e quindi se si tratta di «redditi personali frutto di un lavoro onesto» sono sempre ben accetti. «Troppo facilmente veniamo definiti un paradiso fiscale e un paradiso giudiziario - precisa ancora il numero uno dell'Amb -. Monaco è tutt'altro che un paradiso giudiziario, anzi da questo punto di vista è un vero inferno. Non solo la magistratura è molto severa ma dispone anche di molti mezzi: sia chiaro che non me ne lamento, anzi ne sono febee». I numeri dell'attività del Siccfin, il Servizio di informazione e controllo sui circuiti finanziari del Principato guidato da un magistrato, Ariane Picco-Maigossian, confermano che nella lotta al riciclaggio nel Principato «il meccanismo dei controlli funziona bene». In 10 anni, dal 1994 (data di fondazione del Servizio) al 2004, il Siccfin ha ricevuto 1778 dichiarazioni di transazioni sospette, di queste dopo gh accertamenti 205 sono state trasmesse ai magistrati raggruppate in 120 dossier. Nel solo 2004 le segnalazioni sono state 341 e sono sfociate in 19 dossier. Sempre lo scorso anno, in virtù dei 25 accordi di cooperazione stipulati con le autorità di altri paesi, il Siccfin ha ricevuto 55 richieste di informazioni dall'estero (3 dall'Ufficio italiano cambi) mentre a sua volta a formulato 37 domande (di cui una sola all'Uic). «Quest'anno - spiega Picco-Maigossian - arriveremo a circa 300 segnalazioni senza registrare di fatto alcuna irregolarità particolare. Solo in due casi abbiamo chiesto di migliorare le procedure di controllo». Del resto aprire un conto a Montecai'o non è cosa facile. Occorre presentare delle referenze ben precise, mentre banche e società finanziarie sono tenute a effettuare controlli molto scrupolosi. «Non apriamo mai un conto al primo straniero che passa racconta Etienne Pranzi -. Della nostra clientela voghamo sapere tutto, andiamo a visitarla e la seguiamo molto da vicino. E parecchi nuovi chenti arrivano grazie al passaparola». Questione di fiducia, stile Montecarlo. Tutti alla Rocca Nel 2005 raccolta record di 65 miliardi Ed è bagarre per aprire nuove filiali extralusso No al riciclaggio Porte sbarrate ai soldi della criminalità ma tutto il resto è sempre il benvenuto

Persone citate: Alberto, Ariane Picco-maigossian, Etienne Pranzi, Francesco Giliberti, Jacob Safra, Memi Lynch, Paul Proust, Picco-maigossian