Guantanamo chiusa all'Onu di Paolo Mastrolilli

Guantanamo chiusa all'Onu POLEMICHE SULLA GUERRA DUE TERZI DEGLI AMERICANI FAVOREVOLI ALLA VIOLENZA CONTRO I DETENUTI Guantanamo chiusa all'Onu Paolo Mastrolilli NEWYORK Sempre più isolazionisti e tutto sommato disponibili a chiudere un occhio sulle torture, se servono ad estrarre informazioni importanti dai terroristi. Così stanno diventando gh americani, secondo uno studio condotto dal Pew Research Center e dal Council on Foreign Relations, sullo sfondo delle polemiche continue sull'andamento della guerra in Iraq, le richieste sempre più pressanti di ritirare ì soldati, e le dispute intemazìonali sul trattamento dei prigionieri a Guantanamo e negh altri centri dì dentenzione. L'ultimo scontro è avvenuto ieri con l'Onu, quando cinque esperti della Commissione per ì Diritti Umani hanno rifiutato l'invito degh Usa a visitare il carcere nella base sull'isola dì Cuba. Il Palazzo di Vetro chiedeva dal 2002 di andare a Camp Delta, dove gh americani hanno rinchiuso oltre 500 presunti terroristi catturati in Afghanistan e su altri fronti. Finora solo la Croce Rossa ha potuto visitarli, perché Washington ha promesso di trattarli secondo ì parametri della Convenzione dì Ginevra, pur non riconoscendo il loro status dì prigionieri di guerra. Dopo anni di pressioni, gh Usa avevano invitato gh esperti deh'Onu a Guantanamo il 6 dicembre, accettando però solo 3 dei 5 membri della delegazione. Ieri però l'austriaco Manfred Nowak, capo del gruppo, ha annunciato che gh inviati del Palazzo di Vetro non partiranno: Washington ha negato loro il permesso di parlare con i detenuti. La ragione dì questo rifiuto viene da lontano. Da anni l'amministrazione Bush contesta la Commissione Diritti Umani dell'Onu, perché ne fanno parte Paesi che non rispettano le leggi internazionali. Inoltre gh esperti dell'Orni, a differenza della Croce Rossa, pubblicherebbero un rapporto sulla loro missione, e questo non piace al Pentagono, il segretario alla Difesa Donald Rumsfeld ieri ha detto che il trattamento riservato ai prigioneri a Guantanamo è «eccellente», e che lamentarsi degh abusi è tipico dei terroristi: «Glielo insegna il manuale dì addestramento». Il risultato è stato che per ora la visita non si farà, anche se le polemiche lievitano. Ieri l'ex capo della Cia Stansfield Turaer ha accusato Dick Cheney di essere «il vice presidente per la tortura». Nei giorni scorsi il numero due della Casa Bianca ha chiesto di esentare gli agenti segreti dalla legge presentata dal senatore repubblicano McCaìn per vietare l'uso della violenza negli interrogatori. Cheney però sembra avere il sostegno del pubblico: secondo lo studio del Pew Center solo il 32Va degli americani è contro questa pratica. Il 150Zo crede che la tortura per estrarre informazioni dai terroristi sia giustificata spesso, il 310Zo a volte, e il l7Vo raramente. Sono sentimenti legati agh effetti deh' 11 settembre e ai problemi in Iraq, che stanno spingendo gh americani verso l'isolazionismo. Il 420z6, infatti, pensa che sulla scena intemazionale gh Usa dovrebbero farsi i fatti propri, e lasciare che il resto del mondo risolva suoi problemi da se'. Percentuali simili dì isolazionismo venivano rilevate durante la metà degh anni '70, nel periodo peggiore della guerra in Vietnam. L'altra faccia di questa medaglia sono le pressioni per il ritiro dall'Iraq, che continuano ad aumentare. Ormai oltre il 5007o degh americani pensa che l'invasione sia stata un errore, compreso l'ex presidente Clinton, e poco più del 3007o approva il modo in cui Bush sta gestendo il conflitto. A questo si somma la polemica sulle ragioni della guerra, identificata con lo scandalo Ciagate che continua, perché dopo rincriminazione del braccio destro di Cheney il precuratore Fitzgerald ha appena chiesto di aprire un nuovo Grand Jury. L'amministrazione Bush sta criticando con forza la richiesta fatta dal deputato democatico John Murtha per avviare subito il ritiro. I repubblicani volevano votare già ieri sera su questo tema, perché pensavano che la domanda di ritiro sarebbe stata bocciata, mettendo in imbarazzo i democratici. Secondo il settimanale Newsweek, in realtà, il Pentagono ha già scritto i piani per ridurre le forze in Iraq a 80.000 uomini, entro le elezioni di medio temine del novembre 2006. Ma la Casa Bianca deve fare in modo che questo passo non dia l'impressione dì ima fuga. L'ex capo della Cia accusa Cheney «E' il vicepresidente della tortura» MK T^^-J&fz, . WÌW^^7^^ M^fc^' y*3 ^ "Sg^ ^R^'^S^^^^^ 18 Sk' '^^^^^i jM^ir llfÉÌÌIr' ' am ' mì^mxm^^W: Un'immagine dei detenuti nel carcere di Guantanamo