Il cow-boy delle tendenze sicure

Il cow-boy delle tendenze sicure TORINO WALTER Il cow-boy delle tendenze sicure Dai «tagli» su «The Warriors» ai nuovi western televisivi WALTER Hill ha affermato «tutti i miei film sono western». Non c'è motivo di non credergli, anche se la stessa frase, pronunciata pure da John Carpenter, ha tutt'dtro significato. Nella sua carriera, premiata quest'anno dalla retrospettiva torinese curata da Giulia D'Agnolo Vallan, Hill ha diretto 23 film, ne ha prodotto uno molto importante («Alien», il primo, quello che d fa conoscere Sigoumey Weaver) e sceneggiato un dtro dtrettanto importante («Getaway», straordinario road mode firmato da Sam Feddnpah). E a lungo il suo nome è stato accostato proprio a quello del regista di «Il mucchio selvaggio», nel senso che di Peckinpah è stato a lungo condderato una sorta di prosecutore, di continuatore di un cinema forte, virile, che comug a il dnema classico con le puldom della nuova Hollywood. In redtà, Wdter Hill è un regista molto diverso, un uomo di dnema che ha quad sempre cercato, riuscendod molto bene, di cavdcare le tendenze più sicure di Hollywood. Lo dimostra l'utilizzo di Arnold Schwarzenegger in «Danko» e quello della coppia composta da Eddie Muiphy e Nick Nolte per la serie «48 ore», oppure il rock giovanilista di «Strade di fuoco». Dove invece d avvicina molto a Feddnpah è in uno dei suoi film migliori, «I cavalieri delle lunghe ombre», che anch'esso presenta una trovata di casting: i fratelli del West sono anche fratelli nella vita, e dcimi di loro appartengono a una delle più nobili schiatte del cinema hollywoodiano, quella dei Carradine. E anche in «Driver», uno dei migliori road mode dell'epoca, un film teso e coinvolgente nel quale d scorge la stessa mano che ha lavorato per l'appunto in «Getaway». Il suo nome però, nell'immaginario intemadonde, non è legato a nessuno dei film che abbiamo appena citato. Il film che identifica immediatamente Wdter Hill è certamente «I guerrieri della rotte» (The Warriors), del qude il festivd di Torino presenta in anteprima un «Director1 s Cut» che è dcu. ramente la versione nuova fatta apposta ad uso del dvd, con un po' di scene taghate ed dtre proposte con un montaggio diverso. E' il film che lo identifica subito perché all'epoca fu un grande successo (anche se i cinefili gli preferivano «The Wanderers», dtro film di bande colorite diretto da Philip Kaufman. E soprattutto perché racconta un'epoca, perché sembra la versione giovanilistica di quel- la rabbia sotterranea che circola in molto dnema dell'epoca e che Io avddna a Cronenbeig, a Carpenter, a Remerò e agli dtrì grandi eversori del dnema americano. Non d d attende tanto dd Director's Cut, ma d sì attende molto dalla riproposta del film, perché all'epoca ha veramente segnato un certo sguardo verso il cinema americano. E d d attende molto anche da «Daughters of Joy», serie televìdva western interpretata da Robert Duvall e Greta Scacchi che rappresenta la sua grande occasione oggi. D western è infatti in ripresa presso le televidom americane, miniserie e film tv hanno un discreto successo e hanno riportato nell'immaginario collettivo un genere che sembrava definitivamente scomparso. La domanda è: riuscirà il nostro uomo a mettere dentro la serie che ha tanto voluto il mestiere e gli sprazd di genialità che lo hanno fatto conoscere in tutto il mondo? L'attesa che avrà certamente una risposta positiva riguarda invece il volume dedicato alla retrospettiva da Giulia D'Agnolo Vallan, i ed volumi sono da tempo i migliori tra quelli prodotti dd Torino Film Festivd, eccellenti per materiale critico, iconografico e documentazione; possiamo essere sicuri che Io stesso avverrà per quello curato su Wdter Hill, regista che abitualmente sfugge le interviste e evita i convegm ma che ha certamente molte cose da raccontare e molte ìnformadom da dare a chi ama il suo cinema e anche a chi vuole saperne di più sulla gdassia ricca e sorprendente degli autori della nuova Hollywood Stefano Della Casa Due immagini del «Director's Cut» dei «Guerrieri della notte»

Luoghi citati: Hollywood, Torino