AQatna riaffiora l'antica Siria

AQatna riaffiora l'antica Siria ARCHEOLOGIA AQatna riaffiora l'antica Siria Pia Bassi AQatna, antica capitale siriana, 2600 avanti Cristo, sulla via carovaniera che va da Aleppo a Damasco, dal 1999 sono in corso scavi archeologici delTUniversità di Udine, in accordo con le università siriane di Homs e Aleppo. Il sito archeologico denominato Teli Mishrifeh è oggi il più grande cantiere archeologico aperto in Siria, cosi vasto da superare quello di Ebla. Qatna si estende su 110 ettari e con le città di Mari e Aleppo fu una dehe tre più importanti capitah deha Siria fra il secondo e il primo millennio avanti Cristo. Gh scavi, diretti da Daniele Morandi Bonacossi, hanno portato aha luce il Palazzo Reale del secondo millennio a.C, ora restaurato con centomila mattoni crudi. Il palazzo aveva porte decorate da lastre e colonne di basalto, pavimenti policromi, pareti intonacate e dipinte. Sono stati trovati frammenti di pitture parietah, frammenti di vasi cerimoniah micenei e ceramica fine da mensa proveniente da Cipro che testimoniano i contatti con la Mesopotamia a est e il mondo Mediterraneo a ovest. In una camera del settore occidentale del Palazzo Reale è stato trovato un archivio di testi cuneiformi che documentano la vita economica e amministrativa che si svolgeva a palazzo: hste del personale dipendente, razioni alimentari dei servitori, soldati e animali di proprietà del Palazzo deha città bassa. Con le tavolette erano stipati centinaia di intarsi in avorio di elefante e in coma di cervo. Spicca uno stupendo volto in avorio con occhi incastonati con gesso e cristaho di rocca, forse parte di una statua o decorazione a intarsio. Gh oggetti rinvenuti sono esposti fino al 30 novembre nel palazzo mamelucco deho Qasr Zabrawi, neha vicina città di Homs. Qltre al volto in avorio citato possiamo ammirare molti altri pezzi pregevoli come una statua in basalto di un sovrano, frammenti di ceramica dell'età Bronzo Tardo, una mano e un medaglione d'oro, lavori a sbalzo, parti di mobili intarsiati in avorio e madreperla e migliaia di tavolette cùneiformi, sigilli cilindrici, cretule con impronte di sigilli. In tutto sono stati recuperati più di 300 oggetti, ma molti altri ancora verranno aha luce: gh scavi proseguiranno fino al 2010. «La mostra andrà poi fino al 31 gennaio 2006 al Museo nazionale di Damasco e fra cinque anni ci auguriamo di ospitarla a Udine - dice Furio Honseh, rettore dehUniversità di Udine». Gh scavi raggiungono ora una profondità di quindici metri e saranno fatti appositi camminamenti sicuri per i turisti.Dal 1994 sono stati portati aha luce il Palazzo Reale, la Città bassa e alcune sepolture. Sono stati trovati scheletri di bambini con il loro biberon e vicino a loro un uomo sui trent'anni, ucciso, colpito al capo con un'arma di bronzo. Interessanti le ipotesi deh'antropologo Alessandro Canci dell'Università di Pisa, che dahe analisi dehe ossa deduce che l'uomo era affetto da anemia mediterranea, una forma di difesa naturale contro la malaria. «Lo studio di resti così antichi che stiamo ora conducendo è su varie malattie che potevano colpire questi popolazioni che vivevano in queste città stato fortificate sovrappopolate a stretto contatto con gh animali».

Persone citate: Aleppo, Alessandro Canci, Daniele Morandi Bonacossi, Furio Honseh

Luoghi citati: Cipro, Damasco, Mesopotamia, Siria, Udine