Le nostre vite così disciplinate di Lelio Demichelis

Le nostre vite così disciplinate Le nostre vite così disciplinate Lelio Demichelis QUANTO sono veramente "libere" le nostre società? Quanto sono "aperte" e quanto invece si stanno rìchiudendo su se stesse, in questo stimolate da vecchi e nuovipoterì disciplinari, siano essi pobticì, culturab, rebgiosì? E quanto è capace, invece, la società, di pensarsi e di vìvere in autonomia; quanto è capace di dialogo tra le diversità che la compongono (l'essenza stessa dì una "società aperta"); e quanto invece la società è eterodiretta con ordini, mode, discipline, cqnformismi sempre nuovi? La società modema e ancora di più queba postmoderna sono società dominate da poteri disciplinari fortissimi. Spesso evidenti (b potere deba religione, ad esempio, che oggi toma a voler prevalere nel disciplinare l'intera società), oppure mascherati sotto pratiche dì lavoro (la catena dì montaggio), di divertimento (le "fabbriche del divertunento") e di consumo: anche questi sono poteri disciplinari, che danno forma, senso e identità aba società e che soprattutto la oiganizzano e la fanno funzionare, disciplinando gli individui, esercitandob, modificando la loro capacità di creare immaginario, pensieri, progetti. Ogni potere è di fatto un potere disciplinare. Processo, questo, esasperato daba modernità e dalla post-modernità grazie aba moltipbcazìone debe tecniche disciplinari. Ma fenomeno antico abo stesso tempo. Ieri i poteri disciplinari erano più evidenti, espbciti, oggi lo sono molto meno, ma non per questo sono meno potenti (la loro forza è proprio nel loro essere mascherati, occulti e non percepibib). Ecco abora b bisogno - per capire b passato e per comprendere b presente - di tornare a Michel Foucault (1926-1984), filosofo, storico ma di fatto anche sociologo, soprattutto autentico "archeologo dei saperi e dei poteri", autore del celebre Sorvegliare e punire e di molte opere fondamentab per comprendere le dinamiche vere, spesso sotterranee. carsiche debe nostre società. Da alcuni anni la Feltrinebi sta compiendo l'opera davvero meritoria di portare in itabano le lezioni tenute da Foucault al Cobège de France. Ecco uscire ora, in simul tanea, due nuovi volumi, con le lezioni del 1978 e del 1979 nell'edizione curata da Michel Sennebart: Sicurezza, territorio, popolazione e Nascita della biopolitica. Due libri che bisognerebbe leggere e poi rileggere, libri da non mettere da parte ma da meditare, su cui riflettere molto. Foucault è infatti "maestro" controverso, ma proprio per questo affascinante e necessario. Lezioni la cui logica e la cui unità di senso risiedono neba riflessione suba biopobtica, concetto già introdotto da Foucault nel 1976 - ovvero queba nuova tecnologia di potere che è 'potere suba vita" debe persone, che è "governo dei viventi", che è "regolazione debe popolazioni". Potere - biopotere, biopobtica che nasce per b govemo di processi come la salute, l'igiene, la natalità; ma anche le comunicazionì e gb approvvigionamenti debe città.' Lezioni di Foucault che sono però anche una più generale storia del concetto di govemo e di ^ovemamentabtà. Partendo da ontano, da quel potere pastorale che non nasce come reazione aba Riforma, ma che in realtà è creato daba Chiesa già ab'inizio deba sua storia, secondo uno schema disciplinare pastore-gregge che innova fortemente rispetto ai modebi precedenti. Potere che detta agb uomini la loro condotta individuale e sociale, con un assoggettamento capibare debe anime e dei corpi, chiedendo agb assoggettati una partecipazione attiva al loro stesso assoggettamento. Un modebo, in realtà, mai abbandonato e che si è sempre con-fuso in altri e successivi poteri disciplinari. Lezioni di Facoltà che passano poi ab'anabsi del potere sovrano sui territori, al concetto di sovranità e poi di ragion di stato. Per un govemo e una govemamentabtà "pobtica" e non più "religiosa" fino aba biopobtica modema e - aggiungiamo - postmoderna. La govemamentabtà: concetto forte neba riflessione di Fou- cault, perché indica quel particolare regime di potere, avviato soprattutto dal XVIII secolo «che ha neba popolazione b bersagbo principale, neb'economia pobtica la forma privbegiata di sapere, nei dispositivi di sicurezza lo strumento tecnico essenziale». Qualcosa di molto specifico deba storia occidentale. E poi lo stato, perché la gestione dei «processi Dio-sociologici debe masse umane», diversamente dabe discipbne praticate in istituzioni sociab più limitate per dimensione e scopo (ospedab, scuole, fabbriche), impbca sempre più, secondo Foucault, una coordinazione centrale che solo lo Stato può offrire, per cui ecco che la biopobtica può esistere solo cerne «una bioregolazione attraverso lo Stato». E cos'è b liberabsmo - che Foucault studia e analizza neba sua versione anarco-bberista americana ma soprattutto neba modabtà "sociale" tedesca - se non una nuova razionabtà neb'arte di govemo, una nuova forma di biopobtica? Liberalismo come lìbero gioco degb interessi ìndividuab, che per questo necessita dì meccanismi di messa in sicurezza. Ed economia di mercato: anch'essa una disciplina sociale, una biopobtica. Foucault, abora: per svelare e smascherare queba interminabile lotta, che attraversa la storia, tra i poteri (religioso, pobtico, economico), la società e gb individui. Aba fine, ecco che società e individui appaiono desolatamente sub-ordmati al biopotere, aba biopobtica. Secondo un perfezionamento continuo di tecniche di regolazione, di discipline. Suba vita, sui corpi, sui pensieri. Le lezioni di Foucault al Collège de France negli anni 1978-1979: la «biopolitica» come tecnologia del potere che ci governa, anima e corpo, dalla nascita alla morte e regola con le sue istituzioni individui e masse, comportamenti, interessi e pensieri i Michel Foucault (1926-1984), filosofo e storico ma soprattutto «archeologo dei saperi e dei poteri» Michel Foucault Sicurezza, territorio, popolazione trad. di Paolo Napoli Feltrinelli, pp. 376.635 Nascita della biopolitica trad. diM. Bertanie V. Zini Feltrinelli, pp. 368. 635 S A G G