Ds, cinque idee forti per battere il Polo di Maria Grazia Bruzzone

Ds, cinque idee forti per battere il Polo «AMARE L'ITALIA»: UNA CENA PER IL PROGRAMMA DELL'UNIONE Ds, cinque idee forti per battere il Polo Nel «Libro rosso»: l'Europa, la crescita, il welfare, uno Stato che dia fiducia, mia società moderna e laica Maria Grazia Bruzzone ROMA Al tavolo n.l, Piero Fassino ha accanto Romano Prodi e Guglielmo Epifani e davanti Carlo De Benedetti, Giorgio Napolitano, il presidente della Fieg Boris Biancheri. Al n.2 Massimo D'Alema siede fra Cesare Romiti e Carlo Caracciolo, con Giuliano Amato, Alfredo Reichhn, Carlo Freccerò e Lucia Annunziata. Rose rosse e piccole mele vermighe nei centrotavola, cena semphce (risotto ai funghi, roastbeef, dessert) «da opposizione», scherza Gianni Cuperlo, responsabile Comunicazione pohtica. Semphce ma numerosa. Quattrocento convitati, parlamentari Ds, esponenti del mondo dell'economia e deh'editoria, venuti ad ascoltare l'anteprima di «Amare l'Italia», contributo dei Ds al Programma dell'Unione, che sarà presentato a Firenze dall'I al 3 dicembre. Coreografia sobria, evenisti e telecamere sugli spalti. Un'iniziativa insohta. «Doveva essere una cena per ringraziare i 200 coheghi che hanno lavorato al programma, poi abbiamo deciso di allargarla», spiega Cuperlo. Intanto la Quercia è riuscita ad anticipare la Maigherita il cui programma verrà presentato il 26-27 novembre a Milano. Da oggi saranno diffusi i materiali, anche su ed. «Siamo pronti a ricevere contributi» dice Pierluigi Bersani che insiste, come farà dopo Fassino, sul «contributo aperto» dei Ds. Perché il programma di governo del centrosinistra preciserà il segretario - «sarà figlio della sintesi che verrà compiuta sotto la guida di Prodi». Bersani parla di un mix di radicalità e moderazione, «niente lacrime e sangue ma tanto coraggio, rigore e serietà, spirito civico, equità fiscale, concertazione, dialogo». Frssino entra nel merito elencando le cinque idee forza. Uno, l'Europa, «perché h sta il nostro destino, non esiste un paese autarchico, sarebbe scontato se non si guardasse aha pohtica del centrodestra». Due, «rimettere in moto la crescita, se no si ridistribuiscono solo i debiti». Tre, «un welfare per una società flessibile: ed è sbaghato chiederci se ce lo possiamo permettere, t -che la coesione sociale è ininunciabile». Quattro, «uno Stato di cui il cittadino si possa fidare», dunque, «ricostruire la pubblica amministrazione e l'imparzialità della giustizia». Infine, «una società moderna e laica in cui la libertà di ciascuno si coniughi con la responsabilità di ciascuno di fronte agh altri». Ed ecco il volume rosso, che Fassino consegna a Prodi. Prodi lo prende. «In questi mesi abbiamo raggiunto un risultato straordinario, il processo di avvicinamento è al di là di ogni previsione», dice. «Non abbiamo un'idea precisa deh'enonne deficit che ci lascerà questo governo perché ogni mese viene corretto al rialzo». Dunque anticipa la necessità di «un'azione riformista sul terziario», che è rimasto indietro», e di un «welfare scandinavo» che distribuisca i pesi in modo equo. La platea ascolta partecipe. Ci sono il vicepresidente di Confindustria Pistorio e il dg Beretta, il presidente dei Giovani industriali Matteo Colaninno e l'ex presidente, oggi a capo della confindustria emiliana, Anna Maria Artoni, che entrando auspicava «fatti concreti, un'azione rapida e un'attenzione alle competenze vere, al merito, ai talenti», mentre Romiti alla fine invoca «la definizione delle priorità, perché il paese non ne può più». C'è il vicepresidente di Tim Media Riccardo Perissich, braccio destro di Tronchetti Provera, l'avvocato Giuseppe Mussali, presidente della Fondazione Monte Dei Paschi, Alberto Lina di Finmeccanica, il presidente della Lega Cooperative Giuliano Poletti e h presidente della conferenza dei rettori Piero Tosi, in guerra con la riforma Moratti dell'Università. Poi molti esponenti dei media, ma non dello spettacolo («per scelta»). Ilpresidente della Rai Petruccioh, naturalmente, il consighere Rognoni ma anche Michele Santoro, in veste di «giornalista e osservatore», Giovanni Floris ma pure il direttore del Tg2 Mazza, quello di SkyNews Carelli, Santalmassi di Radio24 Ore, Valentino Parlato e molti altri. Non manca neppure Bruno Vespa che entrando viene raggiunto al cellulare da Bossi: «Eccomi, Umberto... Certo, se h mettiamo d'accordo insieme...sarà una trasmissione interamente dedicata al federalismo». Poi spiega: «Si è sparsa la voce che Berlusconi venisse a Porta a Porta. E Bossi: "Allora arrivo anch'io"». Fassino e Prodi all'anteprima ieri sera di «Amare l'Italia»

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