Sorrisi e lacrime, come in uno show tv

Sorrisi e lacrime, come in uno show tv TRA LA FOLLA DEI CURIOSI MILLE SCUSE PER ENTRARE. «MI HA INVITATO ANNA MARIA». «TAORMINA MI HA RACCOMANDATO DI ESSERE QUI» Sorrisi e lacrime, come in uno show tv Centinaia di persone davanti al Palazzo di Giustizia: vogliamo vedere «Studio biologia e voglio capire le perizie» «Io invece sono arrivato qui da Koma» TORINO «E' bella?». «E' spaventata?». «E' arrogante?». Viene da rispondere: siamo al cinema o al processo per una madre accusata di avere ucciso il figlio? Ancora: «E quando tocca a noi?». Quando tocca a noi entrare. E' l'Italia che ha già stracciato «Il grande fratello», «L'Isola dei famosi-si-fa-per-dire». Il reality ha fatto il suo tempo, ha autori, registi e gente a caccia di spettatori, ha cadenze e ambizioni e magari accordi, battute, abbandoni a effetto. Ma Anna Maria Franzoni è vera, la proces¬ sano davvero, giudici veri, togati e popolari, avvocati veri e i 30 anni die rischia sono veri anche loro. E se sarà condannata nasceranno altre emotività. E magari qualcuno si ricorda anche di Samuele morto, chiunque sia stato, sepolto in una tomba in prestito e poi portato via. Ed è vero anche lui, in quel momento, in quella stanza, chiunque l'abbia colpito. Questa è via Cavalli di Torino, fianco del Palazzo di Giustizia. Alle 7, ieri, 300 persone erano ferme a quell'ingresso, in coda non per Samuele (o pochi lo dicevano d'istinto) quanto per «vedere lei». La Procura Generale ha chiesto ai giornalisti di accreditarsi, così da evitare resse senza senso, spettacolo appunto. I giornalisti entrano, con un tesserino verde e numerato, la gente insorge. Vogliono «vedere il processo Franzoni». Una donna grida: «Vi prendete tutta la sala». Non è una sala, signora, è un'aula di giustizia, con una scritta sul muro e una vittima. Samuele. Ieri si è visto un anticipo della morte die cadrà sul genere del reality, perché qui parhamo della morte vera di Samuele Lorenzi, colpito da 17 colpi alla testa nel letto dei genitori, a tre anni. E' strana, bella, orribile, dolce, confusa, strampalata, arrogante, variegata, commossa, incerta, furente e dolce questa folla. E, soprattutto, stanca, mutile, delusa, incerta. All'interno c'è la voce calma, buon senso che dilaga, del presidente della Corte, Pettenati: «Vi ricordo che non si devono fare manifestazioni di approvazione 0 disapprovazione. Non si devono interpellare le parti. Spegnete i cellulari. Io l'ho dimenticato a casa, quindi sono a posto. Il senso di dviltà certo non manca in quest'aula». Ed è vero. La famiglia Lorenzi-Franzoni ascolta. Il pubblico tace, 1 giornalisti pure. Appena c'è un pi ' di tono die si alza i carabinieri in borghese fanno un sorriso e tutto toma come prima. Fuori no. Fuori sembra di essere a una protesta contro l'Alta Velodtà, di fronte a un gruppo di portoghesi che vogliono entrare allo stadio. di fronte a chi ha pagato un biglietto sbagliato per un concerto organizzato da un truffatore. «Devo entrare. Mi ha invitato Anna Maria». Signora, non è un matrimonio. «Che c'entra, siamo amiche. Arrivo da Roma». Chi è arrivato prima è entrato. «Ma a me l'ha detto lei». Più che un gusto giornalistico è uno strazio questo insistere sul «noi possiamo entrare». C'è gente stupenda. Una ragazza spiega die non gliene importa niente della signora in questione, ma - laureandosi in biologia - vuole capire la guerra dei test, delle perizie. Le stesse cose che per altri sono spettacolo: «Vogho vederla in faccia», «voglio vedere i giudid», «vogho vedere quello che l'accusa». Un signore in coda dall'alba dice che è ingiusto non poter entrare. «Dico che è comunque assurdo tutto questo». Se è assurdo, che vuol vedere? «Come reagisce». E poi fa la sentenza? «Poi avrò un'idea mia». Citi quelli che fotografano la villetta e tutti danno loro dei morbosi, tranne la signora spagnola, che ha appena accompagnato il marito alla stazione, passava di qui per caso, ha chiesto che accadeva e si è fermata: «Mi piacerebbe capire. Ma capisco che è morboso fermarsb). Ci sono persone che sembrano i «portoghesi» alle partite di calcio. E1 sorrisi dei carabinieri sono tranquilli, diventano monotoni quando ripetono che non c'è spazio fisico, che i vigih del fuoco vieterebbero l'ingresso. «Mi ha invitato Anna Maria», «l'avvocato Taormina mi ha raccomandato di essere qui». Andate piano, sembra un progetto di clacque. E' triste quando cominciano ad andare via. Abbandonano uno spettacolo, 0 piuttosto un diritto a vedere una verità diversa da quélla della tv. Se ne vanno malvolentieri, Anna Maria sta per uscire. Anna Maria è la loro inquietudine, quella di ogni famiglia («se è lei, posso pensare di me...?»). La signora Franzoni ha voluto un processo pùbblico. L'hanno fotografata mentre usciva in auto coperta da un telo. Sara un imprevisto. Rimane triste il circo che la soffoca. Qui, ieri, si è vista gente commuoversi e d'improwjso ridere per quel noioso habitué dei collegamenti, quello che sta dietro ai giornalisti tv con i suoi cartelli. Curiosi e a «intervistare» l'uomo che rompe le scatole ai cameraman. A quei cancelli non c'era uno show. C'erano dei giudici e una madre prigioniera, comunque vada, di un'atrodtà. Si parlava di tale Samuele, anni tre, ammazzato. - •'■'ì-i. La folla nel corridoio davanti all'aula

Luoghi citati: Italia, Koma, Roma, Taormina, Torino