Una Abu Ghraib tutta irachena
Una Abu Ghraib tutta irachena A BAGHDAD LA POLIZIA TORTURAVA I DETENUTI Una Abu Ghraib tutta irachena BAGHDAD Sembra una replica del caso Abu Ghraib, ma stavolta i cattivi sono gli iracheni e i buoni gli americani, che domenica scorsa hanno scoperto in Iraq una prigione dove i detenuti venivano torturati. Nel seminterrato di un edificio del ministero dell'Interno iracheno, nel quartiere Jadriyah a Baghdad, le truppe Usa hanno trovato 173 prigionieri. Il premier iracheno Ibrahim al Jaafari ha annunciato l'apertura di un'inchiesta: «Sono stati infonnato che i detenuti rinchiusi in una prigione del ministero dell'Interno sembrano essere denutriti», ha dichiarato aggiungendo che «ci sono inoltre alcune voci che abbiano subito forme di tortura». La scoperta del centro di detenzione è stata fatta dagli americani dopo aver ricevuto numerose segnalazioni di detenzione illegale e torture a sospetti membri della guerriglia da parte delle forze di sicurezza irachene. Unportavoce del Pentagono ha sottolineato che non si trattava di una prigione gestita dagli americani. L'ambasciata degli Stati Uniti a Baghdad ha chiarito che sia l'ambasciatore Usa, Zalmay Khalilzad, sia il generale George Casey, comandante delle truppe Usa in Iraq, hanno discusso la vicenda «ai più alti livelli» con l'esecutivo iracheno, esprimendo soddisfazione per la decisione di al Jaafari di indagare sugli abusi. Il primo ministro ha spiegato che i detenuti sono stati trasferiti in una struttura migliore e «sarà loro fornita assistenza medica». Al Jaafari ha promesso di fare luce entro due settimane su «come ciò sia accaduto e come abbia raggiunto questo livello». Ma a Baghdad molti pensano di avere già la risposta: i detenuti erano quasi tutti sunniti (o addirittura tutti, secondo Mohsen Abdul-Hamid, leader del Partito islamico iracheno, principale forza politica sunnita del Paese). In un Iraq dove la maggioranza sciita è ritornata al potere dopo decenni di repressioni da parte del regime di Saddam Hussein - sunnita come la maggior parte dei suoi uomini - la guerriglia è composta per lo più da sunniti, che lamentano di essere stati esclusi dalla ricostruzione del nuovo potere iracheno. Ma anche gh Usa sono costretti a indagare su nuove accuse di abusi contro detenuti iracheni. Due ex prigionieri hanno aggiunto un nuovo tocco agli orrori ormai noti - umihazioni sessuali, elettroshock ed esecuzioni simulate delle detenzioni modello Abu Ghraib: la tortura con i leoni. Thane Mohammed Sabbar, catturato dagb americani nel 2003, ha raccontato di essere stato spinto dentro una gabbia con le belve: «I leoni hanno iniziato a correre verso di me, sono svenuto e mi hanno tirato fuor». Il Pentagono ha dichiarato di non essere al corrente dell'uso dei leoni nelle torture, ma ha comunque promesso un'indagine, pur facendo capire che Sabbar e un altro ex detenuto con la stessa testimonianza, Sherzad Kamal Khalid, stiano mentendo. E ieri ili ministro della Difesa americano Donald Rumsfeld ha ribadito che sarebbe un grave errore lasciare l'Iraqprematuramente rifiutandosi di parlare di un calendario per il ritiro: «Bisogna essere molto cauti nel non dare ai terroristi la falsa speranza che semplicemente resistendo possono durare più di noi in Iraq».
Persone citate: Donald Rumsfeld, George Casey, Jaafari, Kamal Khalid, Mohsen Abdul, Saddam Hussein, Zalmay Khalilzad
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