Del Piero più di Totti di Guido Boffo

Del Piero più di Totti LA RIVINCITA L'ENTUSIASMANTE PARTITA CONTRO L'OLANDA HA RILANCIATO LE QUOTAZIONI DEL FANTASISTA DI CAPELLO Del Piero più di Totti Quando c'è Alex l'Italia di Lippi vince sempre Guido Boffo TORINO Pare che sia stato l'unico juventino a non lamentarsi per gli acciacchi muscolari che hanno rispedito Tetti a casa. L'unico a sorvolare su sospetti e cattivi pensieri, anche se ì suoi erano piuttosto acidi. «Non mi sento il vice-Totti» il proclama di Del Piero alla vigilia di Olanda-Italia. Deve pensarlo anche Lippi se lo impiega come centrocampista estemo, allontanandolo dall'area e avvicinandolo al cuore del gioco. L'evoluzione della specie non contempla gb uno contro uno, ed è un peccato per gli esteti, semmai l'uno per tutti, ed in fondo è quello che il et gli chiede. Carezze e sacrifìci, il doppio binario con vista Mondiali. .^ Totti si cura a Trigoria; Del Piero a Coverciano. L'Itaba strappa un «oh» agli olandesi con Del Piero e senza Totti, e come spesso capita gb assentì fanno più notizia. Si vince a prescìndere, questo è il messaggio rivoluzionario del blitz a casa Van Basten. «Si vede la mano di Lippì, la Nazionale rispecchia il suo allenatore», dice Pìnturicchio, che in tanti anni a Torino ha mandato a memoria più di un sermone sulla sacralità del gruppo. «Siamo come la Juventus, ce la giochiamo alla pari con tutti. Il sistema con tre punte rivela una certa 1 spregiudicatezza». Due punte e mezza, per la verità. Il riferimento al club dì appartenenza non è casuale. Per i più mabziosì, potrebbe suonare addirittura come una provocazione. Non per Del Piero, che con Totti ha sempre mantenuto un rapporto corretto. Il problema della convivenza si ripresenterà, perché l'opzione del et per il doppio centravanti non sem- bra in cpiesto momento negozia- bile e dunque in squadra c'è posto per un solo numero dieci. D'altra parte, se non avesse preferito evitare rischi in vista dello scontro dì sabato contro la Juve, in Olanda avrebbe gioca- to Totti, non Alex. Il punto è un altro. Del Piero, ebe all'Olimpico probabilmente siederà in panchina, scardina non tanto il valore del gialloros- so quanto la percezione della sua imprescìndìbibtà. Dando anima e colore alle fredde stati- stiche: sette presenze contro quattro nella gestione di Lippi rivelano un divario colmabile, due gol a uno dimostrano che l'incidenza in fase reabzzativa è praticamente la stessa. Tra l'altro Alex porta bene: con lui l'Itaba del viareggìno ha sem- pre v"lt0- Ckiaro. Totti salta l'uomo, con una disinvoltura ormai sbiadita in Del Piero, è impareggiabile nel dettare l'ulti- mo P3883^0' ha Wa fisicità ciie gii consente di sostenere qualsiasi contrasto. Ma la diffe- renziazìone dei tipi e dei ruob ha permesso al bianconero di ritagbarsì uno spazio autono- mo' P^ Ravanelb che Pupone, come venne sottolineato nel¬ l'amichevole contro l'Eire, alla rentrée in Nazionale dopo un sofferto anno sabbatico. Si tratta del famoso passo indietro che in molti auspicavano e Del Piero ha faticato a metabobzzare, avendolo interpretato come una diminuzione. Ora è invece l'atout per Germania 2006. «Per quanto mi riguarda è un momento più che positivo», sottolìnea, dimostrando di aver cancellato ogni malinconia passata. «Il tatto di non segnare non mi pesa se l'Itaba è questa, una squadra capace di affrontare a viso aperto l'Olanda, vincere e farsi applaudire. Abbiamo sofferto, senza perdere la lucidità. Tomo da Amsterdam con un bel carico di entusiasmo, lo stesso dei miei compagni. In queste condizioni i sacrifici si smaltiscono velocemente. E con Totti non ho mai avuto problemi, era il tono di certe domande ad indispettirmi». I riflessi della tensione si dispiegano in larghi sorrisi. «La botta più violenta Ibo presa nel riscaldamento, da Gattuso: è fatto così, entra duro anche su di noi». Su quel contrasto fuori programma gb azzurri ricamavano anche al rientro dall'Olanda, in una notte venata di euforia. Segno che qualche brivido deve essere corso nel ventre dell'ArenA, e sulla schiena di un giocatore che non può permettersi passi falsi. «L'ho allenato per otto anni, nessuno Jo conosce quanto me. Del Piero gioca pòco ma sempre bene», è lo slogan che consente a Lippi di imbarcarlo per i Mondiab, sdoganandolo dal limbo. Cassano si rivede solo con la Primavera e contro la Costa d'Avoria dovrebbe toccare ancora ad Alex, lanciato dal turnover di Capello e ormai al riparo dai ripensamenti del viareggìno. //ji^ /ii ipcta Mavinn^ìo ^"' Hut--),-c' '^cJZIUI Idlc -j-^^1^ i- ^^~ j^V^ -51 J"1 Ite Id 11 Idi IU Ut;! Ut ci".^^ rnmo la li r/d JW ' lu *-u' ' '" ,d JUVc, rrt jo njnrhbmn a x/kn Ut? Id yiUUIIdlllU d VlbU arwfoninnrìr^nn clfJt;'LU ^ uyr ,l {-a, ' ,fJU Carrifirarmm^^ JaLjjliLctm II liuil II II (JGia nii Snctn hn ^ r ^.L~.-)W-' '.'y c,vu~ Mou'd '^^'\iZ^fZ'rynf^^"'''^Z' i^LJjH.iy..™?.;.^!;^?.!;!:™^.. nrima HplÌa narfltaw r . ,'.'^ .^.^ ?...rr. ..^..^ Del Piero più di Totti